2024-11-26
Pinturicchio ha deciso di dribblare Gravina
Alessandro Del Piero (Ansa)
Alessandro Del Piero sarebbe in procinto di candidarsi come guida alternativa per la Figc. Giovanni Malagò: «Penso sia probabile, sarebbe una notizia importante». L’annuncio ufficiale previsto nei prossimi giorni: sull’ex 10 bianconero c’è l’ok anche dall’estero. C’è una data cerchiata di rosso sul calendario di Alessandro Del Piero, lo storico numero 10 della Juventus e asso della nazionale campione del mondo 2006. È quella di domani, mercoledì 27 novembre, quando comparirà di fronte alle telecamere di Sky per il consueto commento delle partite di Champions League. A quanto trapela, ma non c’è nulla di ufficiale, in quell’occasione Pinturicchio (come lo soprannominò l’avvocato Gianni Agnelli ai tempi della Juve di Marcello Lippi) potrebbe annunciare la sua candidatura alla presidenza della Federcalcio. La notizia circola ormai da qualche giorno. E il diretto interessato non ha ancora smentito. Anche perché si sarebbe fatto convincere dell’importanza e della strategicità di un suo futuro ruolo alla guida della Figc. Del Piero, infatti, potrebbe essere il pacificatore, l’uomo che potrebbe finalmente archiviare una stagione di veleni che dura da ormai troppo tempo, ovvero da quando Gabriele Gravina si è insediato in via Gregorio Allegri a Roma nel 2018. La candidatura del fantasista bianconero potrebbe avere un sottotitolo, cioè quello di restituire il calcio alle persone. Negli ultimi anni il palazzo della Figc è diventato sempre più impenetrabile, dilaniato da veleni, inchieste, vendite di libri antichi e polemiche che poco hanno a che fare con il mondo della «pedata» (copyright Gianni Brera). Il nome di Del Piero sta riscuotendo successo. Piace molto tra le squadre di serie A e di B. Trova consensi tra calciatori e allenatori. Dato il suo standing internazionale (è uno dei pochi calciatori a aver giocato in tutti i continenti) potrebbe trovare sponsor anche all’estero, tra Fifa e Uefa. Anche se il suo cammino non sarà di certo semplice. Al momento l’assemblea, cioè quella di due settimane fa, continua a essere un avamposto di Gravina, anche perché tra Calciatori (20%), allenatori (10%),dilettanti (34%), Lega Pro 12% e le squadre di Serie A e Serie B che comunque valgono insieme il 24%, l’attuale presidente continua a riscuotere consensi. Del resto, i rappresentanti delle varie anime sono sua diretta espressione, a cominciare da Giancarlo Abete, presidente della Lega Nazionale dilettanti che continua ad avere un peso non indifferente dentro la Figc. La riforma prevista dall’emendamento Mulè, alla fine, non è passata. Le leghe professionistiche sono salite al 36% di rappresentanza, hanno superato il 34% dei dilettanti, ma non sono arrivate al 51% auspicato dal parlamentare di Forza Italia. Insomma, c’è un cauto ottimismo su Del Piero. Ieri anche Giovanni Malagò, numero uno del Coni, ha abbozzato un commento positivo senza (chiaramente) sbilanciarsi. «Ho letto questa notizia e mi ha sorpreso. Non ho la più pallida idea se ci sia un elemento di veridicità, anche se penso sia probabile. Sarebbe una notizia importante, ma serve anche un elemento di certezza. Figuriamoci se mi metto a commentare, non aggiungo altro». Ha rincarato i complimenti anche lo zio Beppe Bergomi. «Alex lo conosco bene perché lavoriamo insieme a Sky. So qual è il suo pensiero, so come vede il calcio, è un ragazzo preparato, ha voglia di far bene. Se fosse così sarebbe ottimo, perché sono personaggi di spessore e di cultura. Sarebbe perfetto. La accoglierei bene, a 50 anni è pronto». La candidatura di Del Piero, però, come detto dovrà essere sostenuta da tutti perché vada in porto. L’attuale presidente non ha ancora sciolto le riserve sua una sua possibile ricandidatura: «Mi ricandido? So di avere numeri importanti, la certezza del risultato c’è, il problema è un altro: capire se ci sono i presupposti per guidare la federazione con una serenità diversa e una prospettiva per il calcio italiano» va ripetendo Gravina a chi gli domanda delle sue prossime mosse. Può decidere fino al 25 dicembre, anche perché il rinnovo delle cariche federali è previsto per il prossimo 3 febbraio a Roma presso l’Hotel Cavalieri A Waldorf Astoria. Di sicuro sulla strada dell’attuale presidente potrebbe pesare l’inchiesta della Procura di Roma, che lo vede indagato per autoriciclaggio e appropriazione indebita per fatti che risalgono ai tempi della Lega Pro. Nei giorni scorsi il Tribunale del riesame di Roma, ha rigettato la richiesta di sequestro dei 140.000 euro, ma ha riconosciuto la validità dell’impianto accusatorio. Gravina avrebbe orchestrato operazioni di trasferimento di denaro, anche a suo vantaggio, usando la propria collezione di libri e anche la LegaPro di cui era presidente. Ora bisognerà aspettare le prossime mosse della Procura e del giudice per le indagini preliminari. Di sicuro è la politica che non pare volersi fermare. Ci sarebbero già due interrogazioni parlamentari al ministro Andrea Abodi, pronte per essere depositate sulla figura dell’attuale presidente della Federcalcio, dove si chiederebbe conto delle presunte violazioni dei principi di lealtà, probità e correttezza previsti dal Codice di giustizia sportiva. Sono infatti questioni che dovrebbero interessare gli organi di vigilanza del Coni e della stessa Federcalcio. L’articolo 2 del Codice di comportamento sportivo del Coni stabilisce «che i tesserati, gli affiliati e gli altri soggetti dell’ordinamento sportivo devono comportarsi secondo i principi di lealtà e correttezza in ogni funzione, prestazione o rapporto comunque riferibile all’attività sportiva». In questa chiave appare abbastanza strano il comportamento degli organi di giustizia federale, come il Procuratore generale dello Sport o il garante del Codice di comportamento sportivo, che fino adesso hanno preferito prendere posizione. Di sicuro Del Piero questi problemi non ne ha.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)
Francesca Albanese (Ansa)