2021-01-18
La procura di Milano: «Il giro di riciclaggio degli azeri superiore ai 3,5 miliardi di euro»
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Nelle carte che hanno portato alla condanna l'ex parlamentare dell'Udc Luca Volontè, i magistrati hanno ricostruito il giro delle società grazie alle quali personaggi provenienti dall'Azerbaijan in 6 anni avrebbero riciclato soldi per avviare pagamenti anche per il politico tedesco Eduard Lintner e un ex produttore della Cnn, Ekart Sager Dietro la recente condanna in primo grado a Luca Volonté, ex deputato e membro dell'assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, la procura di Milano ha scoperto un giro d'affari da 3,5 miliardi di euro che toccherebbe l'intero territorio europeo. I finanzieri e i consulenti della Banca d'Italia hanno infatti ricostruito, nel corso del processo, le vicende delle società straniere da cui sono stati erogati i bonifici a favore delle fondazioni dell'ex parlamentare Udc. Come noto Volontè è accusato di aver abusato della sua funzione, ricevendo mezzo milione di euro da due esponenti politici azeri, ai quali è stata inflitta la stessa pena. Obiettivo sarebbe stato quello di orientare il voto e ottenere la bocciatura del rapporto Straesser sui prigionieri politici nella repubblica caucasica, il tutto a beneficio del governo azero in quei mesi impegnato nelle trattative sulla Tap. La presunta tangente, contestata dai pm, sarebbe stata di circa 2,4 milioni di euro, ma i giudici hanno assolto i tre in relazione a bonifici pari a una somma di oltre 1,8 milioni di euro, ritenuti transazioni regolari. Ma il caso Volontè è solo uno dei tanti in Europa La ricostruzione è avvenuta attraverso la disamina del materiale pervenuto tramite rogatorie da diversi paesi a cui si è rivolta «la procura di Milano per completare il quadro probatorio». Lo si legge nell'atto di conclusione del processo. Il lavoro degli inquirenti ha portato all'individuazione di cinque società intermediarie di questi flussi ovvero la Hilux services, la Polux management, la Lcm alliance, la Metastar invest, britanniche con sede a Glasgow e una neozelandese chiamata JetField Networks. Tutte avevano conto presso banche lettoni ed estoni. Sono società con caratteristiche piuttosto particolari, sono delle Limited partnership, considerate dal Fondo Monetario Internazionale «particolarmente critiche sotto l'aspetto del money laundering, cioè del riciclaggio di denaro. «Se svolgono attività al di fuori del Regno Unito, non sono soggette a tassazione e non devono presentare bilanci a quella che può essere considerata l'Agenzia inglese per le entrate», si legge nel testo firmato dai pubblici ministeri Elio Ramondini e Adriano Scudieri . Non solo. Garantiscono un forte anonimato ai soci. Spesso hanno come sede la stessa casella postale, quindi non hanno una vera e propria sede legale. Tra quelle esaminate ci sono la Hilux e Polux, entrambe con un indirizzo di mail box di un appartamento di Glasgow insieme quasi al 70% delle società di questo genere: i soci hanno anche altre società in Paesi off-shore. Un'altra caratteristica è che hanno un ciclo di vita piuttosto breve, vengono aperte e chiuse dopo alcuni anni. Stando ai consulenti, «i conti della Hilux services e Polux management sono stati accesi il primo maggio 2013 presso la filiale di Tallinn Estonia della Danske bank dal cittadino azero Amadov Marran che dal sito di giornalismo investigativo Occrp risulterebbe un'autista residente in una modesta casa nei sobborghi di Baku». O per esempio c'è anche la JetField che «è una società neozelandese. Il conto è stato aperto presso la Baltikums Bank di Riga dal cittadino azero Wilsinov Javid, ma l'indirizzo di corrispondenza è nelle Isole Marshall, sempre in black list». Quello che ha colpito gli inquirenti è stata che l'operatività di queste società in realtà sarebbe ancora più ampia di quella riportata dalle rogatorie: in procura sono convinti che si riescano a superare i 3 miliardi e mezzo di euro. Per di più viene citata anche Ablv bank, un tempo ritenuta un tranquillo istituto di credito nel centro di Riga in Lettonia. E' stata messa in liquidazione nel 2018 dalla Banca centrale europea su spinta del ministero del Tesoro degli Stati Uniti che l'ha definita «institution primary money laundering». Problemi analoghi hanno avuto le filiali estoni e lettoni della Danske bank. A seguito di un audit interno, la stessa Danske bank ha ammesso gravi carenze nei controlli e nella governance che non hanno permesso di impedire il riciclaggio. Secondo la procura di Milano anche altri politici avrebbero beneficiato dei soldi azeri. Tra questi, secondo la procura, il politico tedesco Eduard Lintner che ha ricevuto 860.000 euro da Hilux, Polux e JetField: risulta essere il vicepresidente del Comitato per i diritti umani e membro del Comitato di Sorveglianza dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. C'è il politico e manager bulgaro Kalin Mitrev che ha ricevuto 690.000 euro tra agosto 2012 e febbraio 2014 su un conto presso il Credit Suisse di Zurigo e su un conto presso Allianz Bank Bulgaria Sofia. E' stato membro del board dei direttori della Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo che come sappiamo ha la mission anche di favorire lo sviluppo dei Paesi in particolare dell'est Europa e annovera anche l'Azerbaijan tra i Paesi destinatari dei finanziamenti. Ci sarebbe anche un produttore televisivo statunitense con un passato nella Cnn, Ekart Sager che ha ricevuto dalla Hilux 1,9 milioni di euro. Riguardo all'Italia, i beneficiari sembrerebbero società operative in attività industriali.
Il ministro della Giustizia carlo Nordio (Imagoeconomica)