2021-03-19
Putin risponde per le rime a Biden. Ma l’irresponsabile non era Trump?
Vladimir Putin e Joe Biden (Getty Images)
Il russo: «Io killer? Chi lo dice sa di esserlo. Gli auguro salute». Il nuovo inquilino della Casa Bianca, accolto come moderato e uomo di pace, destabilizza il pianeta e smentisce la postura filo europeista.«È un assassino». «Gli auguro di stare in salute». Di solito a dichiarazioni di questo tipo segue, almeno al cinema, una sventagliata di mitra, magari dal barbiere. Invece così parlò sul serio il 46° presidente degli Stati Uniti d'America, in mancanza di prove contrarie, ovvero Joe Biden, e così gli rispose il presidente russo, Zar Vladimir Putin. Sono tornati in superficie elementi di una rivalità antica che sembrava entrata in dormiveglia con la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Ma che, attenzione, già erano tornati a emergere durante l'era Obama, la cui debole, a tratti sciagurata, politica estera, proprio da Biden è stata in gran parte ispirata: dall'avventura tutta sbagliata in Siria alla guerra sui gasdotti con l'annullamento del South stream, all'idea che la Pax americana possa poggiare su organizzazioni internazionali pletoriche e sinistrorse, a partire dalle Nazioni Unite.Mentre l'ambasciatore russo a Washington torna almeno per il momento in patria per consultazioni, partono gli scambi di dichiarazioni pesanti e si svegliano persino gli addormentati giornalisti americani, sazi della loro vittoria democratica. Legittima la domanda su dove possa portare il prossimo inevitabile deterioramento dei rapporti, sulle ragioni vere, alcune delle quali infami, che hanno condotto all'incidente, sulle conseguenze per l'Europa, e infine, ma certo non ultimi per importanza, sugli effetti negativi che la stessa dichiarazione avrà nel clima politico interno russo e l'ulteriore prevedibile irrigidimento nei confronti degli oppositori. Un disastro, insomma. Ma non era il tycoon Donald Trump quello non forgiato alla politica, l'improvvisatore individualista e folle, il presidente pericoloso per il mondo e per gli Stati Uniti, del quale ci si è riusciti a liberare? A voi l'ardua risposta, partendo dalla realtà di quattro anni in cui l'intera politica internazionale è stata gestita senza sparare un colpo e con lusinghieri risultati diplomatici, di quelli col bastone e la carota, La minaccia dei dazi e anche dei missili: ma poi l'accordo economico, commerciale, politico. A Trump quello che è di Trump e, ahi noi, per i prossimi tre anni e mezzo, a Biden quello che è di Biden.Che cosa ha detto il presidente americano? Rispondendo a una domanda provocatoria di un giornalista, George Stephanopoulos, durante un'intervista per l'Abc, ha dichiarato di credere che il presidente russo sia un assassino, e ha promesso, anzi garantito, che gli farà pagare il prezzo che merita per aver tentato - secondo la National Intelligence - di condizionare il risultato delle ultime elezioni presidenziali favorendo Donald Trump (serafica comunque la replica di Putin: «Killer? Chi lo dice sa di esserlo. Lavoreremo con loro, ma alle condizioni che riteniamo vantaggiose. Che gli risponderei? Gli augurerei salute»). Ora, chiunque abbia seguito sia pur distrattamente l'andamento delle ultime elezioni presidenziali con una diatriba durata tre mesi, sa che Trump si è sentito tutt'altro che favorito, anzi bellamente imbrogliato. Chiunque conosca qualcosa di politica internazionale sa che i russi un po' di disinformazia la fanno sempre durante le campagne elettorali delle grandi potenze occidentali, ma senza voler favorire nessuno. È una vecchia abitudine. Ma è anche un fatto che un presidente debole convenga a Mosca più di un presidente forte e determinato.Ed è un fatto che i russi sappiano bene che il livello di scontro con la presidenza Biden, un vecchio arnese della guerra fredda, è destinato a essere più o meno perpetuo. Infatti già come vice di Barack Obama aveva sostenuto il governo di Kiev contro la secessione del bacino del Don, e caldeggiato l'idea che gli Stati Uniti adottassero pesanti sanzioni contro la Russia per l'annessione della Crimea. In quella zona ci sono anche affari sospetti il suo figlio Hunter, un avventuriero sempre coperto dal padre, le cui malefatte, e la relativa complicità di Biden senior, Donald Trump aveva cercato di scoprire fino in fondo.Il presidente americano considera inevitabile che la Russia di Putin si leghi sempre più alla Cina, ma proprio dichiarazioni come quella del 17 marzo non solo non frenano questa ipotesi, al contrario la rendono davvero inevitabile. Un abbraccio necessario che invece non andrebbe dato per scontato. Biden giudica perciò con sospetto l'intenzione del presidente francese Macron di accordi tra l'Europa e la Russia, intenzione concepita per scongiurare la possibilità di una Nato eurasiatica. Secondo l'Amministrazione americana la Cina, che era divenuta di fatto dal 1972 alleata degli Usa contro l'Urss, ora invece con la Sco (Shanghai Cooperation Organization) e la Bri (Nuova Via della Seta), sta creando con Mosca un blocco continentale eurasiatico opposto agli Usa e ai loro alleati asiatici ed europei. Sui giornali italiani ed europei e circolata anche l'idea che tra le ragioni dell'uscita infelice di Biden ci sia pure la volontà di un segnale all'Europa perché la pianti di intensificare il commercio e la dipendenza energetica dalla Russia, pena la diminuzione dell'impegno americano per la sicurezza europea. A dimostrazione la recente riunione del Quad, composto da Uusa, India, Giappone e Australia, nato per contrastare la Cina nell'Indo-Pacifico, che ha anche deciso di produrre in India su brevetto Usa un miliardo di fiale di vaccino anti Covid-19, che verrà destinato ai paesi dell'Asia Sudorientale e anche all'Africa, ma non a nazioni della Ue.Stiamo parlando di un'America che torna a commettere ingerenze nella politica europea, e di conseguenza in quella italiana. Stiamo parlando anche di un presidente democratico dato troppo facilmente per grande amico dell'Europa, che rischia invece di metterne le iniziative e gli equilibri seriamente nei guai.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)