2024-11-25
Per tenersi i fortini rossi i giudici inventano scuse
I giudici prevedono conseguenze disastrose se la maggioranza vorrà per davvero trasferire le decisioni sui trattenimenti dei profughi dalle sezioni civili specializzate in immigrazione alle Corti d’appello penali. I tribunali di seconda istanza saranno travolti da decine di migliaia di ricorsi, preconizzano, lasciando intravedere una paralisi del sistema giudiziario. L’emendamento che dovrebbe spostare la competenza dai magistrati civili a quelli che si occupano di decidere sulla convalida degli arresti è stato presentato giorni fa dalla deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, dopo che le sezioni specializzate in immigrazione hanno fatto muro contro i trasferimenti in Albania, ordinando il rientro in Italia dei migranti con la scusa che i profughi proverrebbero da Paesi da considerarsi insicuri e perciò non potrebbero essere rispediti a casa loro.Che questo sia l’orientamento dei magistrati incaricati di decidere sui ricorsi era stato del resto anticipato dagli stessi giudici, i quali al varo dell’operazione Albania non se n’erano stati in silenzio ma avevano dichiarato in convegni e sui giornali che non avrebbero convalidato i trattenimenti, accampando norme e sentenze internazionali, che per la verità ancora non c’erano. Il fatto che le toghe «specializzate» in immigrazione puntassero a disapplicare il decreto lo si poteva dedurre a dire il vero anche dall’orientamento di molte di loro. Da quando le sezioni sono state istituite per velocizzare i rimpatri (le istituì Marco Minniti, ministro dell’Interno in quota Pd), numerosi esponenti di Magistratura democratica hanno chiesto di esservi trasferiti e dunque, invece di accorciare l’iter per rimandare a casa chi non ha diritto di restare nel nostro Paese, sono diventate un ostacolo quasi insormontabile. Secondo alcuni presidio di legalità, nel rispetto della Costituzione e delle norme europee, secondo altri fortini rossi da espugnare.Risultato, per aggirare lo scoglio, la maggioranza punta a togliere la competenza sui respingimenti alle sezioni civili, attribuendola alle Corti d’appello. In effetti c’è una logica a monte di tutto ciò: che senso ha lasciare a dei magistrati che non si occupano di questioni penali decisioni che attengono alla libertà delle persone? Le estradizioni o le convalide dei fermi non passano dalle sezioni civili e dunque perché quelle sui trattenimenti, che poi altro non sono se non fermi in attesa di un rimpatrio, devono restare in carico al giudice civile?Spostandole, obiettano le toghe, si scaricano migliaia di fascicoli sulle Corti d’appello che sono già gravate da una mole di lavoro che genera ritardi nelle decisioni. In realtà, la tesi preconfezionata dall’Anm non sta in piedi per un paio di motivi. Il primo è che le sentenze di convalida dei trattenimenti non prevedono una grande istruttoria. Una volta che qualcuno ha deciso che l’Egitto o il Bangladesh sono Paesi «insicuri» si procede con il pilota automatico, cioè si prendono decisioni con la carta carbone, una uguale all’altra. Infatti, quando nelle scorse settimane le sezioni immigrazione del tribunale di Roma sono state chiamate a valutare il trasferimento dei migranti spediti in Albania, ci hanno messo un amen a cassare la trasferta ordinando il dietrofront, al punto che le sentenze sono sembrate prodotte in serie. Se si considera la lentezza della giustizia, non si può non osservare che nel caso dei migranti mandati in Albania, i giudici sono stati più veloci di Speedy Gonzales.Ma poi c’è un altro aspetto a smentire la tesi di un super lavoro scaricato sulle spalle dei magistrati delle Corti d’appello. Avendo ridotto la lista dei Paesi sicuri, al momento non c’è la ressa di migranti da mandare in Albania e neppure da trattenere in Italia in vista del rimpatrio. Dunque, quali sono le ragioni dell’allarme lanciato dall’Anm? Forse il solo motivo è che le sezioni specializzate non vogliono perdere il controllo su una partita che considerano decisiva. Il governo sul tema ha scommesso e ne va della sua credibilità verso l’opinione pubblica. Ma anche la parte più sindacalizzata delle toghe ha puntato sulla questione migranti, trasformandola in una battaglia decisiva. È un braccio di ferro il cui esito potrebbe confermare lo strapotere giudiziario o segnare l’inizio di una svolta che riconduca la funzione della magistratura nell’alveo che le ha assegnato la Costituzione.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.