2021-10-03
L’annuncio della pillola anti Covid affossa in Borsa i big dei vaccini
Msd ha guadagnato oltre l'8% a Wall Street, Moderna e Novavax sono precipitate. Più modeste le perdite di Pfizer. Gli esperti: «La gente sarà meno disposta a farsi inoculare». Così le ditte già si buttano sulle terapie.Arriverà «il più presto possibile» la richiesta di autorizzazione di emergenza negli Usa per il primo antivirale contro il Covid, che può essere assunto facilmente in pillola. Ma intanto, forte dei risultati di uno studio che promette di dimezzare il pericolo di ricoveri e decessi in persone ad alto rischio, è già iniziata la produzione da parte di Merck. E così venerdì il titolo della multinazionale basata negli Usa (e conosciuta come Msd in Italia) è subito schizzato in Borsa a New York, dove ha guadagnato l'8,37%. Si tratta del rialzo maggiore segnato dalle azioni del gruppo negli ultimi cinque anni. Il rally di Merck è stato accompagnato dal calo dell'11,37% di Moderna e dal -12,21% di Novavax. Ha arginato le perdite - fermandosi a un -0,26% - il titolo della Pfizer. Per i principali produttori mondiali di vaccini contro il Covid-19, la notizia che la pillola sperimentale di Merck dimezza il rischio di ospedalizzazione e morte è stato il colpo di grazia in una settimana già complicata. Titoli come quelli di Moderna e Biontech hanno lasciato sul terreno, in termini di valore combinato, circa 84 miliardi di dollari scivolando al livello più basso da luglio. Ad andare giù sono state anche le azioni di Curevac, Arcturus Therapeutics e Inovio Pharmaceuticals. E pure le aziende con trattamenti anticorpali come Adagio Therapeutics, Vir Biotechnology, AbCellera Biologics e Regeneron Pharmaceuticals. Il calo del 5% dell'indice S&P 500 Health Care di questa settimana è il peggiore da ottobre 2020.L'annuncio della richiesta di autorizzazione per il molnupiravir solleva forti preoccupazioni soprattutto per i ricavi a lungo termine delle aziende che forniscono i vaccini. Gli analisti di Wall Street avevano previsto che i vaccini Covid-19 di Moderna genereranno oltre 20 miliardi di dollari di vendite quest'anno, prima di scendere a 6,1 miliardi di dollari entro il 2025. Ma ora la musica potrebbe cambiare, o comunque dover cercare note diverse. «C'è un nuovo giocatore che entra nel mercato con un trattamento molto meno difficile da somministrare, i numeri delle entrate dei vaccini nei prossimi anni dovrebbero diminuire», ha commentato all'agenzia Bloomberg Jared Holz di Oppenheimer. Certo, nonostante il sell off della settimana appena passata, quelle delle azioni dei produttori di vaccini rimangono tra le migliori performance nel settore biotech dall'inizio della pandemia. Ma la dichiarazione di Michael Yee, broker di Jefferies, è eloquente: «Gli investitori», ha detto Yee, credono che «le persone avranno meno paura del Covid e saranno meno inclini a farsi vaccinare se esiste una semplice pillola in grado di curare il virus». Eppure, sempre venerdì Albert Bourla, il presidente e Ceo del colosso americano che con la tedesca Biontech ha sviluppato il vaccino anti Covid, si è congratulato su Twitter con la casa farmaceutica concorrente. Lo stesso Bourla, del resto, aveva cinguettato un mese fa che «il successo contro il Covid probabilmente richiederà sia vaccini che trattamenti» e annunciato l'avvio di uno studio clinico di fase 2/3 su un antivirale orale, specificamente progettato per combattere il virus in adulti non ospedalizzati e a basso rischio. Scorrendo l'elenco dei farmaci su cui si stanno conducendo gli studi più avanzati, ovvero in fase 2 e 3, spuntano altre Big pharma: Astrazeneca sta studiando il suo Azd7442, un inibitore con somministrazione intravena che utilizza gli analoghi monoclonali di due anticorpi naturali presenti nel siero dei pazienti convalescenti. Dall'Inghilterra arriva anche l'inibitore Sng001, sviluppato da Synairgen e basato sul meccanismo di azione dell'interferone Beta. La differenza è che questa terapia viene somministrata con aerosol e comunque solo a pazienti con sintomi leggeri o moderati. Al gruppo si aggiunge, infine, l'At527, antivirale sviluppato dall'americana Atea Pharmaceuticals insieme alla svizzera Roche. Ha un'azione diretta sulla polimerasi nsp12, un gene presente in tutte le varianti del virus, può essere somministrato per via orale anche fuori dall'ospedale a pazienti che siano in una fase della malattia leggera o moderata. Tutte e quattro le case farmaceutiche stanno lavorando a terapie sviluppate ex novo. Ovvero non basate sull'estensione di farmaci esistenti o su cocktail di altri trattamenti.Nel frattempo, non si ferma il risiko del comparto pharma e biotech: la stessa Merck ha annunciato l'acquisizione di Acceleron per 11,5 miliardi di dollari, che le consentirà di diversificare con i farmaci per le malattie rare dopo il successo del duo Keytruda, usato nelle immunoterapie antitumorali. Il farmaco più promettente di Acceleron è infatti il sotatercept (lo studio clinico è in fase 3), che ha il potenziale per migliorare gli esiti clinici nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare, una malattia dei vasi sanguigni progressiva e pericolosa per la vita. Non solo. Lo scorso 29 settembre, ad esempio, Astrazeneca ha annunciato che assumerà il pieno controllo di Caelum Biosciences con un accordo del valore di 500 milioni di dollari, intensificando la sua attenzione sui farmaci per malattie rare dopo l'acquisto di Alexion Pharmaceuticals. Il farmaco candidato di Caelum mira a trattare l'amiloidosi Al, una malattia rara e pericolosa che danneggia il cuore e i reni e colpisce circa 20.000 persone in sei Paesi occidentali. Il farmaco di Caelum è un tipo di anticorpo monoclonale che si lega ai depositi di amiloide per ridurli o rimuoverli e migliorare la funzione degli organi.