2019-03-07
Il dovere
di tutelare i nostri figli. Subito
Il farmaco che aiuta bambini e bambine a cambiare sesso va ritirato. Non c'è altra soluzione. Che il servizio sanitario nazionale sia arrivato a inserirlo nel prontuario a disposizione dei medici, consentendone la prescrizione quasi fosse una pillola per regolare il ciclo mestruale o l'acne, è qualche cosa di non tollerabile. Difendiamo i minori, cercando di proteggerli dall'invadenza della pubblicità, segnaliamo in tv i programmi dai contenuti troppo scabrosi, impediamo che le loro immagini siano pubblicate dalla stampa per evitare di turbarne l'equilibrio psicologico, ci preoccupiamo delle chat in cui li si prende di mira e li si bullizzano, però poi cediamo senza ritegno alla moda transex. E lo facciamo rendendo disponibile per i minorenni l'iniezione che blocca la pubertà.Ieri abbiamo spiegato che cosa sia la triptorelina. Si tratta di una cura che agisce sugli ormoni dello sviluppo. L'impiego iniziale è stato su malati di cancro, per limitare la crescita della massa tumorale. Ma poi la medicina ha scoperto un altro utilizzo assai più interessante per le case farmaceutiche. Ovvero l'interruzione della pubertà, ossia il blocco dello sviluppo sessuale nei minori. Ovviamente, come tutte le mode, arriva dall'estero e in alcuni Paesi, come la Gran Bretagna o gli Stati Uniti, se ne fa largo impiego. Negli adolescenti che manifestano disturbi di genere, ovvero che dichiarano di non sentirsi maschio o femmina nonostante abbiano i genitali maschili o femminili, si offre la terapia che ferma la trasformazione in uomo o donna. I ragazzi, a volte ancora bambini, sono trattati in modo che sul loro viso non spuntino i primi peli di barba. Alle ragazze, anche loro quando sono ancora bambine, viene somministrato il trattamento affinché non abbiano le mestruazioni e non assumano le forme femminili. Tutto ciò, come è ovvio, in attesa dell'intervento di asportazione o di ricostruzione. Già, perché è questo il fine ultimo della cosiddetta cura: la chirurgia. Si inizia con l'iniezione che blocca il passaggio all'adolescenza e allo sviluppo, per poi arrivare alla sala operatoria. Un percorso che, senza rendersi conto del dramma vissuto da ragazze e ragazzi con disturbi di genere, viene definito di liberazione, descrivendo la transizione da maschio a femmina e viceversa come qualche cosa di progressista, cioè di positivo e moderno. Secondo il dizionario, progressista è colui che è fautore dell'evoluzione della società. È questa l'evoluzione che si auspica? Mutare l'identità sessuale dei minori incamminandoli su una strada che non ha ritorno? È progressista non attendere che siano grandi, consapevoli, prima di decidere la loro vita e la loro sessualità?In questi giorni abbiamo riportato il parere di esperti stranieri che segnalano quanto sia diventato automatica la prescrizione della cura blocca-pubertà e quale peso abbia la lobby Lgbt in tutto ciò. In Gran Bretagna, il servizio sanitario di sua Maestà non solo paga con i soldi dei contribuenti - come si vorrebbe fare in Italia - il farmaco, ma esistono dei consultori dove si può essere facilmente accompagnati da adolescenti verso il cambiamento di sesso, con il risultato che i casi sono in aumento, con una percentuale di crescita del 400 per cento. Gli stessi esperti sono allarmati dal fenomeno e alcuni parlano di contagio sociale, di un'epidemia molto rischiosa. Il Comitato nazionale di bioetica, dopo aver valutato attentamente il farmaco che blocca la pubertà, ha segnalato la mancanza di studi approfonditi sugli effetti collaterali della pillola. Nessuno sa infatti quanto influisca sull'apparato muscolare, scheletrico, cognitivo dell'adolescente sottoposto alla terapia. Tuttavia, nonostante non ci sia una sufficiente documentazione scientifica, il trattamento è erogato come un normale antinfiammatorio. Ieri, dopo che la notizia dell'inserimento della triptorelina nel prontuario del cervizio sanitario nazionale era stata pubblicata dalla Verità, tre esponenti della Lega, i senatori Massimiliano Romeo, Simone Pillon e Sonia Fregolent, hanno presentato un'interrogazione urgente al ministro della Salute, annunciando un'iniziativa per far fare marcia indietro all'Agenzia del farmaco, l'ente governativo che ha dato via libera alla medicina. Per parte nostra, siccome non crediamo che gli adolescenti usati dall'ideologia gender siano eroi (come ha scritto il settimanale glamour Vanity Fair), ma vittime, nonostante il silenzio della grande stampa non rinunceremo a chiedere che la cura sia ritirata.