2020-11-17
Per pagare «piccole manovalanze» c’era il salvadanaio Festina Lente
Marco Carrai e Matteo Renzi (Ansa)
Gli uomini attorno all'ex segretario dem fondarono un'associazione che raccolse somme di denaro, stipulò un mutuo bancario e fece bonifici in favore di Big Bang. Quando i sostenitori del renzismo agivano ancora a livello locale e il loro perimetro era tutto fiorentino, avevano messo su una piccola associazione la cui natura giuridica era ricompresa tra le «associazioni non riconosciute e comitati». Una mini cassaforte per il sostegno all'allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, archetipo di quella che poi sarebbe diventata Big Bang. Coincidenza: la sede legale, a Firenze, in via Palestro numero 3. La stessa dello studio dell'avvocato Alberto Bianchi (che di presidenza in presidenza arriverà fino a Open). Lì è stato sequestrato un faldone. Gli investigatori l'hanno classificato al numero 25 dei reperti, annotando che «contiene documentazione utile ai fini della ricostruzione dei fatti». I soci: Lucia De Siervo (dirigente comunale ed ex assessore a Firenze, moglie di Filippo Vannoni), Marco Carrai, Lucilla Lazzeri e l'avvocato Bianchi. Scopo primario dell'associazione: «Quello di offrire uno strumento di supporto all'attività del sindaco di Firenze Matteo Renzi». Il 4 maggio 2010 è il giorno del rogito. È preceduto da uno scambio di email tra Bianchi e Carrai: «Caro Marco, ti allego lo statuto dell'associazione che andremo a costituire dal notaio Palazzo martedì 4 alle 17.30. C'è da trovarne il nome, e poi sappimi dire se hai altre integrazioni, correzioni o suggerimenti sul testo che debbo mandare al notaio». Carrai risponde: «Metterei come nome Festina Lente e la sede sociale se sei d'accordo da te». E così, ispirata da una locuzione latina attribuita all'imperatore Augusto dallo storico latino Svetonio, nasce Festina Lente, nome che nella testa dei renziani in quel momento doveva risuonare come un «avanti spediti, ma senza approssimazioni». Infatti Festina Lente va avanti spedita. E pensa già alla fondazione. È De Siervo a riferire in consiglio direttivo di «aver avuto contatti informali con Matteo Renzi, che hanno determinato l'opportunità della costituzione di un nuovo soggetto, ovvero una fondazione, quale supporto più adeguato alle iniziative politiche e culturali di rinnovamento della società italiana». Sono tutti d'accordo. E il direttivo mette da parte 20.000 euro per la costituenda fondazione. Che fondi raccolti da Festina Lente, entità ricompresa tra le «associazioni non riconosciute e comitati», siano finiti in Big bang, gli investigatori ne hanno trovato alcune tracce: «Il patrimonio della Fondazione deriva da un apporto finanziario proveniente dai fondi dell'associazione Festina Lente, che aveva organizzato la cena di fundraising a Milano il 18 gennaio 2012».All'interno del fascicolo denominato «incassi eventi organizzati da assocciazione Festina Lente», poi, è presente una tabella così intestata: «Cena Principe di Savoia Milano - 18 gennaio 2012», suddivisa nelle colonne: nominativi, modalità contributo e importi. Il totale? 47.000 euro. Tra gli invitati compare Antonio Campo Dell'Orto, che nell'era renziana fu nominato direttore generale della Rai. Tra le spese affibbiate a Festina Lente, invece, compare la Dot Media (che tra il 2012 e il 2016 ha ricevuto pagamenti dalla Fondazione Open per 289.592 euro e per 122.000 euro dal Comitato per il sì al referendum costituzionale). Da Festina Lente, Dot Media incassa 6.000 euro, provenienti dai fondi raccolti durante una delle cene in cui il Bullo faceva la parte della sposa. A quel punto, però, il Giglio magico decide di impostare delle regole sulla raccolta dei fondi. Lo comunica Bianchi con una mail: «Fratello e amici, allego bozza regolamento fundraising che riguarda Big Bang e Festina Lente. Attendo vostri preziosi urgenti contributi, prima di sottoporre il tutto a Matteo». Ma, soprattutto, segnala che: «Dovremo adottare anzitutto negli statuti di BB (Big Bang) e FL (Festina Lente) e in ogni altra sede opportuna, modifiche per evitare che i contributi alla fondazione BB vadano in pagamenti impropri. Sarei dell'avviso che i pagamenti di più o meno bassa manovalanza li faccia FL che quindi deve essere destinataria di parte di contributi che cerchiamo». Festina Lente, insomma, era il bancomat per la «bassa manovalanza». Ma aveva ottenuto anche un mutuo chirografario da ViBanca. Per il quale l'avvocato Bianchi a un certo punto, scrivendo a Luca Lotti e a Carrai, ricorda «che va rimborsato». Gli investigatori sottolineano «l'unica regia» che tiene insieme Festina Lente e Big Bang. Ma di travasi con la galassia delle entità a sostegno della scalata del renzismo, come per esempio l'associazione Link (socio fondatore Carrai), dove arriva un bonifico da 71.000 euro partito da Festina Lente, gli investigatori ne segnalano anche altri.
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