2023-12-21
Quando di mezzo ci sono i presepi, la sinistra scorda il «vietato vietare»
Presidi e Cgil contro il ddl che impedisce la messa al bando della natività a scuola.Dopo gli ultimi dibattiti sul presepe a scuola penso che tra le sue figure occorra rivalutare con urgenza quella del somaro. Non, per carità, per il personaggio presepiale in sé, che secondo il racconto biblico contribuì a scaldare il giaciglio di Gesù (quindi massimo onore), ma riferito a coloro che ultimamente del presepe discettano. Non dunque l’asino del presepe, ma la folta folla di asini intorno al presepe (naturalmente trattasi di asini antropomorfi, cioè dalle sembianze umane).Il governo vuol prendere un provvedimento per il quale a scuola sia vietato vietare il presepe. Ha trovato una formula azzeccata che contempera le esigenze di chi lo vuole fare con quelle di chi non lo vuole fare. Se una classe vuol fare il presepe lo fa senza che il preside possa vietarglielo. Se un’altra classe non vuol fare il presepe, non lo fa senza che il preside le imponga di farlo. Da Cgil e dirigenti scolastici si sono levati i ragli fino al cielo che, tradotti nella lingua degli uomini, dicevano così: «Attentato al pluralismo», «Non si può imporre a tutti la stessa cultura», «Un modo subdolo di introdurre il presepe a scuola». Partiamo dall’ultimo raglio, quello che parla del modo «subdolo», qui si raggiunge il massimo della stupidità. Ma, volendo io fare qualcosa di subdolo, lo faccio attraverso un atto pubblico? Lo faccio su un tema così sensibile, lo faccio con tanto di conferenza stampa? Avete mai sentito parlare di qualcuno che abbia fatto una conferenza stampa dove annunciava che avrebbe fatto qualcosa di subdolo? È pur vero che all’idiozia riconosciamo una certa gradualità di intensità, ma almeno in alto un limite va posto, diciamo nelle vicinanze del totalmente irragionevole. Cos’è un presepe? È una sorta di rievocazione simbolico-figurativa, una memoria di un fatto storico avvenuto oltre 20 secoli fa. Il Pierino di turno avrà già alzato il suo ditino indice (probabilmente lo stesso che si infila nelle narici supponendo di non essere visto dal conducente dell’auto che gli sta di fianco) chiedendo: «Fatto storico? E chi l’ha detto?». Si metta comodo che glielo diciamo noi sia pure per sommi capi. Ad esempio, i Vangeli (ma quelli sono testi sacri), ma anche storici non cristiani come Flavio Giuseppe nelle Antichità Giudaiche, Publio Cornelio Tacito negli Annales e tale Plinio il Giovane nelle corrispondenze con Traiano. Questo solo per dire che intorno alla storicità di Gesù si potrà anche discutere, ma non come si sta facendo in Italia «come quattro amici al bar», ma su studi innumerevoli di stampo teologico-biblico e filologico dei quali questi asini non conoscono neanche il significato. Diamo per assodato che il presepe rappresenti un fatto storicamente avvenuto e diamo per scontato che alla fondazione della cultura occidentale abbiano dato un ruolo centrale la cultura greca, quella romana e quella ebraico-cristiana. Se fossimo d’accordo su questo - ma è difficile non essere d’accordo essendo evidente - allora il discorso del presepe a scuola svanisce perché la scuola è luogo di formazione culturale e nell’educazione storica questo fatto del presepe ricorda appunto un fatto storico costitutivo dell’identità stessa dell’uomo occidentale. La discussione, dunque, non dovrebbe essere tra presepe sì e presepe no ma tra l’essere fondamentale e il non esserlo della cultura cristiana per la tradizione occidentale. Ma qui si vola troppo alto e l’asino non può usare le lunghe orecchie come ali. Anche rizzandole al massimo non lo sollevano da terra. Lo zoccolo pesa di più. Sapete, alla fine di questo articolo, cos’è ciò che ci fa un po’ di tristezza? Aver maltrattato l’asino, averlo assunto come una metafora negativa ed allora sentiamo di dover rendere omaggio a questo animale così mansueto e così utile all’uomo, certamente infinitamente di più dell’asino umano. Un’ultima osservazione: alla sinistra - che se ne è fatta vessillifera per anni - quando si tratta del presepe non va più bene neanche il famoso motto «vietato vietare».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.