2023-12-28
Maestre picchiavano i bimbi al nido ma dopo 6 anni il processo è fermo
«Fuori dal coro» mostra i video degli investigatori: si vedono insulti, schiaffi, ciotole lanciate ai piccoli. Le indagini sono finite nel 2020, però il procedimento non è iniziato. E una delle imputate insegna ancora.Quattro maestre di un asilo nido sono indagate da quasi sette anni per maltrattamenti e violenze nei confronti delle creature di cui dovevano occuparsi, ma il processo di primo grado non è ancora stato celebrato. Intanto, una di queste «educatrici» continua a lavorare in una scuola pubblica. Ieri sera, a Fuori dal coro, la trasmissione di Mario Giordano su Rete4, sono state riproposte le immagini registrate dai carabinieri nell’asilo Farnesiana di Piacenza. Era il 2017, e dopo la denuncia di chi si occupava delle pulizie dell’istituto comunale, l’Arma posizionò delle telecamere che ripresero una sequenza di orrori. Nel servizio di Marco Agostini, si vedono strattonamenti, percosse, si ascoltano le maestre che gridano «cretini» o «deficienti», «ti apro la testa in due». Tra di loro, si dicono «ma io questi li odio». Poi ci sono le testimonianze dei genitori, almeno 20 famiglie hanno denunciato i soprusi compiuti sui loro figlioletti. Adesso hanno 10 anni, ma alcuni di portano i segni delle brutalità subite. Si svegliano di notte, urlano, sono aggressivi, hanno problemi di autostima, le cicatrici di quei maltrattamenti sono destinate a rimanere a lungo, forse per sempre. Non si sa da quanto tempo il terrore fosse il metodo educativo scelto da Claudia, Giulia e le due Paola, all’epoca dei fatti di età fra i 30 e i 53 anni, però era risaputo che i bambini a loro affidati non stessero bene. «Mia figlia tornava a casa con lividi, ematomi. Chiedevo spiegazioni, mi rispondevano “sono bambini, cadono, si fanno male”», racconta un papà ai microfoni di Fuori dal coro. La verità, è che ogni giorno l’asilo riservava loro nuove violenze. Basta leggere i capi di imputazione, il resoconto di alcuni dei maltrattamenti colti dalle telecamere. La trentacinquenne Paola, «dopo essersi avvicinata ad un bambino, lo colpiva in viso e poi lo afferrava per un braccio portandolo a forza nel locale fasciatoio»; così pure «prendeva un bambino per un orecchio e lo sollevava da terra, trascinandolo», o «lasciava a digiuno» un piccoletto, solo perché «mentre pranzava, involontariamente faceva cadere a terra il cibo».L’altra Paola, di allora 53 anni, «scagliava una ciotola di plastica dura», contro la testa di una piccina, puniva i bimbi con schiaffi e a uno diceva «cosa urli papà, che il tuo papà non ti ha neanche riconosciuta», umiliandolo davanti a tutti. Anche le altre due maestre insultavano, picchiavano: nei video si sente il rumore degli schiaffi, seguiti da pianti disperati, si vedono bambini raggomitolati in posizione fetale per proteggersi dai colpi. Una creatura viene fatta sbattere contro una brandina e sembra nemmeno muoversi, dopo il colpo.Due maestre vennero arrestate dai carabinieri il 25 maggio del 2017 e finirono in carcere. Il giudice dispose il giorno dopo l’obbligo di firma e, un mese dopo, la remissione in libertà. Tutte e quattro non sono state ancora processate. Una lavora, «ho dovuto vederla ogni giorno nella scuola che oggi frequenta mio figlio», ha raccontato una mamma a Marco Agostini. «In realtà anche i bimbi che non hanno subito maltrattamenti “agiti” presentano danni psicologici importanti», evidenziò quel maggio la onlus La via dei colori. Ricordava che nel caso del nido Mazzanti a Conselice, in provincia di Ravenna, di cui tre maestre vennero condannate per violenze inflitte tra il 2006 e il 2010 a una quarantina di bambini tra gli 11 e i 36 mesi, il perito del tribunale il neuropsichiatra infantile Maria Zirilli, «rilevò come le conseguenze riportate dai bambini fossero “paragonabili a quelle sperimentate in situazioni di guerra”».Intanto, in quel di Piacenza l’iter giudiziario prosegue con una lentezza vergognosa. Il 26 maggio 2020 il pm notificò alle parti la chiusura delle indagini. Definiva il comportamento quotidiano tenuto dalle educatrici come «violento e non giustificato». Gli inquirenti dichiararono che «i maltrattamenti avvenivano in particolare durante il riposo pomeridiano, dopo che i bambini avevano pranzato». Un anno dopo, a novembre 2021 venne accolta la richiesta di costituzione di parte civile delle famiglie offese. Solo il 21 febbraio 2022 fu nominato il perito, incaricato di esaminare video e foto dei carabinieri, ma l’accertamento venne rinviato al 2 dicembre e successivamente al 7 aprile di quest’anno. Lo scorso 9 novembre, finalmente si sarebbe dovuta svolgere la prima udienza che però è stata rinviata «perché non c’è un’aula consona per proiettare i video e le immagini», spiegano costernati i genitori durante la trasmissione. Il 13 dicembre, c’è stato un altro slittamento e si dovrà aspettare il prossimo 17 gennaio per dare inizio al processo, mentre tre giudici sono già cambiati e ci sono famiglie che «attendono giustizia».«Intervengono in 2 giorni per liberare i clandestini e fanno passare sei anni per dei maltrattamenti su bambini», è uno dei tanti commenti affidati ai social. Quando le violenze all’asilo vennero rese note, su Facebook si scatenarono le reazioni e una delle quattro maestre querelò chi la insultava. Sarebbero 130 le persone denunciate, «gran parte delle quali condannate a risarcire il danno», segnala Ilpiacenza. La giustizia, quando deve infierire, sa essere rapidissima.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.