2024-08-11
Aiutavano i liberal usando gli sponsor. La denuncia di Musk li ha fatti chiudere
Il magnate vince la guerra con Garm, il cartello dei pubblicitari. Intanto il fact checking sul Covid è finanziato da Big Pharma.«Abbiamo tentato la pace per due anni, ora è guerra». Con queste parole Elon Musk ha commentato, lo scorso 6 agosto, un articolo pubblicato su X dalla Ceo della sua azienda, Linda Yaccarino, in cui viene annunciato l’avvio di una causa antitrust contro la Global Alliance for Responsible Media (Garm). La guerra, peraltro, potrebbe essere stata vinta in partenza, dato che Garm starebbe per chiudere i battenti. Fondata nel 2019 dalla World Federation of Advertisers (Wfa), un’associazione che riunisce i principali inserzionisti del mondo e controlla il 90% degli investimenti globali in pubblicità (per quasi 1.000 miliardi all’anno), Garm è un’alleanza globale intersettoriale che mira a migliorare la sicurezza digitale ed eliminare i contenuti dannosi online. È parte della Piattaforma per modellare il futuro dei media, dell’intrattenimento e della cultura del World Economic Forum, e al suo interno conta inserzionisti, agenzie, aziende mediatiche, piattaforme e organizzazioni del settore (nei fatti quasi tutti i più grandi marchi del mondo). Ora Garm è accusata di sfruttare il suo potere quasi monopolistico per boicottare i fondi destinati a voci con cui il gruppo è in disaccordo, escludendo così dal mercato le testate non allineate. La questione è esplosa grazie a un’indagine svolta dalla Commissione giudiziaria della Camera dei rappresentanti Usa, attività che ha portato alla pubblicazione, lo scorso 10 luglio, di un report dal titolo «Il danno di Garm: come i più grandi marchi del mondo cercano di controllare la libertà di espressione online». Nel documento si legge che l’ente «si è allontanato molto dal suo intento originario e ha utilizzato collettivamente il suo immenso potere di mercato per demonetizzare voci e opinioni con cui il gruppo non è d’accordo». Secondo i membri della commissione, Garm avrebbe indirizzato le aziende a spostare i loro investimenti pubblicitari lontano da testate di destra come il Daily Wire, Fox News, il popolare podcast di Joe Rogan su Spotify, The Joe Rogan Experience («perché il signor Rogan ha sostenuto che la popolazione giovane e in salute non dovesse vaccinarsi contro il Covid», recita il documento), e lo stesso Twitter (oggi X) dopo l’acquisizione di Musk. Il New York Post menziona una lettera inviata dalla commissione a diverse grandi aziende (tra cui Adidas, American Express, Bayer, Bp, Carhartt, Chanel, Cvs e General Motors) in cui viene chiesto di conservare i documenti e fornire informazioni riguardo alle loro attività con Garm. «La Commissione ha scoperto prove di azioni coordinate da parte di Garm e delle aziende membri», è scritto nella missiva, «inclusi boicottaggi di piattaforme di social media, podcast e testate giornalistiche non gradite». Durante una delle sessioni della commissione è intervenuto anche Beh Shapiro, fondatore del Daily Wire, il quale ha descritto il meccanismo di pressione messo in piedi dai progressisti per silenziare le voci dissonanti. «Quando emerge un’alternativa conservatrice ai media tradizionali, i membri dei media tradizionali e i loro alleati politici si affrettano a dipingere tali concorrenti come pericolosi», ha dichiarato Shapiro. «Ad esempio, la commentatrice Kara Swisher del New York Times ha detto al capo di YouTube che i miei video su Daily Wire erano una “droga di passaggio” che avrebbe portato i bambini, incluso suo figlio adolescente, a guardare contenuti neonazisti (senza considerare il fatto che sono un ebreo ortodosso)». I democratici eletti riprendono poi lo stesso messaggio. «Nel 2017, la senatrice Dianne Feinstein ha detto ai legali di Facebook, Google e Twitter: “Avete creato queste piattaforme, e ora vengono mal utilizzate. Dovete essere voi a fare qualcosa al riguardo, oppure lo faremo noi”».Dopo la pubblicazione del report, Elon Musk e i vertici di X hanno deciso di agire. Nel suo articolo del 6 agosto, facilmente consultabile sul social network, Linda Yaccarino scrive: «Dopo una carriera nel mondo dei media e della pubblicità, pensavo di aver visto tutto. Poi lo scorso mese ho letto il rapporto della Commissione giudiziaria della Camera dei rappresentanti […]. Il rapporto ha svelato prove di un boicottaggio illegale contro molte aziende, inclusa X». Per queste ragioni, spiega la Ceo, «X ha intentato una causa antitrust contro la Global Alliance for Responsible Media, la World Federation of Advertisers e i membri di Garm Cvs Health, Mars, Orsted e Unilever. Non è stata una decisione presa alla leggera, ma è una diretta conseguenza delle loro azioni». «Il comportamento illecito di queste organizzazioni e dei loro dirigenti», aggiunge sotto, «è costato a X miliardi di dollari».Il 9 agosto, benché un portavoce abbia definito le accuse come infondate, Wfa ha annunciato la chiusura della Global Alliance for Responsible Media. «Garm è un’iniziativa piccola e senza scopo di lucro», recita il comunicato, «e le recenti accuse, che sfortunatamente hanno frainteso il suo scopo e le sue attività, hanno causato distrazioni e drenato significativamente le sue risorse e finanze. Pertanto, Wfa sta prendendo la difficile decisione di interrompere le attività di Garm». Un’altra notizia di queste ore è che FactCheck.org, realtà che segnala su Facebook i contenuti «fuorvianti» sul Covid , è supportata dalla Robert Wood Johnson Foundation, un’organizzazione filantropica finanziata dal colosso farmaceutico e produttore di vaccini Johnson & Johnson. Un conflitto di interessi a dir poco preoccupante. Alcuni testimoniano addirittura di cancellazioni di post sulla base dei soli titoli.