2025-01-21
Piano pandemico, Guerra alle strette
Ranieri Guerra (Imagoeconomica)
Disposta l’imputazione coatta per l’ex numero due dell’Oms e altri dirigenti, per i quali la Procura chiedeva l’archiviazione. Il gip: «Responsabili del mancato aggiornamento».Colpo di scena nelle indagini sul mancato aggiornamento del piano pandemico, il documento che allo scoppio della pandemia avrebbe potuto scongiurare la morte di migliaia di persone e le chiusure generalizzate. Il gip di Roma, Anna Maria Gavoni, nello stralcio delle indagini trasmesse dai pm di Bergamo e Brescia per competenza territoriale nella Capitale, ha infatti disposto l’imputazione coatta per l’ex numero due dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Ranieri Guerra, per l’allora direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, e per due dirigenti del ministero della Salute, Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino. Nei loro confronti la Procura di Roma aveva sollecitato l’archiviazione nel 2023, ma il giudice delle indagini preliminari, con un’ordinanza di 62 pagine depositata ieri, ha disposto che il pm entro dieci giorni formuli l’imputazione per l’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio «in quanto indicati come responsabili del mancato aggiornamento del Piano pandemico nazionale del 2006 e dell’omessa definizione dei piani di dettaglio», sottolineando inoltre l’esistenza di indicazioni precise da parte delle istituzioni europee dell’«urgenza sostanziale» di redigere il documento. Archiviata invece la posizione dell’ex presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, sia per l’ipotesi di truffa in riferimento a erogazioni pubbliche sia per il rifiuto di atti d’ufficio. Per quest’ultima ipotesi sono state archiviate anche le posizioni dell’ex capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, e dell’allora dirigente del ministero della Salute, Claudio D’Amario. Archiviata anche l’accusa di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici per lo stesso D’Amario e per gli altri dirigenti Francesco Maraglino, Loredana Vellucci, Mauro Dionisio. La notizia è uno schiaffo a chi dava per chiusa la partita sulla ricerca della verità circa l’impreparazione del Paese all’emergenza e le responsabilità delle alte cariche sanitarie. Come noto, quando il Covid arrivò, l’Italia era priva di un piano di preparazione e risposta. O meglio, ne aveva uno vecchio e non fu applicato nemmeno quello. Per mesi e mesi i vertici della sanità italiana, a partire dall’ex ministro Roberto Speranza, hanno mentito sull’argomento, tentando di nascondere l’evidenza. Poi la verità -anche grazie al lavoro dei familiari delle vittime, del loro ex consulente Robert Lingard, e di parlamentari come Galeazzo Bignami di Fdi - è venuta a galla. «Siamo davvero molto soddisfatti di questo risultato e per l’approfondimento riservato alla questione così complessa che era oggetto dell’opposizione all’archiviazione da noi proposta all’udienza del 20 giugno 2024», ha dichiarato ieri Consuelo Locati, capofila dei legali dell’Associazione #Sereniesempreuniti, che assistono i familiari delle vittime, «è un grande risultato e un pezzo di verità riconosciuta e di rispetto e dignità che viene ridata a quei corpi accatastati cui è stata negata anche la dignità della sepoltura», ha concluso Locati. Per l’avvocato Roberto De Vita, difensore dell’ex numero due dell’Oms, la decisione del gip è invece «in palese contrasto con l’approfondita indagine e la valutazione della Procura e appare basata su una prospettiva di esplorazione dibattimentale ipotetica, tra l’altro per il professor Guerra che aveva cessato le sue funzioni nel 2017».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)