2025-01-14
Pd ambiguo sulle violenze. È la solita doppia morale
Ora i progressisti accusano la destra di cavalcare le scorrerie dei facinorosi e invocano «equilibrio» nel gestire l’ordine pubblico Ma quando a sfilare erano i «patrioti», pretendevano il divieto di manifestazione. E con i no green pass di Trieste usarono gli idranti.Dice molto bene Elly Schlein quando dichiara che la morte di Ramy Elgaml non va strumentalizzata a fini politici. Dice bene, ma purtroppo razzola malino come spesso accade quando c’è di mezzo il Pd. Come noto domenica alcuni gruppi di sedicenti antagonisti (nel senso che non si oppongono proprio a nulla e semmai fanno da stampella al pensiero prevalente) ha messo a ferro e fuoco Bologna, utilizzando la tragedia del Corvetto e la causa palestinese come scusa per montare il consueto casino contro le forze dell’ordine e contro i comuni cittadini su cui ogni volta ricade l’onere di ripagare i danni. I furboni si sono spinti verso la sinagoga locale, come se la morte di Ramy avesse qualche relazione con quanto accade a Gaza o con il culto ebraico. I risultati sono stati quelli consueti: disastri diffusi, qualche contuso, polemiche e nessun giovamento alle battaglie che i centri sociali fingono di sostenere. Vista l’entità dei danni, la sinistra non poteva fare finta di nulla e allora se l’è cavata a modo suo cioè confondendo il più possibile le acque. Elly Schlein se l’è appunto presa con l’esecutivo: «La destra al governo la smetta di fare politica sulle violenze e sostenga invece i sindaci nel contrastarle1, ha detto. «Gli stessi sindaci cui chiedono di garantire sicurezza proprio mentre l’esecutivo taglia miliardi di euro agli enti locali». Tirando poi in ballo il sindaco di Bologna ha aggiunto: «Lepore ha ragione a chiedere unità delle istituzioni, affinché siano individuati i responsabili di questi atti inaccettabili e a sottolineare che non esistono cause giuste per devastare Bologna, né qualsiasi altra città. Le parole dei genitori di Ramy Elgaml che chiedono che la giusta richiesta di piena verità e giustizia per il figlio non sia strumentalizzata per commettere atti violenti».Elly ha offerto «pieno supporto al sindaco di Bologna e ai cittadini bolognesi per la devastazione e le violenze della scorsa notte che hanno colpito anche alcuni esponenti delle forze dell’ordine, oltre alla Sinagoga e vari esercizi commerciali». Frasi interessanti: sembra quasi che violenze e devastazioni derivino da qualche catastrofe naturale o da sfortunati eventi di origine sconosciuta. Non un riferimento alla matrice politica delle manifestazioni, non una parola sul rispetto del prossimo che solitamente caratterizza gli antagonisti. A queste condizioni, la condanna delle violenze si manifesta in tono decisamente minore, del tutto subordinata agli attacchi nei riguardi del governo. Il che non è proprio simpatico, soprattutto se si considera che nei giorni scorsi il Partito democratico ha soffiato niente male sul fuoco della rabbia per Ramy. Silvia Roggiani, segretaria lombarda del partito, ha accusato senza mezzi termini i carabinieri di avere ammazzato il ragazzo e di avere addirittura esultato per la sua morte. Ancora ieri, a Radio Cusano Campus il dem Toni Ricciardi insisteva a dire che, vista la gravità dei fatti del Corvetto, sarebbe necessario da parte delle forze dell’ordine un atteggiamento diverso: «Che ci siano stati comportamenti errati è un fatto», ha dichiarato Ricciardi riferendosi alle manifestazioni bolognesi. «Dopodiché con la morte di Ramy è accaduto un fatto grave e probabilmente servirebbe un po’ più di equilibrio e di attenzione nella gestione dell’ordine pubblico, da parte di chi coordina gli operatori che si trovano su strada». Non si capisce bene che dovrebbero fare gli agenti: lasciare che gli antagonisti si sfoghino sfasciando le città mentre gli agenti guardano?Ebbene, non ci risulta che in altre circostanze i sinceri democratici abbiano esibito la stessa tolleranza e la medesima attenzione alle sfumature dell’emotività. Quando le manifestazioni sono di destra, anche se pacifiche, gli amici del Pd mostrano le zanne. Restando sempre nelle vie di Bologna, ricordiamo quando qualche mese fa gli Casapound e Rete dei patrioti organizzarono una sfilata in città, per inciso autorizzata dalla pubblica sicurezza. Ancora prima che il corteo si svolgesse, il sindaco Matteo Lepore rilasciò dichiarazioni per fare capire che non apprezzava. E così fece il suo compagno di partito Andrea De Maria, che parlò di «uno sfregio alla nostra città, medaglia d’oro della Resistenza». Andò a finire che a sfregiare davvero Bologna furono ancora una volta gli antagonisti, che si schierarono in buon numero per opporsi al corteo destrorso e, non riuscendoci, si sfogarono sull’arredo urbano. Anche in quel caso le condanne da sinistra furono tenui, e anche in quel caso il Pd, spalleggiato dall’Anpi, diede la colpa ai perfidi fasci. Lepore li ha tirati ballo persino domenica. Prima si è lagnato un po’ per le devastazioni: «Sabato sera a Bologna non c’è stato nessun corteo, ma persone che si sono organizzate sui social e subito si sono messe a devastare e a incendiare cassonetti», ha dichiarato. «Difficile stabilire chi siano i protagonisti, anche se conosciamo le reti dei collettivi studenteschi, da sempre protagoniste di manifestazioni antagoniste, e i comitati spontanei per Ramy». Se non fosse patetico ci sarebbe da ridere: il sindaco di Bologna ancora finge di non sapere chi siano i responsabili del caos, si limita genericamente a evocare un’area, la stessa che fino all’altro giorno ha di fatto appoggiato. «Nel nostro Paese», dice ancora Lepore, «ci sono forti tensioni politiche e sociali da un anno: a volte cortei, a volte queste fiammate quasi inspiegabili, poi le sfilate di Casapound e dei Patrioti. E qualcuno che tende a strumentalizzare: il dibattito politico non ci va leggero e cerca capri espiatori». Meraviglioso: ci sono tensioni da un anno, dice, come se il suo schieramento non fosse in prima fila ad alimentarle. Funziona così, lo sappiamo. Se gli antagonisti fanno danni li si giustifica o non si infierisce più di tanto. Se invece le forze dell’ordine ci vanno più dure del solito, ecco che partono i pianti e i lai, come accaduto dopo le manganellate volate a Pisa, che produssero addirittura una reprimenda del Quirinale. E se, infine, i cortei o le proteste sono organizzate da qualcuno che non appartiene al novero dei buoni o alla cerchia degli amici, si invocano divieti, censure, repressioni e manganelli. Quel che accadde a Trieste con gli idranti noi ce lo ricordiamo ancora. E ci ricordiamo pure che non ci fu mezzo esponente del Pd disponibile ad alzare un dito. In quel caso stavano tutti con la polizia, forse perché aveva torto.
Jose Mourinho (Getty Images)