2023-07-13
Passa al pelo la legge Natura. Pse e Verdi l’annacquano per farla digerire all’Aula
Dopo il primo voto che ha respinto con un margine risicatissimo la richiesta di rigettare la norma, è stato approvato un testo «soft» che non tocca l’agricoltura .Il Parlamento europeo ha salvato la legge sul ripristino della Natura con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni e ha bocciato con 312 voti a favore, 324 contrari e 12 astensioni la mozione per respingere in toto la proposta della Commissione Ue presentata dai popolari del Ppe. Applausi e abbracci nell’ala sinistra dell’emiciclo di Strasburgo dove siedono Socialisti e Verdi. Mentre il presidente del Ppe, Manfred Weber, l’ha definita una «empty win», una vittoria vuota. «Tanti emendamenti, di Renew e di singoli eurodeputati, sono stati approvati. Allora mi chiedo come mai i Verdi abbiano appoggiato il testo, è una falsa vittoria per loro, abbiamo perso per una manciata di voti. Questo fascicolo è fortemente politicizzato, ecco perché non mi sembra positiva la gestione della Commissione», ha dichiarato Weber in conferenza stampa dopo il voto. «Io non ho mai visto The Left applaudire una posizione del Consiglio», ha osservato dal canto suo la vicepresidente del gruppo Eshter de Lange. La botta per i Popolari c’è stata, sia chiaro. Senza la spaccatura interna al Ppe la legge sul ripristino della natura sarebbe stata rigettata. Facciamo un confronto tra la prima votazione sulla mozione di rigetto e quella cruciale sul testo della Restoration Law. Dopo la bocciatura della proposta di rigetto del regolamento, infatti, la Plenaria ha cominciato ad esaminare gli emendamenti - circa 140 -presentati al testo. Compresi quelli di Renew Europe che puntavano al compromesso riportando di fatto la proposta della Commissione al testo, più morbido, approvato dal Consiglio Ue lo scorso giugno. Ebbene, tra le due votazioni si sono spostati 13 voti, un astenuto in più e 12 che sono passati dal blocco Ppe-Ecr (conservatori e riformisti) - Identità e democrazia a quello dei socialisti e dei verdi. Alla fine, tra i contrari figurano anche 15 del gruppo del Partito popolare europeo (e 3 tra gli astenuti). Sono invece 21 gli eurodeputati popolari che hanno votato a favore dell'approvazione del via libera per i negoziati. A favore hanno votato anche 5 eurodeputati del gruppo dei conservatori di Ecr (più un astenuto). Escono spaccati dalla votazione anche i liberali di Renew: ben 27 hanno votato a favore del rigetto, 64 quelli contro. Nessuna sorpresa, invece, tra le delegazioni italiane: i partiti della maggioranza di governo non hanno avuto defezioni nella loro posizione contraria al testo. Il Ppe, insomma, non ha tenuto ed è mancata la spallata finale. Ma il grosso del partito ha votato in maniera più compatta, rispetto al passato, dalla parte della destra. Non solo. I Socialisti e i Verdi, con l’assist dei liberali di Renew, hanno fatto passare testo mediato dal Consiglio e non quello della Commissione Ue, convincendo un pezzo del Ppe ma accettando di togliere una parte della versione più strong presentata all’inizio. Non a caso, ieri, l’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, ha brindato al fatto che «è passata la linea da noi fortemente sostenuta di tutela della produzione agroalimentare attraverso emendamenti che prevedono l’esclusione degli ecosistemi agricoli dal campo di applicazione della legge, l’eliminazione dell’obiettivo di riduzione del 10% della superficie agricola produttiva, la richiesta di utilizzare fondi esterni alla Pac e alla politica della pesca per la copertura dei deficit di finanziamento e il riferimento diretto alle clausole specchio ed alla reciprocità verso Paesi terzi». Ma cosa è cambiato rispetto al testo iniziale? «Non siamo riusciti a fermare la norma ma ne abbiamo attutito gli effetti. È passato un emendamento di Ecr, cioè nostro, soppressivo di tutto l’articolo 9 che riguardava l’obbligo per gli agricoltori di ripristinare degli ecosistemi agricoli. Siamo riusciti ad espungere dalla norma quello che avrebbe danneggiato gli agricoltori, e questo è un bellissimo risultato. Combinato con il voto sulle emissioni industriali, che ugualmente esclude dal regolamento le emissioni prodotte dai bovini, produce un quadro normativo che conserva lo status quo. Abbiamo protetto agricoltori e allevatori», sottolinea l’europarlamentare Pietro Fiocchi (Fdi).Col voto di ieri gli eurodeputati hanno chiesto che, entro il 2030, l’Ue adotti misure che coinvolgano almeno il 20% delle sue aree terrestri e marine. Il Parlamento ha proposto che la normativa si applichi solo una volta che la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e dopo che i Paesi della Ue avranno quantificato le aeree da ripristinare per raggiungere gli obiettivi per ogni tipo di habitat. Il Parlamento vuole anche introdurre la possibilità di rinviare gli obiettivi di ripristino in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali. Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrà valutare l’eventuale divario tra le esigenze finanziarie del ripristino e i finanziamenti Ue disponibili e studiare soluzioni per colmare tale divario, in particolare attraverso un apposito strumento dell’Ue. La proposta di legge non impone la creazione di nuove aree protette nell’Ue né blocca la costruzione di nuove infrastrutture per l’energia rinnovabile.