2023-07-11
Oggi davanti ai pm la ragazza che accusa il figlio di La Russa. Identificato l’amico dj
Inchiesta alla prima svolta, sarà sentita la presunta vittima. Nei messaggini con l’amica anche i riferimenti alla cocaina.Entra nel vivo l’inchiesta della Procura di Milano sui presunti abusi sessuali denunciati da una ventiduenne dopo una serata in discoteca e una notte passata sotto il tetto dei La Russa a Milano. Dopo la querela in 23 punti depositata 40 giorni dopo la festa del 18 maggio organizzata da Leonardo Apache, il più piccolo dei La Russa, la presunta vittima verrà ascoltata oggi dai magistrati. In Procura si pensa anche di fissare un incidente probatorio, durante il quale, con le parti in contraddittorio, la ragazza potrà fornire la sua versione dei fatti. Nel frattempo è stato identificato l’amico dj di Leonardo (non indagato) che, nel racconto della ragazza, stando a quanto le avrebbe detto l’indomani proprio il rampollo dei La Russa, avrebbe avuto a sua volta un rapporto sessuale con lei. Ma agli atti potrebbero finire anche le chat di quella notte, non allegate alla querela. Come per magia ieri si sono materializzate, coincidenza, sul Corriere della Sera, giornale che sin dal giorno in cui si è saputo di questa storia, sembra tirare la volata alle tesi della presunta parte offesa. La ventiduenne è ancora nel letto quando scrive all’amica con la quale ha passato la serata in discoteca. Le due si chiamano vicendevolmente «Amo». Al risveglio, nel letto da una piazza e mezza di Leonardo Apache, con ancora il ragazzo nudo accanto a lei, la ragazza scrive: «Amo, mi sono risvegliata da La Russa... [...] ma che problemi ho... o mi hanno drogata. Non mi ricordo bene, non va bene, faccio troppi casini. Non sono normale, raccontami di ieri». La chat, stando alla ricostruzione del Corriere, conterrebbe una lunga serie di messaggi che le due si sarebbero scambiate durante tutta la giornata, fino all’ingresso della presunta vittima, nel pomeriggio, nel centro antiviolenze della clinica Mangiagalli. L’amica si informa: «Tu sei da lui ora? [...] Avete fatto sesso?». Poi le consiglia di scappare: «Scappa, scherzi, va’ via subito». Ma lei è ancora a letto quando l’amica le confida le sue deduzioni: «Penso che lui ti abbia drogata». E aggiunge anche di averla persa di vista: «Sei corsa via e non ti ho più trovata». Lei risponde: «Dio santo, davvero? Cosa è successo? Non ricordo nulla». L’amica prova a rinfrescarle la memoria, dicendole che stava «benissimo», e fornendole questa valutazione: «Fino a quando lui ti ha offerto il drink, tu eri stata normale. Avevamo fatto delle strisce (probabilmente di cocaina, ndr )», ma «non è quello che ti ha fatto diventare strana», perché «è dopo il drink che sei diventata strana. Lo continuavi a baciare», e «io ti ho chiesto se lui ti piacesse o meno, e tu mi fai “Sì lo amo” [...] ». E sempre a proposito della coca: «Poi hai urlato “facciamo una botta”, io ti ho spiegato che l’abbiamo finita assieme». Lei a quel punto deve essersi convinta di aver preso qualcosa che l’ha mandata ko: «Amo, mi ha drogata, per forza». Dopo aver incontrato Ignazio, che avrebbe fatto capolino nella camera da letto e, stando al racconto della ragazza, aver sentito la voce della mamma di Leonardo, proprio a lui avrebbe chiesto di recuperarle i vestiti. Nel frattempo ha scritto all’amica: «Ho paura, me ne sto andando». L’altra ragazza risponde: «Amore tu ora torna esattamente a casa tua». La chat continua. Con la ventiduenne che chiede: «Perché mi succedono ste cose?». La risposta è: «Pensi ti abbia stuprata?». Alla quale aggiunge un «c...o ti ha sicuramente drogata. Comunque, che m...a, sempre odiato». La conversazione torna al punto di partenza: «Non mi ricordo nulla amore, ma niente proprio». E chiede riservatezza: «Lascia stare. Che non esca la cosa». Poi aggiunge: «Spero non mi abbia vista nessuno». E dopo essersi confrontata sugli effetti che di solito le avrebbe fatto la «c» (con la sola iniziale, secondo il Corriere, sarebbe stata indicata la coca nel messaggio), l’amica le ha fornito un ultimo consiglio: «È giusto che denunci la cosa, però stai veramente attenta, suo padre è il presidente del Senato». Il legale della ragazza, l’avvocato Stefano Benvenuto, ha spiegato a Repubblica che la sua assistita «aveva paura a esporsi, ma anche vergogna a raccontare fatti personali. L’ho rassicurata dicendole che l’Italia si basa sulla parità tra uomo e donna, uno dei principi cardine della Costituzione. Se una ragazza ha subito è giusto che debba sapere la verità». Dall’altro lato, il difensore di La Russa jr, Adriano Bazzoni, «oltre a sostenere l’estraneità» del suo assistito «da ogni ipotesi delittuosa», si augura che «la vicenda cessi di costituire un processo mediatico». Che, come per il caso di Ciro Grillo, sta tentando di orientare l’opinione pubblica su chi sarebbero i colpevoli. Prima del processo.