Pesano i postumi della crisi pandemica, l’inflazione e le incognite legate al conflitto. Spariranno i visitatori dalla patria di Vladimir Putin: erano quasi 2 milioni prima del Covid.
Pesano i postumi della crisi pandemica, l’inflazione e le incognite legate al conflitto. Spariranno i visitatori dalla patria di Vladimir Putin: erano quasi 2 milioni prima del Covid.Il mondo del turismo, dopo due anni di magra, si avvicina ancora una volta al periodo pasquale con una certa preoccupazione. Oltre alla pandemia, che da oltre 24 mesi fiacca il settore, ci si sono messi pure la guerra in Ucraina e l’inflazione. L’unica consolazione potrebbe arrivare dai turisti italiani, di certo stanchi di stare tra le mura domestiche. Il problema, però, è che di quelli internazionali, in particolare russi, non c’è manco l’ombra. «L’orizzonte si è nuovamente oscurato a causa della guerra in Ucraina», spiegava Federalberghi nel corso di una audizione in Sentato di inizio aprile. «Non nascondiamo le preoccupazioni per le conseguenze che il conflitto comporta per i sistemi economici. In relazione all’impatto diretto sulle imprese turistico-ricettive, è utile ricordare che nel 2019 negli esercizi ricettivi italiani si sono registrati 1,8 milioni di arrivi dalla Russia, per 5,8 milioni di pernottamenti. Secondo le statistiche ufficiali, probabilmente sottostimate, la spesa dei turisti russi in Italia nel medesimo anno è stata nel complesso pari a quasi 984 milioni di euro», spiegano dall’associazione. Tutto questo, dopo due anni di sofferenza. «Nel 2019 il valore aggiunto dei servizi di alloggio era stato pari a 27 miliardi di euro, facendo segnare un incremento del 32% rispetto ai 20,4 miliardi del 2013. Invece, nel 2020 il valore aggiunto si è dimezzato rispetto ai livelli del 2019 (- 54%). La tendenza è proseguita nel 2021, con un calo del 32% rispetto al 2019. Analoghi segnali sono stati registrati sul fronte delle presenze turistiche: il 2020 si è chiuso con una perdita di 228 milioni di pernottamenti, equivalente ad un calo medio del 52,3% rispetto all’anno precedente, con punte che in alcune località hanno superato l’80%. Nel 2021 sono mancate all’appello 156 milioni di presenze turistiche, con un calo del 35,8% rispetto al 2019, di cui 118 milioni relative ai turisti stranieri».In particolare, sarà il periodo di Pasqua a non essere ancora quello di due anni fa, in termini di giro d’affari. «Ancora lontani i numeri della Pasqua 2019, che aveva registrato 6,1 milioni di pernottamenti: a mancare, rispetto ad allora, soprattutto le presenze straniere (-1,6 milioni)», spiegano ad Assoturism. «Le richieste di prenotazioni arrivano soprattutto dai turisti tedeschi, svizzeri e austriaci, francesi e britannici. C’è anche qualche statunitense, l’unico rilevante mercato extraeuropeo. Praticamente non pervenuto, invece, il turismo da Europa dell’Est, Russia e Asia orientale (Cina, Corea e Giappone)». Per il mondo crocieristico, invece, la musica è un po’ diversa. Nonostante una flessione generalizzata del mercato, ad avere un impatto negativo sulle prenotazioni è stato soprattutto il Covid-19. Gli effetti della guerra in Russia non si sono ancora visti troppo perché il conflitto è partito a fine febbraio e, di solito, i viaggi in nave vengono prenotati con largo anticipo.«Il settore dei passeggeri nel 2021», spiegano da Assoporti, «ha registrato una crescita in tutte le sue componenti rispetto al 2020 (locali +23,7; traghetti +39,8% e crociere +296%). Naturalmente, l’alta percentuale incrementale del traffico crociere è dovuta al quasi azzeramento dello stesso nel 2020 a causa della pandemia. Nel complesso il traffico passeggeri, se visto in confronto al 2019, segna una flessione, che testimonia come questo segmento subisca ancora gli effetti negativi legati all’emergenza sanitaria da Covid-19. L’imprevedibilità del conflitto tra Russia e Ucraina sta creando ed è destinata a creare ulteriori cambiamenti nei flussi delle merci, ma anche nel traffico passeggeri. In riferimento alle merci, si stima che quelle trasportate per via marittima da o per la Russia (Mar Nero) e l’Ucraina siano circa 38 milioni di tonnellate. Per i passeggeri e le crociere, le incertezze, i rischi e le restrizioni nell’area avranno evidentemente effetti negativi sul traffico».
Ansa
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