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Pro Vita & Famiglia: «Emendamento su cannabis light "Manovra ideologica" sulla salute degli italiani»

Pro Vita & Famiglia: «Emendamento su cannabis light "Manovra ideologica" sulla salute degli italiani»
Ansa

«L'emendamento sulla cannabis light nella legge di stabilità, per legalizzare la vendita al pubblico di derivati della cannabis che non superino lo 0,5% di principio attivo, trasformerebbe la Finanziaria in una 'Manovra ideologica' fatta sulla salute delle persone, soprattutto degli adolescenti. Come la mettiamo col rispetto della Costituzione e della legalità poi? Se queste sono le priorità per la nostra nazione, con la disoccupazione ad altissimi livelli, la mancanza di investimenti sul capitale umano, le aziende che chiudono e i tanti abusi contro cui intervenire, gli italiani non possono dormire sonni tranquilli» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia. «Non si può accettare e si deve stigmatizzare immediatamente il principio che per fare cassa, lo Stato accetti che tanti giovani si avvicinino all'uso della droga e allo sballo come soluzione» hanno concluso Brandi e Coghe.

Edicola Verità | la rassegna stampa del 28 novembre

Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 28 novembre con Carlo Cambi

L’attentatore afgano collaborò con la Cia
  • Trasferito negli Stati Uniti durante l’amministrazione di Joe Biden, ha ottenuto il permesso d’asilo soltanto lo scorso aprile. È l’ennesima falla nella sicurezza dell’era dem. The Donald è furioso e pensa a una stretta sugli ingressi e a una riforma dei servizi.
  • Il ritiro Usa ha portato con sé il caos. E pure giovani che ora si stanno radicalizzando.

Lo speciale contiene due articoli

«Attacco mirato». Così le autorità hanno definito l’aggressione contro due soldati della Guardia nazionale, avvenuta mercoledì nei pressi della Casa Bianca. Le vittime - Sarah Beckstrom di 20 anni e Andrew Wolfe di 24 anni - hanno subito dei colpi d’arma da fuoco e, nel momento in cui La Verità andava in stampa ieri sera, versavano in condizioni critiche. Ferito, sebbene non in pericolo di vita, è rimasto anche l’attentatore, che è al momento ricoverato in custodia cautelare. Si tratta Rahmanaullah Lakanwal: un ventinovenne afghano, che, secondo il Dipartimento per la sicurezza interna, è entrato negli Stati Uniti a settembre 2021 attraverso «Allies Welcome», un’operazione di accoglienza per i rifugiati afgani avviata dall’amministrazione Biden a seguito della caduta di Kabul, avvenuta ad agosto di quello stesso anno. Secondo Reuters, Lakanwal avrebbe successivamente presentato domanda di asilo a dicembre 2024: asilo che gli sarebbe stato alla fine concesso lo scorso aprile.

Faide etniche a Prato. Scontri fra bande con machete e pistola
Guerra aperta tra cartelli della droga pakistani, marocchini e albanesi. E i clan cinesi si contendono la prostituzione.

A Prato la Procura guidata da Luca Tescaroli sta fissando su una mappa i gruppi di stranieri che si fronteggiano a colpi di machete, spedizioni punitive, regolamenti di conti e tafferugli. Non sono episodi isolati, ma tasselli di «una più ampia contrapposizione tra gruppi criminali». Su questa cartina geografica i magistrati ieri hanno puntellato un altro caso: pakistani, marocchini e albanesi si sono scontrati in «una vera e propria faida urbana». Che ha prodotto quattro arresti: due marocchini di 22 e 25 anni, un pakistano di 34 e un albanese di 38, accusati di aver partecipato alle spedizioni punitive. E che sembra confermare l’esistenza di due blocchi distinti (uno pakistano e uno composto da marocchini e albanesi) in lotta per il controllo di un pezzo della città, in particolare dei quartieri in cui circolano droga e denaro.

L’aumento dei tassi reali giapponesi azzoppa il meccanismo del «carry trade», la divisa indiana non è più difesa dalla Banca centrale: ignorare l’effetto oscillazioni significa fare metà analisi del proprio portafoglio.


Il rischio di cambio resta il grande convitato di pietra per chi investe fuori dall’euro, mentre l’attenzione è spesso concentrata solo su azioni e bond. Gli ultimi scossoni su yen giapponese e rupia indiana ricordano che la valuta può amplificare o azzerare i rendimenti di fondi ed Etf in valuta estera, trasformando un portafoglio «conservativo» in qualcosa di molto più volatile di quanto l’investitore percepisca.

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