2019-02-21
I sindacalisti raccontano balle sulle loro pensioni
Proietti, segretario Uil, contesta quanto scritto dalla Verità sul meccanismo che consente ai dirigenti confederali di ottenere un trattamento di quiescenza senza versare il dovuto. Ma le sue affermazioni sono false. La prova? Basta leggere il sito dell'Inps. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/pensioni-dei-sindacalisti-e-balle-del-sindacato-2629530292.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-lettera-di-domenico-proietti" data-post-id="2629530292" data-published-at="1758065138" data-use-pagination="False"> La lettera di Domenico Proietti L'articolo del direttore Maurizio Belpietro, in merito alle cosiddette «pensioni dei sindacalisti», pubblicato il 18 febbraio, contiene alcune imprecisioni. Ricordiamo, intanto, che la libertà sindacale è sancita dall'art. 39 della nostra Carta costituzionale. Nel sistema previdenziale italiano, inoltre, non c'è nessuna norma ad hoc volta a disciplinare le pensioni dei sindacalisti. Quindi non esiste alcun privilegio rispetto a tutti gli altri cittadini.Il direttore afferma che «Cgil Cisl Uil hanno decine di migliaia di dipendenti, ma la pensione dei funzionari è interamente a carico dell'Istituto, non del sindacato». Questa affermazione è infondata, perché i dipendenti sindacali pagano le tasse prima di prendere lo stipendio e versano di tasca propria i contributi previdenziali. Pertanto, non c'è alcun peso per la collettività.L'altro aspetto su cui si crea confusione è quello relativo ai «contributi aggiuntivi». In realtà, accade semplicemente che, quando è in distacco sindacale, un lavoratore possa percepire un'indennità: su questa si pagano sia le tasse sia i contributi previdenziali.Perché i 5 stelle hanno ritirato l'emendamento in questione? Probabile che si siano resi conto che fosse insostenibile dal punto di vista giuridico. Peraltro, la motivazione è paradossale: sarebbe stato respinto per mancata copertura finanziaria! La risposta di Maurizio Belpietro Caro Proietti, a essere impreciso è lei, che scrive di cose di cui non sono certo usufruisca, ma che sicuramente non conosce. E per dimostrarlo andrò per punti.Primo: lei dice che la libertà sindacale è sancita dall'articolo 39 della nostra Costituzione. Vero. Questo però non significa che il sindacato sia libero di far pagare i suoi costi di funzionamento ai contribuenti, come invece avviene a proposito dei contributi figurativi. Secondo: lei sostiene che non esiste norma ad hoc per i sindacalisti e di conseguenza neppure alcun privilegio. Falso. Infatti è sufficiente connettersi al portale dell'Inps e accedere al capitolo intitolato Le pensioni dei sindacalisti. Cito solo un passaggio: «I sindacalisti, al contrario di altre categorie analizzate in questa sezione, non appartengono a una gestione previdenziale a sé stante. Tuttavia hanno regole contributive diverse dagli altri lavoratori perché possono vedersi ugualmente versati i contributi (o addirittura lo stipendio) da enti terzi rispetto al sindacato presso cui prestano effettivamente il proprio lavoro e perché possono, prima di andare in pensione, farsi pagare dalle organizzazioni sindacali incrementi delle proprie pensioni a condizioni molto vantaggiose». La norma ad hoc da lei negata è contenuta nell'articolo 3, commi 5 e 6, del decreto legislativo 564/1996, la cosiddetta legge Treu, dal nome del ministro del governo Prodi che la varò, grande amico del sindacato. Terzo: lei nega che ci siano funzionari la cui pensione è interamente a carico dell'Istituto e non del sindacato, parla di tasse e aggiunge che i dipendenti sindacali pagano di tasca propria. Falso. È sempre l'Inps che lo spiega, segnalando che nel 2013 (chissà perché con la gestione Boeri i dati sono fermi a cinque anni fa?) sono stati 2.773 i lavoratori in aspettativa non retribuita per motivi sindacali nel settore privato, mentre nel settore pubblico i dipendenti in distacco sindacale erano 1.045 cui si sommano altri 748 dipendenti in aspettativa. Ma cosa succede a questi sindacalisti in aspettativa? Risponde l'Inps: «Nonostante la sospensione del rapporto di lavoro, la posizione del rappresentante sindacale in aspettativa non retribuita viene tutelata sotto il profilo pensionistico con l'accredito di contributi figurativi (sia quelli dovuti dal datore sia quelli dovuti dal lavoratore) a carico della gestione previdenziale alla quale il lavoratore è iscritto». Traduco: paga Pantalone, cioè non il sindacato ma i contribuenti. Esattamente ciò che avevo scritto. Quarto: lei scrive che io faccio confusione sui «contributi aggiuntivi» e sostiene che quand'è in distacco un lavoratore possa percepire un'indennità e su questa pagherà i contributi. Falso: e anche qui ci soccorre il portale dell'Inps. I versamenti della contribuzione aggiuntiva di natura volontaria sono regolati dall'articolo 3 commi 5 e 6 del decreto legislativo 564/1996, la norma ad hoc che secondo lei non esiste. Leggere per documentarsi: «Se il versamento della contribuzione aggiuntiva non incide su quando si può andare in pensione (ci mancherebbe!, ndr) ha riflessi importanti sul livello della pensione, soprattutto per i dipendenti pubblici che si trovano nel regime misto o in regime retributivo ante riforma Fornero. (…) In sintesi un versamento elevato di contribuzione aggiuntiva sull'ultima retribuzione incide in modo molto significativo sulla quota A, facendo aumentare anche di molto la pensione complessiva dei sindacalisti del settore pubblico, cosa che non è possibile per tutti gli altri lavoratori». Sempre sul sito dell'istituto previdenziale si spiega che cosa avverrebbe alle pensioni dei sindacalisti se non godessero di questo privilegio. «Sebbene il campione sia ridotto», scrivono gli esperti dell'ente che per anni è stato governato dagli stessi sindacati, senza la contribuzione aggiuntiva «si nota una riduzione media dell'ordine del 27 per cento sulla pensione media. In un caso si avrebbe addirittura una riduzione del 66 per cento della somma percepita». L'Inps ha anche calcolato che tra distacchi e aspettative, i dipendenti pubblici in attività sindacale sono 3.655 per un costo complessivo annuo di 113 milioni nel 2011. E stiamo parlando solo di settore pubblico e non di privato. Dunque, caro Proietti, riassumendo: molti sindacalisti godono di un privilegio che non è consentito ad altri, prendono una pensione sorretta da contributi figurativi, dunque a carico della collettività, e spesso incassano più dei lavoratori che rappresentano perché godono dei contributi aggiuntivi, che, come dice la parola stessa, aggiungono, ed essendo di solito versati nel periodo di fine carriera fanno lievitare la pensione con ulteriore danno per le casse pubbliche. Quanto ai 5 stelle, non so perché abbiano ritirato l'emendamento. Questo lo si dovrebbe chiedere a loro. A lei chiedo soltanto di rinunciare al privilegio della contribuzione figurativa e aggiuntiva.