2023-07-29
Pusher marocchino e clandestino arrestato per lo stupro di dicembre
Il ventiseienne è stato fermato ieri mattina: ai carabinieri di San Donato ha confessato di essere l’autore della violenza su una ragazza che stava facendo jogging sette mesi fa. E non era il primo episodio.Quando l’hanno incastrato con l’esame del Dna lui ha confessato e ha anche detto di essersi pentito: «Ero ubriaco, sono dispiaciuto». Ma nel corso dell’inchiesta sono saltate fuori altre presunte vittime. Abdelfatah Ennakach, 26 anni, marocchino irregolare sul territorio italiano, già fotosegnalato, è stato fermato ieri mattina dai carabinieri di San Donato Milanese con l’accusa di aver stuprato, il 23 dicembre scorso, due giorni prima di Natale, una ragazza che faceva jogging nelle campagne di Locate Triulzi. Il gip del Tribunale di Milano, Daniela Cardamone, già ieri mattina ha convalidato il fermo, disponendo la custodia cautelare in carcere. Stando alla ricostruzione della Procura di Lodi, competente territorialmente, Abdelfatah spacciava in quella zona e precisamente a cascina Nesporedo, località periferica di Locate.L’ordinanza di custodia cautelare ripercorre passo dopo passo l’imponente attività investigativa che i carabinieri di San Donato hanno messo in campo per accertare i fatti e per individuare il presunto aggressore sessuale: testimonianze, tabulati telefonici, analisi delle impronte sui reperti e, infine, il match del Dna, considerato la prova regina dell’inchiesta. Ma tutto è partito con la denuncia della ragazza: «Stavo correndo nei pressi della cascina e ascoltavo una playlist con le cuffie, poi sono stata aggredita di sorpresa alle spalle. Un uomo mi ha tappato la bocca per impedirmi di urlare e di chiedere aiuto». Il racconto dell’incubo continua con i violenti strattonamenti, il trascinamento nella boscaglia e la violenza sessuale. La presunta vittima, dopo aver chiamato i carabinieri, è riuscita a fornire una sommaria descrizione dell’aggressore, indicandolo come uno straniero, forse nordafricano. «Siamo partiti praticamente da zero», ha spiegato il maggiore Paolo Zupi, comandante della Compagnia dei carabinieri di San Donato. Testimoni del fatto non ce n’erano e la ragazza aveva fornito solo una manciata di particolari, anche perché non aveva visto il volto dell’aggressore. Il sopralluogo sulla scena del crimine, però, ha fornito subito qualche dettaglio interessante: tra i reperti è saltato fuori lo scontrino di un supermercato di Locate, battuto proprio la mattina del 23 dicembre. I carabinieri hanno acquisito i filmati delle telecamere di sorveglianza del negozio e proprio all’ora indicata sullo scontrino hanno accertato la presenza di uno straniero, probabilmente maghrebino, che è diventato subito il principale sospettato. Le immagini di qualità molto bassa e l’assenza di elementi per collegare quella sagoma alla scena del crimine, però, hanno impedito, in un primo momento, di fermare l’uomo. La cella telefonica che punta su quella zona, però, proprio negli orari indicati dalla ragazza, ha fornito una manciata di numeri di utenze presenti nell’area. E il cerchio ha cominciato a stringersi. Uno dei numeri di telefono era in uso a uno straniero indicato come «pusher». I carabinieri sono, quindi, tornati sul posto e hanno sentito alcuni tossicodipendenti. Il nome dello straniero non lo conoscevano. Hanno riferito di chiamarlo «zio» o «Abdul». Ma uno dei testimoni, in particolare, ha detto che lo spacciatore «era sparito dalla circolazione» proprio nel periodo di Natale. Una donna che fa uso di sostanze stupefacenti, invece, ha detto ai carabinieri che il «pusher» aveva spesso un «atteggiamento sessualmente molesto», aggiungendo che nei primi giorni di gennaio era stata molestata da lui. E il quotidiano Il Giorno aggiunge un dettaglio: un’altra testimone avrebbe riferito che lo spacciatore sarebbe stato «particolarmente incline a offrire dosi di stupefacente alle sue clienti in cambio di atti sessuali». La testimone aveva anche consultato il profilo Facebook collegato all’utenza di quell’uomo che chiamava «zio» e aveva conservato uno screenshot. La foto è stata analizzata con il sistema Sai (Sistema automatico di riconoscimento immagini) ed è emersa una somiglianza all’87% con il sospettato. Ma si è scoperto anche che, in un altro caso, lo straniero aveva già tentato di «trascinare» nella boscaglia una donna. Nel frattempo, un’impronta digitale e una traccia biologica sono state isolate su una vaschetta di alluminio che era stata abbandonata sulla scena del crimine. Le comparazioni effettuate dai carabinieri del Ris hanno, quindi, offerto agli inquirenti le conferme che cercavano. Gli esiti delle analisi scientifiche erano compatibili, sostengono gli inquirenti, con i prelievi biologici sul principale sospettato. Il gip, nel valutare le esigenze cautelari, oltre a riconoscere la sussistenza di gravi indizi, ha spiegato che il marocchino, irregolare e senza fissa dimora, potrebbe fuggire e commettere altri abusi. Avrebbe agito, scrive il giudice, con una «modalità rapida» e dopo una «accurata scelta della vittima», quando «non c’erano persone presenti» nella zona. Inoltre, si era già spostato da quella zona. I carabinieri, infatti, l’hanno rintracciato a Corsico, in una dimora temporanea. Quando la presunta vittima ha saputo dai carabinieri di San Donato che il suo aggressore era stato preso, è sembrata uscire da un incubo e ha ringraziato più volte i militari anche per la capacità d’ascolto che avevano dimostrato dopo quei minuti di terrore, che difficilmente riuscirà a dimenticare. E che sono la diretta conseguenza del flusso migratorio incontrollato con il quale l’Italia continua a importare stranieri pericolosi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.