2018-12-21
Perfetta dopo il parto, l’attrice McAdams in posa con il tiralatte celebra la maternità
La canadese, mamma da sei mesi, finisce in copertina con le pompette. Un inno a un atto «naturale e meraviglioso». Bellissima nei suoi quarant'anni, sensuale e attraente. Il tiralatte, dunque la maternità, non le hanno fatto perdere un grammo di erotismo. Ma non è tutto qui, non è solo questione di restare belle e desiderabili dopo il parto.Gli abiti sono di Versace. I gioielli sono di Bulgari. Ma il latte materno è il suo. Quando Claire Rothstein le ha scattato la foto per la copertina della rivista di moda Girls.Girls.Girls, Rachel McAdams aveva partorito da sei mesi e stava ancora allattando il figlioletto maschio avuto dal fidanzato Jamie Linden. Non si sa chi abbia avuto l'idea di esibire il tiralatte davanti all'obiettivo, ma sia l'artista che l'attrice sono rimaste entusiaste del risultato, tanto che la Rothstein ha deciso di diffondere l'immagine sui social network. «L'allattamento al seno», ha scritto la fotografa, «è la cosa più normale del mondo e non riesco a immaginare perché o come mai sia disapprovato o possa spaventare». La forza dello scatto sta tutta lì, nell'esibizione pubblica di quell'atto «così naturale, così normale, così sorprendente da essere grandioso».Rachel McAdams non è la prima donna famosa a prendere posizione a favore dell'allattamento. Lo hanno fatto pure attrici come Kristen Bell e Olivia Wilde, ma nessuna era ancora finita sulla copertina di un magazine patinato con un tiralatte in bella mostra.Sì, è vero, negli anni abbiamo visto di tutto: Vip che si mostravano nude con il pancione, Vippette internettiane che tempestano la Rete con le foto dei figlioletti inconsapevoli, mercificazioni del corpo e della maternità di ogni ordine e grado. Eppure, lo scatto della McAdams ha una sfumatura diversa. È perfettamente a suo agio nel fiume impetuoso della cultura di massa, tuttavia non segue esattamente la corrente. Anzi, sembra risalirla.Nell'ultimo anno abbiamo assistito all'ascesa dei «childfree», cioè uomini e soprattutto donne che rivendicano il diritto a non avere figli. Persone che rinunciano alla maternità per seguire le proprie ambizioni, per coltivare la carriera o comunque pensare di più e meglio a sé stesse. I «childfree» vedono i bambini come un ostacolo, un impedimento lungo la strada altrimenti spianata dell'autoaffermazione. Non sono i soli, purtroppo, a pensarla così. Anche dalle nostre parti, per mille differenti motivi, si è affermata l'idea che i figli siano sostanzialmente un fardello, un peso di cui tocca alle donne farsi carico. In questo quadro, la maternità è spesso interpretata come una colpa. «Succede molto spesso», scrive la psicoanalista francese Sylvaine Giampino, «che una donna, confidando le sue preoccupazioni e i suoi obblighi di madre, si senta rispondere più o meno gentilmente che ha voluto i figli e che ora deve reggerne il peso».La maternità come colpa, appunto. Oppure come patologia. Una malattia che, nell'era dell'efficienza e della bellezza plastificata, deturpa il corpo. Un flagello tale da privare la donna l'unica capacità che il modello neoliberista le riconosce, ovvero quella di suscitare il desiderio sfrenato dell'uomo. Infatti numerose stelle hollywoodiane, per aver bambini, ricorrono all'utero in affitto, così che il pancione non sfregi il fisico costruito con sudore e patimenti. Una patologia, ancora, che impedisce alla donna di lavorare, che la danneggia da ogni punto di vista. Non è un caso che, anche in queste ore, sindacati e femministe polemizzino sulla norma che vuole concedere alle donne la possibilità di lavorare fino al nono mese di gravidanza: non si accetta che essere incinte non sia un handicap. È su questo panorama di macerie che svetta Rachel McAdams. Bellissima nei suoi quarant'anni, sensuale e attraente. Il tiralatte, dunque la maternità, non le hanno fatto perdere un grammo di erotismo. Ma non è tutto qui, non è solo questione di restare belle e desiderabili dopo il parto.L'attrice canadese, in questa foto, ha lo sguardo, la postura e lo potenza dirompente di una dea. Siede fiera come Sakti, la sposa di Shiva, che nella mitologia indiana è la personificazione dell'energia creatrice, l'incarnazione del femminino che si manifesta tramite la creatività e la fertilità. Una dea lucente, la scintilla che fa esplodere pure le potenzialità maschili. Gli occhi di Rachel McAdams non sono quelli della seduttrice, ma quelli della leonessa pronta a scattare per difendere i suoi piccoli. Le pompette sui capezzoli non sono un richiamo per feticisti né un'esibizione narcisistica. Piuttosto, appaiono come una rivendicazione, l'orgoglio della donna «erotica e materna», capace di vivere il figlio come un dono, un patrimonio da proteggere e di cui essere orgogliosa. Madre, senza essere meno femmina: una donna che mette al mondo una nuova vita senza sminuire la propria.Ovvio: c'è l'altro lato della medaglia. Non tutte le madri possono indossare abiti Versace e gioielli Bulgari. Non tutte le madri possono godere di palestre, personal trainer, massaggiatori e truccatori professionisti come Rachel McAdams. Non tutte possono sfoderare il tiralatte di fronte a una titolata fotografa di moda, anzi spesso sono costrette a nascondersi perché il mondo intorno è ostile, spietato, competitivo. Però quest'immagine parla anche per loro. È la celebrazione dell'energia creatrice e della fecondità che appartiene a tutte.Gli abiti sono di Versace, i gioielli sono di Bulgari. Ma lo splendore della vita sta dentro a ogni donna.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)