2022-06-01
Pressioni Usa sui colossi tedeschi: «Fanno investimenti verdi fasulli»
La Sec sollecita la perquisizione di Dws, una controllata Db che gestisce 928 miliardi.cambiano intensità e spostano il tiro sulla finanza. Lo strumento è sempre la Sec, l’autorità di controllo dei mercati, che ieri dopo avere avviato accuse di greenwashing (utilizzare false promesse di sostenibilità ecologica) ha ottenuto che Dws, controllata all’80% da Deutsche Bank, venisse perquisita dalla polizia. Dws gestisce investimenti per 928 miliardi e dalla scorsa estate è finita sotto i riflettori degli sceriffi finanziari Usa. Il tema non stupisce. La moda dell’Esg è chiaramente spinta per fare in modo che i nuovi fondi o obbligazioni garantiscano rendimenti interessanti e le grandi fabbriche di prodotti possano dirottare sui veicoli verdi i vecchi fondi che dopo anni di interventi delle banche centrali sono finiti al fondo della lista con rendimenti negativi. Il segnale importante è quindi l’indirizzo politico. Esattamente il copione utilizzato ai tempi di Angela Merkel con il celebre diesel gate. Nel 2015, a settembre in pieno salone dell’auto di Francoforte, l’agenzia americana Epa accusa la compagnia tedesca di utilizzare un software che modifica i dati delle emissioni. Il governo ordina a Volkswagen di riprogrammare e richiamare complessivamente 500.000 vetture. Due anni dopo i tedeschi cercano di chiudere il contenzioso pagando 4,3 miliardi, cifra a cui ne deve aggiungere 15 per saldare la mega class action avviata dagli automobilisti a stelle e strisce. Non basta. Segue un lungo elenco di arresti e poi un diesel gate europeo. A far comprendere la forza delle accuse, quando sono mosse dagli Usa. D’altronde ne aveva avuto un esempio la Svizzera quando ai tempi di Barack Obama provò a mettersi di mezzo alla strategia di azzeramento dei paradisi fiscali. O per essere più precisi a quelli non controllati dagli Usa. La Casa Bianca utilizza infatti due strumenti. Uno è il mercato. Tutto ciò che è quotato a New York è soggetto alle regole Usa. Tutto ciò che muove dollari o transa in valuta verde è soggetto alle regole della Sec. Due esempi. Nel 2015, Bnp Paribas è stata multata per 9 miliardi. Aveva violato le sanzioni imposte al governo del Sudan e aveva fatto transazioni con il biglietto verde. Poco dopo Vimpelcom, colosso russo delle tlc che controllava Wind, è costretto ad accantonare un miliardo. In questo caso l’accusa è quella di pagamenti illegali al partner Takilant per ottenere le licenze di ingresso nel mercato locale. Due anni più tardi dovrà pagare 800 milioni per chiudere il contenzioso e uscire dalla black list. Per il resto, il diesel gate ha avuto anche strascichi relativi all’emissione di bond verdi. Proprio l’antipasto della vicenda esplosa ieri con le perquisizioni nella sede di Dws. Vedremo che strada prenderà l’inchiesta anche se non è difficile immaginare quale sarà il punto di caduta. Almeno visto i precedenti. Il mercato degli investimenti green nonostante la guerra in corso resta strategico per gli Usa. Così come tornerà a esserlo quello dell’aviazione e delle tecnologie digitali. Il salto di qualità potrebbe essere l’estensione delle sanzioni alle aziende che collaborano con russi o cinesi e lo fanno movimentando dollari. Nel 2019, Airbus, il colosso franco tedesco dell’aviazione è stato ritenuto colpevole di aiuti illeciti da parte degli Stati azionisti, l’America ha potuto far scattare i dazi contro l’Ue. L’ammontare era di 7,5 miliardi. Il tira e molla tra Boeing ed Airbus andava avanti da oltre 14 anni e non avremmo assistito a colpi di scena se tra i due litiganti non si fosse inserita la Cina. Ciò che la Casa Bianca non accetta è il maxi trasferimento di know how in corso tra la Francia, la Germania e il Dragone. Pechino ha offerto un mercato di sviluppo ad Airbus e in cambio ha chiesto di ospitare in patria intere piattaforme logistiche e tecnologiche. Gli Usa non hanno paura delle tecnologia di Airbus, ma che questa finisca ai cinesi per osmosi. E ancora oggi non è un timore infondato.
Jose Mourinho (Getty Images)