2021-06-22
Più formazione e stop ai navigator. Orlando smonta il reddito grillino
Il dossier sulla misura feticcio pentastellata in mano ai dem. Previste modifiche radicali.Il futuro del reddito di cittadinanza è tutto nelle mani della sinistra. D'altronde, la figura dei navigator è giunta ormai a scadenza e il sussidio che fu tanto caro al Movimento 5 stelle inizia a costare troppo, visti i modesti risultati che ha portato. C'è, insomma, bisogno di cambiare le regole della norma. L'uomo dei numeri del governo Draghi, il ministro dell'economia Daniele Franco, sta iniziando a non essere troppo convinto dei costi del reddito di cittadinanza, aumentati in un anno del 35%: rispetto ai 480 milioni del febbraio 2020, ad aprile scorso il sussidio è arrivato a 650 milioni, portando il totale a 2,5 miliardi. Di questo passo, secondo le stime dei tecnici, si potrebbe arrivare a circa dieci miliardi annui: troppo, in cambio dei modesti risultati sul fronte delle politiche attive. Il primo passo, dunque, della rivoluzione che attende il Reddito di cittadinanza è quello di eliminare i navigator (ce ne sono ancora circa 2.500 in tutta Italia) per portare nuovi addetti all'interno di un piano di potenziamento dei Centri per l'impiego, tutto sotto il coordinamento dell'Anpal, l'Agenzia per le politiche attive del lavoro. L'obiettivo di Draghi è quello di assumere 12.000 professionisti coordinati dall'istituto guidato da Raffaele Tangorra, l'uomo voluto dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, in quota Pd appunto, che da inizio giugno ha preso il posto di Domenico Parisi all'Anpal. L'idea di Orlando è quella di introdurre una nuova condizione di accesso al reddito di cittadinanza: si tratterebbe dell'obbligo di seguire corsi di aggiornamento o formazione nel periodo di riscossione del sussidio. La speranza è quindi quella di aumentare le possibilità di impiego attraverso la formazione e tentare di risolvere il problema dei Neet in Italia, (Not in education, employment or training), ovvero i giovani che non lavorano e non sono impegnati in alcun percorso di studio.Come spiega l'Inps, infatti, quasi un terzo della platea dei destinatari del reddito di cittadinanza non ha un titolo di studio superiore alla terza media e, anche per questo motivo, non riesce a ricollocarsiMa il ministro Orlando non è l'unico uomo della sinistra che avrà le redini del reddito di cittadinanza.Di recente, il ministero del Lavoro ha nominato Cristina Tajani (su designazione fiduciaria da parte di Orlando), «esperto del ministro del Lavoro e delle politiche sociali nelle materie del diritto del lavoro e delle politiche attive». L'incarico, a titolo gratuito, è iniziato il 21 aprile e finirà con la scadenza del mandato governativo di Orlando. Tajani ha lavorato a Milano all'interno della giunta Pisapia e, successivamente, di quella Sala. Al momento a Palazzo Marino è dal 2016 assessore alle Politiche del lavoro, attività produttive, commercio e risorse umane del comune di Milano. Nel 2011, è stata invece assessore al Lavoro, sviluppo economico, università e ricerca, con delega alla moda e design e innovazione. Insieme a Tajani, Orlando ha nominato come esperto anche Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro tra il 2006 e il 2008.Sarà quindi tutta una task force di sinistra quella che deciderà le sorti del reddito di cittadinanza: a partire dai costi per arrivare alle regole per accedervi. Ancora una volta, insomma, con i navigator che vanno scomparendo, i riflettori si accendono sulle politiche attive legate al mondo del lavoro, un pallino del premier Draghi che, almeno fino ad ora, non sono mai state davvero messe in atto dalla cosa pubblica.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)