2023-02-05
«Il popolo ucraino è stato aggredito. Dargli armi per difendersi è giusto»
L’ex deputato Carlo Giovanardi: «Sostenere un Paese invaso non lede i principi della nostra Carta».Ammiro Silvana De Mari e ben volentieri sono andato a Torino a testimoniare a suo favore nel processo per diffamazione promosso dall’Arci Gay di Torino per le coraggiose battaglie che la scrittrice combatte contro la lobby Lgbt.Proprio per questo voglio in amicizia dirle che dissento da quanto ha scritto nel suo articolo del 30 gennaio sulla aggressione russa all’Ucraina. Sono nato nel 1950 in un paese libero grazie anche ai 32.000 soldati Alleati morti in Italia in combattimento per salvarci dal nazifascismo. E ricordo ancora con gratitudine (ne parlavo recentemente con il cardinale Raymond Burke, originario del Wisconsin) il formaggio giallo in barattoli di quello Stato, distribuito in tutte le parrocchie italiane nel secondo dopoguerra nel momento in cui il ben più poderoso Piano Marshall di aiuti permetteva ai paesi ex nemici degli Usa (Germania Italia e Giappone ) di rimettersi rapidamente in piedi.Gli aiuti americani durante la Seconda guerra mondiale consentirono poi all’Unione sovietica e alla Gran Bretagna di sopravvivere, tanto è vero che Winston Churchill li definì «l’atto più generoso nella storia di qualunque nazione», con restituzioni di fondi scontate del 90 per cento e rateizzate sino al 2006.Ma sorvolando sulla Seconda guerra mondiale, sembra che successivamente i nostri amici e alleati americani ne abbiano combinate (assieme a noi) di tutti i colori. Perché per esempio abbiamo bombardato Belgrado, si domanda la De Mari? Rispondo: perché un criminale macellaio aveva compiuto un genocidio a Srebrenica sotto lo sguardo complice dei soldati dell’Onu, mentre a Sarajevo sotto assedio gli abitanti (di ogni religione) venivano uccisi dai cecchini serbi dalle colline circostanti. Perché dovemmo correre ad aiutare con viveri e medicine i pochi italiani rimasti a Zara, bombardata dai serbi, e perché fu perfino il Vaticano a invocare un intervento umanitario anche armato.Fatto sta che oggi la Serbia è un Paese libero e democratico che addirittura in questi mesi sta più dalla parte dei russi che di quella degli ucraini. E perché abbiamo bombardato Baghdad? Forse perché Saddam aveva gasato migliaia di curdi, invaso il Kuwait, fatto la guerra con l’Iran, assassinato dissidenti e persino membri della sua famiglia.Poi certo sul Vietnam, la Libia, eccetera ci sarebbe molto da discutere e anche sull’Afghanistan, dove personalmente mi vergogno profondamente non per l’intervento armato anche italiano, ma per la ignominiosa fuga che ha fatto ripiombare le donne di quel Paese in un incubo da cui speravano di essere definitivamente uscite.Ma sulla brutale aggressione russa del febbraio scorso all’Ucraina c’è poco da discutere. Quel Paese, a cui la Russia aveva garantito indipendenza e integrità territoriale e che per questo aveva consegnato ottocento testate nucleari è stato invaso nel 2014 nel Donbass da truppe russe che nel frattempo occupavano anche la Crimea, dando inizio a una sanguinosa guerra civile che sino al 2022 era costata la morte di 4.000 combattenti per parte più altrettanti civili.L’ aggressione ha trovato all’Onu quattro voti favorevoli, Corea del Nord, Bielorussia, Siria e Nicaragua, il peggio del peggio, e in quest’anno abbiamo visto immagini di ceceni islamici inneggiare ad Allah, mercenari della Wagner con le svastiche naziste e crimini di guerra ripetuti di cui è vittima indiscriminatamente la popolazione civile, privata di cibo, riscaldamento ed energia elettrica.È evidente che davanti alle minacce di Putin di far ricorso alle armi atomiche, i Paesi democratici non vogliono e non possono intervenire, ma dare armi ad un popolo aggredito per difendersi dall’aggressore è in coerenza con i principi del diritto internazionale e della nostra Costituzione laica e repubblicana.Non c’è Paese della Alleanza atlantica che non voglia la pace, ci hanno provato sino a ora invano francesi, tedeschi, turchi e anche la nostra diplomazia, sbattendo contro un muro sollevato dai russi. Se Esopo rinascesse riscriverebbe la famosa favola del lupo a monte che accusava l’ agnello a valle di intorbidirgli le acque del ruscello aggiungendo il particolare che l’agnello «belava».Per millenni nessuno ha dato ragione al lupo, mentre oggi purtroppo troppi pensano e scrivono che saremmo comunque tutti più tranquilli se il lupo potesse in fretta mangiarsi l’agnello.