2023-12-22
Nel Patto di stabilità più flessibilità ma pure più poteri alla Commissione
Ursula von der Leyen (Ansa)
In cambio di parametri meno rigidi Bruxelles ottiene maggiore discrezionalità politica. Un indice darà un premio soggettivo. A decidere saranno i burocrati: il voto alle Europee sempre più fondamentale.Le premesse del ministro Giancarlo Giorgetti erano molto semplici: «Non possiamo votare durante una riunione online una riforma» che cambierà i bilanci degli Stati «per i prossimi 30 anni». Il riferimento era all’Ecofin straordinario che si è tenuto l’altro ieri. Qualcosa è evidentemente successo che ha fatto cambiare idea. Al di là delle critiche pretestuose della sinistra, dell’opposizione e dell’ottimismo eccessivo di alcuni rappresentanti del centrodestra sono ancora le parole di Giorgietti a dare il tono. «Compromesso». L’entità del compromesso la capiremo dai dettagli contenuti nel testo. Dalle prime informazioni reperite possiamo già però capire che la flessibilità si muoverà lungo due assi. Uno quantitativo e uno qualitativo. Il vecchio articolo 4 del Fiscal compact, che prevedeva la procedura di rientro a un ritmo medio di un ventesimo della quota in eccedenza senza se e senza ma, viene sostituito dall’articolo 6 bis. Qui dentro si distingue il livello di indebitamento e si chiede a quegli Stati con un rapporto debito Pil superiore al 90% un taglio dell’1 per cento. Per capirsi, con il vecchio metodo dovremmo potare il 4%, con il nuovo solo l’1. Il calcolo inoltre si farà sulla media del quadriennio.L’altra gamba della riforma tocca invece il rapporto deficit/Pil. I nuovi testi dovrebbero prevedere che l’aggiustamento fiscale prosegua fino a una quota di deficit strutturale pari all’1,5% del Pil. Anche qui rispetto alle vecchie norme il margine di intervento crea un cuscinetto che a valori attuali viaggia intorno ai 35 miliardi all’anno. I due pilastri (riduzione del debito e del deficit) non viaggiano del tutto paralleli, ma si intersecano e la riduzione del secondo permette di far slittare il taglio del primo parametro nell’attesa che le performance economiche migliorino. Il governo si aspetta, almeno stando alle simulazioni messe a terra dalla Commissione, che la velocità di aggiustamento in futuro sarà inferiore rispetto a quella prevista dal Fiscal compact approvato e inserito pure in Costituzione. A questi parametri si aggiungeranno le novità che probabilmente hanno spinto Giorgetti a cambiare idea. Di fronte a rapporti sbilanciati di deficit e Pil, come nel caso dell’Italia, la Commissione per un periodo che va fino al 2027 può aggiustare e abbassare il parametro di riferimento per non intralciare la messa a terra del Pnrr e del Green deal. In pratica, mettendo mano al vecchio articolo 11 si creerà un cuscinetto in grado di fornire bonus in relazione agli obiettivi di riforme e di investimenti raggiunti in termini di investimenti green, digitali e nel campo della Difesa. In aggiunta è stata concesso lo scomputo della quota spesa in interessi sul debito. Fino al 2027. Facciamo bene attenzione però. Lo scomputo è possibile solo se nel frattempo l’Italia, così come gli altri Paesi che hanno accettato il Pnrr, rispetta il vincolo interno di bilancio. Tradotto: se si continua a fare investimenti in green, digitale e Difesa. In altri termini, dal calcolo di bilancio vengo tolti gli interessi solo se rispettiamo la tabella di marcia del Pnrr. Non è un dettaglio ma un elemento importante. Perché porta la questione a livello politico. La flessibilità che obiettivamente permette il nuovo Patto di stabilità si paga concedendo alla Commissione un ruolo sempre più politico. Sia nel versante del controllo della messa a terra del Pnrr (è già così adesso) sia nel controllo dei contenuti e dei piani di investimento. In futuro i singoli governi avranno meno voce in capitolo sui grandi pacchetti di spesa. I progetti strategici saranno così decisi dall’Ue. Agli Stati nazionali resterà da approvare alla fine dell’anno una manovra sempre più striminzita. Qualcosa come il 5% delle spese correnti. Il governo aveva avanzato anche una richiesta specifica relativa alla clausola di «no back loading» per le spese finanziate dentro il Pnrr. La richiesta è stata accolta e quindi nella pratica avremo margini di rientro ancora più flessibili nel primo biennio. Una concessione che però non smonta il potere politico che la Commissione si sta intestando. Potere che si comprenderà il prossimo anno, quando capiremo meglio la soggettività delle valutazioni. La velocità di aggiustamento, con le nuove regole, sarà tarata sulla base del debt sustainability analysis, una sorta di indice che darà i voti alla nostra economia. Più i voti sono alti più ci sono margini. Il contrario è intuitivo. Qui starà il grande potere della Commissione. Senza contare che si affiancherà a un secondo tipo di potere anch’esso soggettivo. Ci riferiamo ai nuovi parametri in capo alla Bce nell’atto di acquistare debito pubblico dei Paesi membri. Le due ganasce assieme possono salvare o sommergere un Paese. Un fatto che non viene certo sbandierato. Certo, per il centrodestra sarà molto importante vincere le prossime elezioni Ue, o almeno piazzarsi bene. Poter avere una voce in capitolo a Bruxelles sarà prioritario. Resta una ultima valutazione. Così come i Parlamenti locali si limiteranno a ratificare testi o muovere qualche emendamento alla manovra, pure i governi locali avranno poca voce in capitolo sul futuro dei cittadini europei. La politica con questo nuovo Patto (che sicuramente per noi si rivela migliore del vecchio e potenzialmente più stimolante) trasloca a Bruxelles. Si farà lì. Così come lì si decideranno le strategie economiche, la gestione dei grandi progetti di Difesa e di nuova tecnologia. Il tema è però che al momento a Bruxelles ci sono solo burocrati e non politici. I primi non saranno mai statisti, i secondi non frequentemente ma possono esserlo. La sfida è questa. E passerà, come sempre, attraverso il controllo del denaro e delle tasse.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.