2023-07-10
Per un buon matrimonio, condividere meno
Nelle relazioni l’astio è fisiologico. Ma lo si può superare se i coniugi si ripartiscono i compiti, occupandosi ciascuno di ciò che gli fa aumentare la dopamina. Altro che attività in comune: maschi e femmine devono coltivare interessi diversi, seguendo la loro natura.Tra moglie e marito non mettere il dito è un altro proverbio interessante. Cominciamo qui ad accennare che in tutte le relazioni, in tutti i matrimoni, anche in tutte le amicizie, si alternano momenti di affetto e momenti in cui il nostro astio si trasforma in un incendio. L’astio sta alle relazioni umane come la gramigna ai campi di grano e come l’attrito alla fisica. Non è possibile che non ci sia. Chiunque abbia mai tentato di coltivare qualcosa, sa che la gramigna c’è sempre. Non è possibile una relazione umana talmente carina e spumeggiante da non avere astio. Ognuno di noi è estremamente concentrato su sé stesso e ha una visione del mondo diversa da tutti gli altri. Il nostro ego riempie sempre una grossa parte della nostra mente. Dove ci siano battaglie comuni importanti, dove si faccia la guerra insieme nella stessa trincea, dove si abbia la stessa fede, dove si abbiano dei bambini o una fattoria da mandare avanti, all’ego resta una parte più piccola della mente a disposizione. Anche così l’astio può essere importante, ma c’è la possibilità che non lo sia molto. Dove non ci siano battaglie comuni o nel caso siano piccole, o scaricate su uno solo dei due, una grossa parte della mente è occupata dall’ego, e l’ego è fragile come la porcellana cinese. Basta un nonnulla che si spacca e genera astio. Per restare nel campo delle amicizie, sono descritte molto bene in Harry Potter: i tre ragazzini spesso rischiano la vita insieme, e poi non si rivolgono la parola per mesi per delle scemenze. Per quanto riguarda le relazioni affettive, matrimoni inclusi, la presenza dell’astio è ancora più facile che nelle amicizie, perché nelle relazioni affettive, matrimoni inclusi, ci sono una serie di oggetti, mutande sporche lasciate in giro, lavastoviglie non svuotate, lavatrici non riempite, che possono generare astio. Il primo consiglio è: occupatevi di cose diverse. Avete presente quello che c’è scritto a riguardo della divisione dei compiti sui giornali femminili e adesso purtroppo addirittura sui libri di scuola dei vostri figli sotto la pericolosissima voce educazione civica? C’è scritto che tutti i compiti vanno divisi. È un’assoluta scempiaggine, come il 70% di quello che c’è scritto sui giornali femminili (si salvano solo i consigli di cucina e le istruzioni per fare i maglioni con i ferri) e come il 98% di quello che c’è scritto sui testi di educazione civica. Condividere i lavori è il miglior sistema per generare fiumi di astio, mari di astio, oceani di astio. Mio nonno non si è mai permesso di andare a spiegare a mia nonna come fare il sugo e lei non si è mai permessa di spiegare a lui come si potano gli alberi. Il loro matrimonio è stato idilliaco. Quindi ognuno faccia solo quello che gli fa produrre dopamina. Quando un uomo cambia la gomma della macchina o maneggia un cacciavite produce dopamina, noi no. Quando una donna svuota la lavastoviglie produce dopamina: gli oggetti che sono in lavastoviglie, i suoi piatti e i suoi bicchieri, le piacciono. Quando un uomo svuota la lavastoviglie produce cortisolo, si sta annoiando. Quando una donna cambia la gomma produce adrenalina e cortisolo. Noi abbiamo gli estroprogestinici, loro il testosterone. Contrariamente alle scempiaggini scritte sui libri di educazione civica dei vostri figli questa differenza è enorme. Estroprogestici e testosterone rendono il nostro cervello assolutamente diverso. Avendo competenze assolutamente diverse, tenetele rigidamente separate. Uno si occupa di gestire la banca, l’altro si occupa di gestire la salute e i medicinali. E così per qualsiasi altra cosa. In questa maniera di astio se ne genererà solo qualche rigagnolo, e ci sono solide possibilità che il rigagnolo si esaurisca da solo e muoia di sete senza diventare una palude. All’astio però si potrebbe dare fuoco trasformandolo in odio. Il piromane può essere una madre, oppure una sorella, ma sempre più frequentemente si tratta di un professionista, uno psicologo o un avvocato divorzista. Una volta scatenato l’incendio, tutto l’amore e tutta la tenerezza scompaiono. È possibile fare una carognata alla persona che è stata l’amore della nostra vita, o di propria iniziativa o di iniziativa di uno dei professionisti che abbiamo malauguratamente scelto come consulenti. Per inciso: prima di scegliere un professionista a cui dare i nostri quattrini perché lui acquisti un potere sulla nostra vita, esigiamo di vedere le sue credenziali. E credenziali non sono solamente laurea e iscrizione all’ordine. Il professionista ha una famiglia? È una famiglia stabile e solida la sua? Oppure non è nemmeno stato capace di farsi una famiglia? È stato capace di tenersi un coniuge? Come sono andate le cose ai suoi precedenti clienti? Li ha spinti a distruggersi a vicenda e a distruggere tutti i loro beni oltre che la psiche dei loro figli? In che rapporti è con suo padre e sua madre? Avvocati e psicologi divorziati tendono a spingere i loro clienti a divorziare. Avvocati e psicologi che hanno un pessimo rapporto con propri genitori, tenderanno a caricare il loro odio per le famiglie nella psiche dei loro clienti. Pessimi psicologi per motivi ideologici e pessimi avvocati per motivi di professione aggressiva, a volte spingono a mentire. Nel momento in cui l’astio sommerge e qualcuno soffia sul fuoco, molte persone cedono e mentono. Ci sono donne che inventano abusi del marito, abusi inesistenti su di loro o sui figli, uomini che accusano le mogli, o ex tali, di aver rapito i figli perché, d’accordo con loro, li hanno portati in un’altra regione o in un’altra nazione a trovare la nonna. Quando questo succede allora intervengono i servizi sociali e i bambini si trovano negli orfanotrofi di Stato chiamati casa famiglia. Quando questo succede, si attua il meccanismo perverso della criminalizzazione della vittima. Tutti odiano sentirsi in colpa. Se commettono quindi un’azione scorretta, molte persone convincono il loro cervello a ingigantire tutte le mancanze dell’altro così da giustificare sia la prima che le altre successive carognate. A ogni colpa commessa verso l’altro, aumenta l’odio verso l’altro. Se mentre siamo nel momento di astio incontriamo qualcuno che getta benzina sul fuocherello e se questo qualcuno è un professionista che ha qualcosa di guadagnarci, il disastro è totale. Non è possibile essere un cattivo coniuge e un buon genitore. Il nostro coniuge è l’altro genitore del figlio. Azzannare l’altro genitore vuol dire azzannare il figlio, immiserire l’altro genitore trascinandolo in cause e distruggendolo sul lavoro, rende più povero il figlio. Chi accusa falsamente l’altro coniuge, trasforma il figlio nel figlio di un delinquente. E, invece, è lui un delinquente. Consiglio: non parlate a nessuno dei vostri guai coniugali. Sono affari vostri. In più, quando le cose vanno bene, vanno bene. È quando vanno male che andiamo a confidarci con qualcuno. Noi ci confidiamo solo quando le cose vanno male. Il nostro confidente sente sempre il male e non sente il bello, ha l’impressione che il nostro matrimonio sia una palude di male, butterà benzina sul fuocherello e questo brucerà tutto il bene. E se qualcuno si confida con noi, buttiamo acqua su quel fuocherello, facciamo ricordare i momenti migliori, parliamo del bene e del sacro. Teniamo la barchetta a galla. È a questo che servono gli amici.
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