2023-11-22
Nuovo piano industriale di Enel: 12 miliardi di investimenti sulle reti
Flavio Cattaneo (Getty Images)
L’ad Flavio Cattaneo: «Più selettivi per quelli sulle rinnovabili. Il nucleare? Noi siamo pronti».Nel futuro di Enel c’è più spazio per l’eventuale ritorno dell’Italia nel nucleare mentre gli investimenti sulle rinnovabili saranno più selettivi. La priorità verrà data al potenziamento delle reti.L’era di Flavio Cattaneo con il nuovo piano industriale Enel comincia con la solenne promessa di non fare altro debito e di aumentare il rendimento per gli azionisti sia in termini di maggior dividendo sia con la rivalutazione del titolo. Per confermare la sua fiducia ha annunciato, nel corso della presentazione del nuovo piano industriale, di aver acquistato 1,5 milioni di azioni e di volerne prendere un altro milione. Esclude, invece, la possibilità che il gruppo sia nella lista delle privatizzazioni: «Non sono il detentore del 23% e bisogna chiedere al governo. Non credo però che Enel sia all’interno di questa lista», ha detto.Attenzione massima sarà dedicata al debito (fra 60 e 61 miliardi a fine esercizio) che non dovrà aumentare. «Il problema debito è la sostenibilità», spiega, «Puoi avere 100 euro di debito e sono tanti perché non guadagni. Oppure 100 miliardi e sono pochi perché guadagni 200 miliardi». Cosa vedono gli analisti? «Entro il primo trimestre del 2024 le dismissioni verranno chiuse. Gli analisti calcolano quanto incassi, vedono la cassa e il mercato si tranquillizza sulla sostenibilità del debito. Questo non avveniva in altre stagioni perché il margine lordo era sceso e anche il dividendo veniva pagato a debito», ha proseguito Cattaneo. Che ha voluto anche rassicurare il mercato: «Io non sono amante dei debiti: se fai il debito per comprare la casa va bene, se per andare tutte le sere a cena è male».Nelle rinnovabili il gruppo ha pianificato 12,1 miliardi di euro circa di investimenti lordi, con decisioni di investimento «più selettive». Cattaneo ha spiegato che gli investimenti previsti dal nuovo piano in eolico e solare sono inferiori «perché la redditività non è secondo le attese» e non è opportuno bruciare cassa e i soldi degli azionisti. «Sono cambiate proprio le condizioni», osserva, «abbiamo investito tanto nelle rinnovabili negli ultimi anni ma poco nell’adattare le reti a queste rinnovabili». E che ci sia bisogno di «adeguare reti non lo dico io, lo dice l’Aie (l’Agenzia internazionale dell’energia, ndr). Servono 600 miliardi di euro l’anno». Ha, poi, sottolineato che «sono investimenti redditizi, minori rispetto ad altri in termini di rischio e rendimento: allora io faccio l’interesse degli azionisti». A livello finanziario, la strategia del piano non include «alcuna operazione di fusione o acquisizione», ma per Cattaneo il gruppo è disponibile «a eventuali cessioni». Il dividendo, dato a 0,43 euro per azione nel 2023, «potrà crescere di anno in anno» e, secondo l’ad, «il management è convinto che possa aumentare dal 2024».A una domanda sull’interesse nel nucleare, Cattaneo ha detto che «il posizionamento di Enel» è «abbastanza chiaro». Il gruppo è presente in Spagna e in Slovacchia ed è partecipe in «tutte le varie tecnologie allo studio, dal nucleare di quarta generazione agli small reactors». Non si guarda, quindi, a «un’altra costruzione con le attuali tecnologie», ma ha ribadito che «se c’è un’azienda che è pronta a partire domattina credo che l’unica sia Enel» e che «valuteremo le situazioni che si presenteranno». Sulla gigafactory di pannelli fotovoltaici 3Sun a Catania «chiediamo che l’Europa sia solida nel difendere una produzione europea, così come lo fa con le materie prime rare, altrimenti è in concorrenza con Paesi che hanno un costo di produzione complessivo che è infinitesimale rispetto al nostro». Quanto al progetto di realizzare un’alleanza 3Sun negli Usa, Cattaneo ha affermato che «la faremo solo con un partner finanziario che gode del supporto del governo americano. Il nostro mestiere non è fare pannelli o pale eoliche. Servono soggetti che conoscono il mestiere. Possiamo partecipare con una quota di minoranza».
Beatrice Venezi (Imagoeconomica)