2023-01-15
Pure le auto ibride nel Redditometro
Il paradosso: il governo incentiva le vetture verdi, più costose di quelle tradizionali, però le usa come arma contro i presunti evasori, equiparandole ai veicoli di lusso.Chi possiede un’auto elettrica da questo mese dovrà stare molto attento. Infatti, le auto elettriche e ibride sono entrate a far parte del Redditometro. In parole povere, poiché più costose di quelle con motore termico, potrebbero essere oggetto di maggiori controlli da parte del fisco, intenzionato a stanare gli evasori. In pratica, insomma, il governo sta spingendo i cittadini a comprare quelli che di fatto sono beni di lusso. Senza considerare che si tratta di auto «smart», connesse alla rete e quindi molto più controllabili e soggette a manomissioni. Insomma, privacy addio. Per la Guardia di finanza, insomma, le auto a batteria vanno controllate al pari della auto premium per via di costi ben più elevati rispetto alle auto a motore termico. A finire sotto la lente del fisco è prima di tutto il rapporto tra il proprio reddito e il costo di un acquisto, leasing o noleggio di auto dal prezzo elevato. La Gdf potrebbe volerci vedere chiaro anche su assicurazioni aggiuntive oltre all’obbligatoria polizza Rc, come nel caso di prodotti contro il furto o la kasko. Secondo le nuove norme partite con il 2023, le auto elettriche più a rischio sono quelle con una potenza pari o superiore a 70 kilowattora, circa 95 cavalli. Un limite di potenza, in realtà, piuttosto contenuto che comprende quasi tutti i modelli elettrici sul mercato, a eccezione di quelli più economici. Per le ibride il limite è più alto e i controlli scattano oltre i 120 kilowattora, 163 cavalli di potenza complessiva. È importante notare che le auto con le potenze in questione sono tutte parte degli incentivi statali 2023. Il che significa che prima lo Stato ti invita a comprare auto elettriche e poi ti fa le pulci per vedere se sei un potenziale evasori. Nel corso di un’intervista rilasciata a dicembre scorso, il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso aveva spiegato che «l’auto elettrica è percepita come un bene di lusso, riservata a pochi. Per questo sono stati rimodulati gli incentivi: è previsto un contributo aggiuntivo per l’acquisto di veicoli elettrici e ibridi plug in per le persone con Isee al di sotto dei 30.000 euro e un contributo, pari al 50% di quello previsto per le persone fisiche, per le attività di autonoleggio».Fatto sta che, con potenze così basse, i controlli potrebbero essere all’ordine del giorno. Anche perché il mercato dell’auto a batteria sta diventando sempre più caro e l’acquisto di un’auto elettrica o ibrida senza incentivi è ancora riservato a pochi. Senza considerare che l’aumento vertiginoso del costo per kilowatt sta rendendo anche la gestione di queste vetture un vero e proprio salasso. Resta, poi, da capire quanto le auto con la spina siano davvero a emissioni zero. Se da un lato è vero che non emettono gas inquinanti come le omologhe a benzina o diesel, è pur vero che le batterie andranno smaltite e sono realizzate con materiali molto inquinanti. Il problema vero si presenterà quando di auto elettriche ce ne saranno a migliaia per strada. Tra pochi anni capiremo davvero se il futuro della mobilità sarà a batteria, anche perché la produzione di kilowatt non è di certo «green», soprattutto se dovrà alimentare milioni di vetture. Intanto, però, tutti a produrre auto elettriche come fossero la panacea a ogni male. Senza nemmeno pensare che oggi le infrastrutture a disposizione non consentono un vero utilizzo spensierato di un’auto elettrica che non comporti ansia da autonomia e problemi di ricarica.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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