2021-11-14
Il Piemonte fa scuola: dà ai disabili i soldi destinati alla propaganda Lgbt
Il governatore del Piemonte Alberto Cirio (Ansa)
La Regione aveva stanziato 100.000 euro per corsi di indottrinamento al personale della Pa. La giunta Cirio li ha dirottati a un servizio per non udenti. L'assessore Maurizio Marrone: «Ora combattiamo le discriminazioni reali».Nonostante il naufragio del ddl Zan, fermato in Senato dalla «tagliola», la potente galassia Lgbt non è restata a bocca asciutta. Tutt'altro. Sia il decreto Infrastrutture - emendato dal Pd introducendo il divieto di messaggi «discriminatori» contro «l'identità di genere» su strade e veicoli -sia i 4 milioni di euro che l'Unar ha suddiviso tra varie sigle arcobaleno «per la costituzione di centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere», sono infatti un bel bottino. Si pone allora un tema, per le amministrazioni regionali di centrodestra e in generale per i politici che hanno a cuore i valori della famiglia e della libertà educativa: che fare? Come bloccare il carrozzone Lgbt che, come il banco, pare vincere sempre?Un buono spunto, nel gennaio 2019, era venuto dal Trentino, dove gli assessori provinciali alla Salute e all'Istruzione, Stefania Segnana e Mirko Bisesti, decretarono la sospensione di corsi gender nelle scuole. Positivo pure l'esempio della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, presieduta dal leghista Massimiliano Fedriga, che ancora nel 2018, incurante delle polemiche, aveva proceduto a recedere da Re.a.dy., la potente Rete nazionale delle Pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. I 4 milioni che martedì sono stati ufficialmente assegnati a 37 organizzazioni Lgbt e Comuni per impegnarsi nell'agenda arcobaleno dimostrano però che le amministrazioni di centrodestra debbono inventarsi altro, se intendono stoppare la gioiosa macchina propagandistica arcobaleno. Cosa? Per esempio quello che, nelle scorse ore, ha deliberato il Piemonte governato da Alberto Cirio. Sì, perché la giunta piemontese, su iniziativa dell'assessore alla Semplificazione Maurizio Marrone, esponente di Fratelli d'Italia, ha adottato una decisione forte e senza precedenti: quella di dirottare in blocco i 100.000 euro che la giunta Chiamparino aveva destinato ai corsi di formazione rivolti al personale della pubblica amministrazione - corsi in capo al servizio Lgbt del Comune di Torino - ad altro, più precisamente allo sviluppo e potenziamento del servizio Comunic@Ens, ovvero il servizio di video-interpretariato digitale nella lingua dei segni erogato dall'Ente nazionale sordi.In questo modo, danari funzionali a foraggiare iniziative arcobaleno sono stati interamente devoluti a sostengo del mondo della disabilità. Ancora non è dato sapere come la prenderanno le associazioni Lgbt, ma c'è da scommettere che questa decisione - che le mette a dieta sottraendo loro un bel po' di quattrini - non farà certo piacere. Sia come sia, la giunta piemontese è sicura di aver fatto la cosa giusta. «La volontà», spiega Marrone alla Verità, «è quella di portare il contrasto alla discriminazione da un piano prettamente ideologico e propagandistico verso quello al contrasto di discriminazioni reali, in particolare su un tema, quello della disabilità, che nella visione ideologica e politicamente corretta invece sta venendo sempre più oscurato».La scelta di devolvere i fondi dapprima destinati a corsi di stampo Lgbt al mondo della disabilità, in particolare al servizio di interpretariato alle persone sorde nel linguaggio dei segni - peraltro recentemente riconosciuto a livello parlamentare -, va da sé, non è in alcun modo casuale. «Riteniamo che in un momento in cui gli sportelli e l'accesso ai vari servizi pubblici sono stati ulteriormente ridotti con il Covid», sottolinea l'assessore alla Semplificazione, «il nostro impegno vada nella direzione di evitare che un pezzo di popolazione, con questa disabilità, sia sostanzialmente escluso. Quindi si tratta di una misura di contrasto reale alle discriminazioni». «Qualora ci fossero reazioni polemiche, voglio vedere con quale coraggio ostacoleranno quella che è una misura a vantaggio di cittadini con disabilità», conclude Marrone.In effetti, sarà dura anche per i più motivati esponenti Lgbt spiegare che quei 100.000 euro - peraltro non rivolti in alcun modo alle vittime della discriminazione, anche sul piano dell'orientamento sessuale - non dovevano essere destinati a favorire l'inclusione delle persone non udenti; ma è indubbio che, con il solito spirito battagliero, ci proveranno, eccome. D'altra parte, anche il testo dell'abortito ddl Zan, che, come noto, prevedeva iniziative pure «in scuole di ogni ordine e grado», è lì a dimostrare quale sia il fine ultimo dell'associazionismo Lgbt: l'indottrinamento, inteso come imposizione di una unica visione sulle tematiche etiche e di genere. Ciò nonostante, Piemonte docet, un rimedio esiste. Basta decidersi a chiudere il rubinetto dei finanziamenti o, meglio ancora, dirottarli a chi ne ha reale bisogno, e stop: la giostra si ferma. Considerando che oggi la grande parte delle Regioni italiane sono governate dal centrodestra, le possibilità di inceppare i ben oliati ingranaggi arcobaleno, a questo punto, davvero non mancano. Gli esempi su come farlo, neppure.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)