2024-07-18
Patto anti green tra Italia e Olanda
Dopo la vittoria di Geert Wilders il nuovo governo dell’Aja ha cambiato rotta. Nell’intesa con Roma lo stop agli oneri burocratici che rallentano le piccole e medie imprese.Le politiche green e le direttive europee che ne regolano l’attuazione sul campo, spesso cervellotiche e di complicatissima comprensione, con regole che si sovrappongono l’una all’altra in maniera disordinata e irrazionale, non possono e non devono più continuare a penalizzare la produttività delle grandi e soprattutto piccole e medie imprese. È il pilastro sul quale poggia le sue basi l’importante accordo firmato ieri a l’Aja tra Italia e Olanda. La dichiarazione congiunta rilasciata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e dal ministro dell’Economia del Regno dei Paesi Bassi, Dirk Beljaarts, oltre a una ricognizione sulle relazioni economiche bilaterali, contiene spunti interessanti sotto un profilo politico più ampio, europeo. Il nuovo governo olandese, del resto, guidato dal primo ministro Dick Schoof e che vede come principale azionista di maggioranza il trionfatore delle elezioni, il sovranista Geert Wilders, è politicamente affine all’esecutivo italiano col quale condivide le aspre critiche alle politiche turbo-ambientaliste. Le economie di Italia e Olanda, ricordano Urso e Beljaarts, si rafforzano reciprocamente, con un volume di scambi condiviso di oltre 48 miliardi di euro in beni e oltre 14 miliardi di euro in servizi lo scorso anno. I due ministri hanno discusso di semiconduttori, di normative favorevoli alle imprese e dell’industria della difesa dell’Ue. Tra i vari aspetti sottolineati nella dichiarazione congiunta, non mancano riferimenti alle politiche green radicali. «Sottolineiamo», scrivono i ministri, «la necessità di sbloccare il potenziale tecnologico e innovativo delle aziende europee attraverso un sostegno ben mirato e dopo un’adeguata analisi dei problemi a livello europeo e nazionale alle industrie strategiche e un ambiente normativo più efficiente e favorevole alle imprese in tutta l’Ue, in particolare per le nostre pmi, che sono importanti per salvaguardare condizioni di parità e un mercato interno sano. Dovremmo approfondire l’impatto della legislazione dell’Ue», sottolineano Urso e Beljaarts, «per migliorare l’attuazione e l’esecuzione efficaci, e il ruolo del Comitato europeo di controllo normativo dovrebbe essere rafforzato. Al fine di evitare oneri inutili per le imprese dell’Ue, quando viene creata una nuova legislazione, questa dovrebbe sostituire o fondersi con un testo esistente per sostenere il principio “uno dentro, uno fuori”». Un esplicito invito all’Europa a dotarsi di una legislazione semplice e efficace, rispetto a quella attuale che spesso e volentieri costituisce per le imprese una barriera insormontabile di leggi e leggine che si sovrappongono tra loro. «La base tecnologica e industriale della difesa europea», argomentano i ministri, «dovrebbe essere rafforzata per ridurre le nostre dipendenze strategiche e aumentare le nostre capacità. Siamo quindi convinti che con una struttura più inclusiva e integrata del mercato europeo della difesa, invece dell’attuale organizzazione su base nazionale, tutti gli Stati membri ne trarranno beneficio»
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