2023-06-28
Prigozhin inizia il casting per la Wagner d’Africa. Ma a Minsk non è tranquillo
Il capo dei mercenari, «migrato» in Bielorussia grazie a Aleksandr Lukashenko, deve guardarsi le spalle. E mentre medita di cambiare nome alla sua creatura, cerca un nuovo front-man.Ieri mattina poco prima delle 7.00 il jet personale di Evgenij Prigozhin con la matricola RA02795 è decollato da Rostov per atterrare poco dopo a Minsk (Bielorussia). Inizialmente non si era capito se il proprietario della Compagnia militare privata Wagner fosse davvero a bordo del suo aereo o se fosse su di un altro velivolo atterrato nella capitale bielorussa. Dopo qualche ora di mistero sulla sorte del «cuoco di Putin» il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha affermato alla tv di Stato: «Sì, in effetti, oggi è in Bielorussia». Il suo trasferimento a Minsk è una delle condizioni previste dall’accordo mediato da Lukashenko per conto di Vladimir Putin che avrebbe convinto Prigozhin a ritirarsi quando si trovava a circa 200 km da Mosca. Il presidente russo durante il suo discorso televisivo alla nazione di lunedì notte ha ricordato ai mercenari della Wagner quali sono le strade che ora possono prendere: «Potrete andare in Bielorussia oppure firmare il contratto che vi lega alle forze armate regolari, arruolandovi come soldati a contratto». Cosa farà Prigozhin che ha detto «non volevo fare un golpe, ma salvare Wagner» e che per il suo attivismo (anche mediatico) è da considerare come una autentica mina vagante in Bielorussia? Bella domanda. Si dice che nei pressi di Minsk potrebbe trasferirsi tutta la struttura della Compagnia militare privata russa ed in tal senso potrebbe essere edificata una struttura in grado di ospitare almeno 8.000 combattenti della Wagner. A questo proposito Lukashenko ha affermato che il suo Paese ha offerto alla Wagner una base militare abbandonata. Come mai così tanta generosità? C’è chi crede che Lukashenko potrebbe usare i mercenari contro l’opposizione interna e contro i fuoriusciti bielorussi che hanno formato gruppi combattenti in Ucraina impegnati nella regione di Belgorod. Tuttavia, gli uomini di Evgenij Prigozhin sono abituati a ben altri teatri di guerra e a guadagni ingenti (5.000-7.000 dollari al mese) senza dimenticare la possibilità di fare razzie ogni volta che conquistano un territorio. Ecco perché non è difficile immaginare che la stragrande maggioranza dei 25/30.000 mercenari Wagner sceglieranno la via dell’Africa dove ci sono molte miniere da proteggere, razziare e una serie infinita di governi agonizzanti che necessitano di proteggersi dagli attacchi dell’Isis e di al-Qaeda. Quindi Prigozhin potrebbe approfittare del provvisorio soggiorno a Minsk, sempre che prima non cada da una finestra o non mangi qualcosa di indigesto, per cambiare il nome della sua compagnia militare privata di mercenari in modo da operare ben distinto da Mosca, ma c’è da trovare un capo da mandare in Africa e non è cosa semplice, anche se pare che la scelta cadrà su uno dei suoi vice.Ieri Vladimir Putin rivolgendosi agli agenti di sicurezza coinvolti nella lotta contro il tentato ammutinamento della Wagner ha affermato che «lo Stato e il ministero della Difesa hanno finanziato completamente la Compagnia militare privata Wagner che hanno pagato dal maggio 2022 al maggio 2023 circa 86 miliardi di rubli (circa 1 miliardo di dollari) per pagamenti di manutenzione e incentivi». Putin ha anche detto che la società Concord, il gruppo guidato da Prigozhin, ha ricevuto altri 80 miliardi di rubli (circa 938 milioni di dollari) dallo Stato russo e parlando di come sono stati spesi miliardi di rubli per Wagner ha aggiunto: «Ce ne occuperemo. Ma spero che attraverso il suo lavoro nessuno abbia preso nulla». C’è da attendersi un’indagine su dove siano finiti i fondi statali e una nuova incriminazione per Prigozhin che continua ad essere indagato per ribellione dal dipartimento investigativo dell’Fsb russo mentre per i suoi uomini è stata decisa l’archiviazione. Poi Putin durante una riunione con il personale militare riunito al Cremlino ha affermato che l’esercito e il popolo russo non si sono schierati dalla parte dei mercenari della Wagner: «Le persone che sono state attratte dalla ribellione hanno visto che l’esercito e il popolo non erano con loro. Il dispiegamento rapido e preciso delle forze dell’ordine ha permesso di fermare lo sviluppo estremamente pericoloso della situazione nel Paese e di prevenire vittime civili». A proposito di quanto accaduto lo scorso fine settimana: il capo della Guardia nazionale russa (Rosgvardia), Viktor Zolotov, ripreso dall’agenzia di stampa Interfax ha affermato: «Naturalmente la ribellione è stata preparata e ispirata dalle agenzie di intelligence occidentali perché ne erano a conoscenza, come hanno riferito loro stesse, già settimane prima che iniziasse». Ma alla Cnn una fonte occidentale ha ribadito che gli alleati durante le ore della rivolta hanno chiesto a Kiev di non approfittarne per colpire in territorio russo. Non si voleva infatti dare l’impressione che l’occidente volesse sostenere Prigozhin mettendo di fatto con le spalle al muro Putin con tutto ciò che sarebbe potuto accadere. Ora Prigozhin oltre a doversi guardare dall’ira di Putin, che potrebbe ordinare a Lukashenko in qualsiasi momento di portarlo a Mosca, dovrà stare attento anche alla fronda interna. Secondo i messaggi online analizzati da Bbc Verify diversi membri delle truppe di Wagner e i loro parenti sono furibondi con il loro capo tanto che sui canali Telegram di riferimento si leggono frasi come: «Il dannato pelato ha distrutto la Wagner con le sue stesse mani. E ha fregato tutti quelli che poteva». Considerato che questo genere di persone non va dall’avvocato e non manda raccomandate, per Prigozhin le prossime settimane potrebbero diventare a dir poco complicate.
Volodymyr Zelensky in piedi davanti a un sistema missilistico antiaereo Patriot durante la sua visita a un'area di addestramento militare in Germania dello scorso giugno (Ansa)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 3 novembre con Carlo Cambi