2023-11-04
La maggioranza ancora al lavoro alla toppa sulle pensioni dei medici
Alessandro Cattaneo (Imagoeconomica)
Alessandro Cattaneo: «Emendamento del governo». Associazioni di settore sempre più critiche.Dal mondo della politica arriva una chiara richiesta a trovare quanto prima un rimedio alla stretta inserita nella legge di bilancio per i medici che vanno in pensione. «Dobbiamo occuparci del tema specifico delle pensioni dei medici e con gli emendamenti del relatore e del governo ce ne occuperemo, perché questa categoria ha specificità diverse rispetto ad altre, tenendo comunque conto del fardello che il passaggio dal retributivo al contributivo ha creato e di cui ci siamo fatti responsabilmente carico», ha detto ieri Alessandro Cattaneo, vicecoordinatore nazionale e deputato di Forza Italia. Va ricordato, infatti, che nella manovra 2024 le pensioni dei camici bianchi vengono bersagliate su tre fronti. In primis, viene riesumata quota 103 «e mezzo» che introduce sempre il criterio di 62 anni di età e di 41 anni, ma con un incremento del periodo, le finestre, per uscire dal mondo del lavoro. Da tre mesi a sei mesi di scivolo per i dipendenti privati e da sei a nove mesi per i pubblici dipendenti. C’è poi il ricalcolo pensionistico realizzato solo attraverso il sistema contributivo e dicendo addio al metodo «misto» con cui si conteggiavano anche gli anni retributivi di contributi prima del 1996 e imponendo un limite all’importo delle pensioni sino a quattro volte il minimo Inps. Infine, è stata prevista la revisione delle aliquote di rendimento delle pensioni per i dipendenti iscritti ad alcune casse previdenziali. In effetti la situazione appare complessa. Secondo un sondaggio lanciato dal sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed (che riunisce le sigle Anpo-Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed) a cui hanno risposto 1.000 camici bianchi, il 58,5% dei medici non è disponibile a lavorare di più per abbattere le liste d’attesa, nemmeno in caso di un aumento delle retribuzioni delle prestazioni aggiuntive.Particolarmente interessanti appaiono le motivazioni avanzate dai medici: il 29% dichiara di lavorare già molte ore oltre il proprio orario e non intende dunque sacrificare ulteriormente la propria vita privata; il 21,5% ritiene che non sia questa la soluzione al problema delle liste d’attesa; solo il 3,5% preferisce prolungare il proprio orario lavorando in intramoenia o privatamente mentre il 4,6% ritiene insufficiente l’aumento delle tariffe previsto. Il 18% invece lavorerà di più per abbattere le liste d’attesa perché sente il dovere di farlo, mentre il 23,4% aderirà alla richiesta per arrotondare lo stipendio.«Sono numeri che non ci stupiscono», spiega Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, «da una parte i risultati mettono in luce ancora una volta il grande spirito di abnegazione dei medici, che vengono poi ringraziati con aumenti contrattuali ben al di sotto del tasso inflattivo e con vergognosi tagli alle pensioni; dall’altra confermano quanto abbiamo sostenuto nelle ultime settimane. Chiedendo ai medici già dipendenti di lavorare di più si continua a raschiare il fondo del barile dove, da raschiare, non c’è più nulla. I medici sono stremati da condizioni di lavoro insostenibili. Hanno difficoltà ad andare in ferie o a prendersi qualche ora di permesso perché, a causa della carenza di personale, lascerebbero i servizi svuotati e i pazienti senza cure». «Il taglio dei rendimenti delle pensioni future dei dipendenti pubblici non riguarda solo gli interessati: è una questione di credibilità e di reputazione del sistema», aggiunge il segretario generale Cosmed Giorgio Cavallero riferendosi proprio alle misure della legge di bilancio in tema di pensioni. «Non si fanno leggi retroattive, non si manomettono i rendimenti concordati e pagati con contratti e riscatti. Sarebbe come se il governo decidesse di ridurre il rendimento dei titoli di Stato a tasso fisso concordati: si produrrebbe il disastro finanziario», conclude il sindacalista.
La riunione tra Papa Leone XIV e i membri del Consiglio Ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi dello scorso giugno (Ansa)
Auto dei Carabinieri fuori dalla villetta della famiglia Poggi di Garlasco (Ansa)