2025-03-04
Piano per rianimare il Nord Stream 2. Rubinetto in mano agli Usa, Ue contro
In Svizzera si stanno tenendo colloqui per far partire l’infrastruttura: dall’America arriverebbero i capitali per portare 55 miliardi di metri cubi di metano in Germania. Il prezzo crollerebbe. Ma Bruxelles non vuole.Grandi manovre sarebbero in corso per riavviare le forniture di gas dalla Russia all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 2. La storia ha molti lati oscuri e una trama da film di spionaggio, però dietro le quinte pare che qualcosa stia accadendo davvero. Il Financial Times ha riferito, domenica, di colloqui in corso tra Matthias Warnig, ex amministratore delegato della società Nord Stream AG (ora fallita), e alcuni investitori americani riuniti in un consorzio, con il proposito di riesumare il gasdotto e iniziare di nuovo a fornire la Germania con il gas di Gazprom.Anche il giornale tedesco Bild ha parlato di colloqui segreti in Svizzera, in corso già da diverse settimane, con la partecipazione dell’ex ambasciatore statunitense in Germania, Richard Grenell. Gli incontri tra il consorzio di investitori americani e la proprietà del gasdotto mirano a trovare un possibile accordo per la cessione dell’infrastruttura che unisce direttamente la Russia alla Germania, entro il prossimo 9 maggio. Quella è la data ultima concessa a Nord Stream AG dal tribunale fallimentare per trovare alternative alla vendita dell’asset per ristorare i creditori.La discussione su un avvio del Nord Stream 2 farebbe parte dei negoziati tra Stati Uniti e Russia per una normalizzazione dei rapporti tra le due potenze e la fine della guerra in Ucraina. Al momento il governo degli Stati Uniti non figura nella trattativa e, secondo la Bild, non ha intenzione di intervenire in questa fase. Diversi esponenti di alto livello dell’amministrazione Trump sarebbero però a conoscenza delle trattative e le considererebbero importanti. Anche alcuni governi europei, tra cui quello tedesco, sarebbero informati della questione e vi sarebbero già state discussioni in merito.Il gasdotto Nord Stream 2, progettato per trasportare il gas naturale russo in Germania raddoppiando il tracciato, all’epoca già attivo, del Nord Stream 1, non è mai entrato in funzione e una delle due condutture gemelle è stata danneggiata in seguito al sabotaggio del settembre 2022. Il sabotaggio, ancora oggetto di diverse inchieste, mise fuori uso il gasdotto Nord Stream 1, in esercizio da qualche anno ma all’epoca fermo per via delle tensioni politiche dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Warnig, nato in Germania Est ed ex spia della Stasi, il famigerato servizio segreto, ha smentito il Financial Times, affermando di non essere coinvolto «in alcuna discussione con alcun politico o rappresentante aziendale americano». Warnig è sotto sanzioni individuali da parte del governo americano e di quello inglese per le sue attività di strettissimo collaboratore di Vladimir Putin. Sarebbe stato, tra le altre cose, il tutore legale delle figlie di Putin quando queste erano in Germania per ragioni di sicurezza negli anni Novanta. Come manager, è stato in diverse banche e aziende russe legate a Putin con ruoli di primo piano.Non si sa chi siano gli investitori americani di cui si parla, anche se è possibile che tra loro vi sia Stephen P. Lynch, uomo d’affari con solidi legami in Russia, finanziatore di Trump, che già un anno fa ha chiesto una licenza al dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per negoziare l’acquisto del gasdotto con entità soggette a sanzioni statunitensi. Sabotaggi a parte, la gestione di infrastrutture di trasporto del gas è una attività stabile e redditizia, che prevede ricavi pressoché certi derivanti dalle tariffe normalmente applicate a fornitori e clienti grossisti per il transito del gas.Al di là del profitto per chi possiede i tubi, l’acquisizione del Nord Stream 2 da parte di aziende americane finirebbe per dare agli Usa una diretta influenza sulle esportazioni di gas della Russia e sulle importazioni tedesche. Il rubinetto sarebbe in mano a Washington. Ruolo notevole anche se si considera che gli Stati Uniti sono diventati il maggior esportatore di gas liquefatto al mondo. Oggi il Gnl americano costituisce circa il 14% delle importazioni complessive europee.Dal punto di vista del mercato, il tubo rimasto intatto del Nord Stream 2 può trasportare 27,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno verso la Germania. Una quantità sufficiente a far scendere decisamente i prezzi in Europa, allargando l’offerta e rendendo meno necessari i carichi di Gnl, che rendono volatile il mercato. Se fosse riparato anche il tubo gemello, si arriverebbe a 55 miliardi di metri cubi, cosa che potenzialmente può provocare un crollo dei prezzi e riportare la Russia al primo posto come principale fornitore di gas dell’Europa.Vi sono, però, ostacoli importanti a questo progetto. Ci sono ancora le sanzioni americane contro la Russia e ci vorrebbe anche l’accordo delle aziende tedesche che dovrebbero acquistare il gas. Problema non da poco, considerato che vi sono numerosi contenziosi in corso tra Gazprom e i clienti europei sul gas non fornito a partire dal 2022.Inoltre, formalmente, il Nord Stream 2 non ha mai ricevuto i permessi per avviare le attività, bloccati dal 2021 dalle autorità tedesche. Berlino dovrebbe, quindi, decidere se essere pragmatica e dare il via libera all’operazione o restare in posizione antirussa. Occorre ricordare che solo qualche giorno fa la Commissione europea, per bocca del commissario all’energia Dan Jorgensen, ha detto che l’Unione europea è determinata a non comprare più gas russo dal 2027.Se i fatti fossero accertati, si confermerebbe la strategia di Trump verso la Russia, già emersa con il tentato accordo sulle materie prime in Ucraina. Un disegno di accerchiamento soft basato sul business più che sulle armi e un richiamo verso l’Occidente. Il tutto in chiave anticinese.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)