2020-07-13
Per i clandestini infetti le porte sono sempre aperte
Con lo stato d'emergenza prolungato fino al 31 dicembre, Giuseppe Conte si prepara a rinchiudere in casa gli italiani una seconda volta. Ma mentre chiede poteri speciali per mettere nuovamente agli arresti domiciliari gli elettori, ed evitare così le elezioni regionali che a settembre potrebbero far traballare la sua poltrona, il presidente del Consiglio non ha alcuna intenzione di invocare misure straordinarie per fermare l'arrivo dei clandestini. Com'è a tutti noto, nei mesi estivi gli sbarchi degli immigrati si moltiplicano e quest'anno, insieme con i profughi, si rischia pure l'arrivo di un'ondata di malati di coronavirus. Nell'ultima settimana, gli stranieri che dall'Africa e dall'Asia sono stati trovati positivi al Covid-19 sono decine se non centinaia. Alcuni sono stati fermati in aeroporto, dopo essersi imbarcati in Bangladesh, Paese tra i più colpiti dall'epidemia e dove è facile reperire un certificato che attesti falsamente le condizioni di salute. Altri invece sono giunti sui barconi senza che nessuno avesse disposto controlli, intercettati casualmente dopo aver messo piede sul suolo italiano. I casi si sono moltiplicati nelle ultime settimane, complici la riapertura delle frontiere e le condizioni meteorologiche nel Mediterraneo. Per far fronte agli arrivi da Dacca, il governo ha provato a correre ai ripari, dichiarando lo stop a qualsiasi volo dal Bangladesh, senza riuscire però a evitare i viaggiatori che fanno scalo in altri Paesi. Invece per quanto riguarda gli sbarchi, il governo non ha neanche provato a impartire un divieto d'ingresso alle Ong, perché questo avrebbe messo a repentaglio la maggioranza filo immigrati. La parte più a sinistra dell'alleanza giallorossa vorrebbe anzi abolire i decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini e dunque non è per nulla favorevole ad alcuna misura di contrasto. Per costoro, anche solo tenere al largo per qualche giorno gli immigrati, senza accoglierli stendendo loro un tappeto rosso, è già di per sé una violazione del diritto d'asilo. Figurarsi dunque imporre la quarantena o addirittura respingere qualcuno. I più oltranzisti fra i sostenitori dell'accoglienza dura e pura vorrebbero addirittura vietare qualsiasi misura precauzionale e infatti guardano con fastidio anche la nave lazzaretto ancorata al largo di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. La politica delle porte aperte non trova però grande favore nei porti italiani obbligati all'accoglienza. In Sicilia, le amministrazioni comunali che vedono arrivare masse di clandestini senza alcun controllo protestano, perché temono che venga compromessa più di quanto già non sia la stagione turistica. E in Calabria non va meglio. L'altro ieri, un gruppo di stranieri provenienti dalla Tunisia è sbarcato a Roccella Jonica. A seguito dei tamponi eseguiti poche ore dopo all'ospedale di Reggio Calabria, si è scoperto che quasi la metà di questi clandestini era positiva al coronavirus. Invece di respingerli o di isolarli, le autorità ne hanno disposto il trasferimento ad Amantea, Comune della costa cosentina, dove alla notizia dell'arrivo di un gruppo di malati di coronavirus sono scattate le proteste. Chiunque, a questo punto, avrebbe fatto dietrofront. Chiunque, ma non Giuseppe Conte, il quale sa che sulla questione degli immigrati rischia di giocarsi il posto. La maggioranza che sostiene il governo è già a rischio per via del Mes e delle divisioni su Autostrade, figurarsi se il presidente del Consiglio può permettersi tensioni sull'accoglienza. Dunque, nonostante il rischio di importare focolai di Covid, il capo del governo non pare intenzionato a varare misure di contenimento dell'immigrazione, anche perché in questo momento, con una trattativa aperta sui fondi europei, il premier non può neppure rischiare di «inaugurare» un fronte con Bruxelles. Un po' come accadde nel passato, quando a Palazzo Chigi c'era Matteo Renzi, Conte è pronto a barattare l'accoglienza in cambio dell'elemosina. Allora si trattava della flessibilità, oggi il presidente del Consiglio spera in qualche concessione sul fondo Salvastati o sul Recovery fund. In pratica, soldi in cambio di immigrati. Il governo italiano non s'impunterà come fece Salvini all'arrivo di ogni barcone e come contropartita spera nella generosità dei Paesi frugali. Un patto scellerato stretto mentre da un lato, proprio per contenere l'epidemia, si chiedono poteri speciali con la scusa dell'emergenza. La realtà è che oggi l'unica vera emergenza per il nostro Paese è data dal governo giallorosso, un esecutivo paralizzato dall'indecisione e dalla paura. L'unico che si dovrebbe davvero chiudere in casa per evitare di fare altri danni.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)