2022-04-04
Pfizer ammette: calo immunitario dopo il vaccino
Documentata la «diminuzione transitoria dei linfociti» in tutte le età. Appena fatta l’iniezione è dunque più facile il contagio?Ci dicevano fosse un paradosso, un vero e proprio inganno statistico quando si sosteneva che c’era un consistente aumento di casi di positivi tra le persone vaccinate contro il Covid-19. Era come non riconoscere l’efficacia del vaccino che, con l’incalzare della pandemia, si è «evoluto» da 1 a 2 dosi e fino al booster o richiamo, mentre ieri il ministro della salute Roberto Speranza ha annunciato che la prossima settimana, proprio su indicazione dell’Italia, la «Commissione europea darà un’indicazione condivisa sulla fascia generazionale per la somministrazione della quarta dose, non per tutti ma solo per gli immunocompromessi e per i fragili». Tornando al caso vaccinati-contagiati, i virologi ribadivano la loro tesi: quando le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli, il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati e non vaccinati. Stiamo parlando però di numero assoluto, e non, come sarebbe corretto fare, di incidenza (il rapporto tra numero di casi e totale della popolazione). Poteva però sembrare una «supercazzola» a chi continuava a chiedersi perché con l’aumento delle vaccinazioni aumentassero i casi di Covid. A darci ragione ci pensa un documento ufficiale ma riservato della stessa Pfizer-Biontech, produttrice numero uno al mondo dei vaccini contro il coronavirus, datato maggio 2021. A pagina 8 della relazione si legge chiaramente il perché aumentino i contagi subito dopo il vaccino. Ecco uno dei motivi: «Le valutazioni cliniche di laboratorio hanno mostrato una diminuzione transitoria dei linfociti che è stata osservata in tutti i gruppi di età e di dose dopo la dose che si è risolta entro circa 1 settimana». Insomma, un calo immunitario transitorio dei linfociti, che sono globuli bianchi preposti alle difese immunitarie dell’organismo e, come tali, sono coinvolti in svariati processi patologici e non. Una loro riduzione, fra le varie cause, può essere provocata come reazione dell’organismo all’assunzione di alcuni farmaci, quindi, nel caso attuale, nell’inoculazione di un vaccino. Un calo che, durante il picco dei contagi, può aver aumentato la spirale dei positivi malgrado i nostri super esperti si limitassero a ribadire l’estrema bontà ed efficacia del vaccino. Invece nella letteratura scientifica le persone che risultano positive alle infezioni dopo essersi vaccinate vengono definite «breakthrough cases» già osservate, come dimostra il documento del colosso farmaceutico statunitense sulla sicurezza, durante e sperimentazioni di fase 2 e 3 condotte per ottenere l’approvazione dei vaccini. Mentre nel nostro Paese si registravano i primi casi di operatori sanitari risultati positivi malgrado la vaccinazione, già uno studio israeliano, a luglio dello scorso anno, spiegava come il rischio di contagio per i vaccinati con il composto a Rna messaggero Pfizer-Biontech cominciava ad aumentare a 90 giorni dalla seconda dose. Lo screening era stato effettuato su oltre 80.000 persone in uno dei primi Paesi del mondo a lanciare la vaccinazione di massa contro il Covid-19 e a introdurre la terza dose a 5 mesi, addirittura il primo a iniziare l’immunizzazione dai bambini della fascia 5-11 anni. Intanto ieri il bollettino del ministero della Salute ha registrato 53.588 casi di nuovi positivi contro i 70.803 di sabato ma soprattutto i 59.555 di domenica scorsa. I decessi sono stati 118 (sabato erano 129): le vittime totali ufficiali dall’inizio della pandemia sono 159.784. Nelle scorse 24 ore sono stati effettuati 364.182 tamponi sul territorio italiano tra molecolari e antigenici. Un numero, come di consueto per il weekend, inferiore rispetto a quello registrato nel corso della settimana. Il tasso di positività si attesta al 14,7%. Aumentano i ricoveri dovuti al virus nelle strutture ospedaliere italiane. Ieri sono stati registrati +68 ingressi nelle aree mediche degli ospedali della penisola, 4 pazienti in meno registrati invece in terapia intensiva.
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: «Dopo il 2022 il settore si è rilanciato con più iscritti e rendimenti elevati, ma pesano precariato, scarsa educazione finanziaria e milioni di posizioni ferme o con montanti troppo bassi».