2024-03-18
«Pochi giovani: l’artigianato è in pericolo»
Gianni Chiarini il ceo dello storico brand di borse nato a Firenze: «Senza ricambio generazionale perdiamo capacità ideativa e produttiva Noi puntiamo a fatturare 40 milioni, consolidando il mercato domestico ed espandendoci in Asia e Usa. L’italianità paga sempre».Gianni Chiarini ha ereditato dal padre Carlo la passione per la concia delle pelli e per la loro trasformazione in borse e accessori. Che, a dirla così, sembrerebbe una strada già segnata. Invece per l’imprenditore fiorentino la trasformazione da fornitore di pellami a creatore di borse disegnate a mano e firmate da lui stesso è stato un detto-fatto che ha richiesto tempo. «È una storia di famiglia che parte da Firenze negli anni 2000, in quello che è il cuore mondiale della pelletteria di eccellenza», racconta Ezio Raccichini, ceo di GC group spa, «un’impresa familiare nata dalla visione del suo fondatore, Gianni Chiarini, oggi presidente e direttore creativo del brand». Con alcuni cambi di passo. «Nel 2017 è avvenuta la cessione del pacchetto di controllo al fondo di private equity 21 Invest, con l’obiettivo di rafforzare la struttura manageriale aziendale e avviare un percorso di internazionalizzazione del brand». Tante le borse Gianni Chiarini rimaste nel cuore: dalla mitica Marcella all’ultimissima Dua, che vede l’attrice Ambra Angiolini volto di questo progetto, a testimoniare ancora una volta il legame tra il brand e il mondo artistico. Ogni borsa firmata Gianni Chiarini Firenze è il frutto di un lavoro di qualità, evocativo dell’esperienza artigianale, della tradizione e conservazione dei valori del made in Italy: attenzione al design, produzione di eccellenza e sensibilità italiana.VI siete posti obiettivi ambiziosi per quanto riguarda il fatturato. «Archiviamo il 2023 con un fatturato nell’ordine dei 31 milioni, in crescita del 20% rispetto al 2022, e l’obiettivo è di mantenere uno sviluppo double digit anche per l’esercizio in corso. Una crescita organica che tocca significativamente tutti i canali di vendita, a partire dal wholesale (all’ingrosso, ndr), che oggi rappresenta circa l’80% del fatturato aziendale, passando per il retail con i flagship di Milano, Firenze e Tokyo, per chiudere con l’online, che ha performance più che triplicate rispetto al periodo prepandemia».E per il futuro, dove volete arrivare? «Nel breve vogliamo raggiungere un fatturato di 40 milioni, incrementando la quota export dall’attuale 45% al 60%, attraverso il consolidamento e lo sviluppo delle partnership strategiche, nonché tramite l’apertura di nuovi mercati. Miriamo al potenziamento delle collaborazioni con e-tailers (rivenditori online, ndr) e department store (grandi magazzini, ndr) che rappresentano a oggi il principale driver di crescita, anche mediante lo sviluppo di shop-in-shop e pop-up, come ad esempio quello inaugurato di recente a Parigi presso Le Bon Marché o quelli di prossima apertura a Tokyo, Vienna, e Marbella. Oltre al consolidamento del mercato domestico, puntiamo al rafforzamento della presenza nei principali mercati esteri già presidiati, Giappone ed area Dach (Germania, Austria e Svizzera, ndr) su tutti, guardando a nuove opportunità negli Stati Uniti ed in Asia». Quali sono i valori della Gianni Chiarini? «Il progetto ha radici molto profonde in quello che è il tessuto italiano in termini di cura dei dettagli e sensibilità nell’interpretazione del gusto e delle tendenze. Incarniamo i valori tipici dell’artigianato fiorentino, in una chiave contemporanea e moderna in cui l’attenzione alle forme, ai materiali e al design rappresentano i principali caratteri distintivi e di riconoscibilità».C’è ricambio generazionale nel lavoro artigianale? «Mi piacerebbe poter dire di sì, perché credo fortemente che l’artigianalità e l’innovazione siano elementi fondativi della nostra cultura e identità. Tuttavia, oggi, stiamo perdendo capacità ideativa e produttiva perché c’è scarso ricambio generazionale. Se pensiamo alle persone che frequentiamo sia in ambito professionale sia in ambito personale, troviamo raramente qualcuno che svolga o che sogni di intraprendere la professione di artigiano e questo purtroppo è un dato di fatto. Si tratta di un tema che va affrontato a livello di sistema Paese per non disperdere talenti e per tutelare quello che definiamo con orgoglio il “saper fare italiano”. Diversamente, rischiamo che l’artigianalità sia senza futuro».Quali sono i problemi maggiori in un quadro economico generale non roseo e come loi affrontate? «Onestamente non ricordo di aver mai affrontato sfide semplici nella mia carriera. La contrazione dei consumi è una criticità che va affrontata con attenzione e consapevolezza. È fondamentale mantenere la propria identità, non snaturare i propri valori e far leva su di essi per essere preferiti in un mercato altamente competitivo. Crediamo fermamente nel nostro progetto, nei nostri punti di forza e nei valori fondanti del brand che ci consentono oggi, in uno scenario non brillante, di archiviare una campagna vendite autunno-inverno 2024/25 in crescita del 15% rispetto alla contro-stagione».Quanti dipendenti avete? «Il nostro organico conta oggi 60 dipendenti nelle due sedi di Firenze e Milano oltre che nella rete vendita diretta». Quanti negozi e quanti clienti avete nel mondo? «Serviamo circa mille retailer ed e-tailer nel mondo, ai quali si affiancano le nostre presenze dirette rappresentate da tre flagship store (quello storico di Firenze, a Milano via della Spiga e a Tokyo in area Ginza) oltre a 18 shop-in-shop dislocati tra Giappone, Taiwan, Spagna ed Italia. A questi si aggiunge il nostro e-commerce diretto che evidenzia dei tassi di crescita estremamente interessanti».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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