2022-11-20
Parte la schedatura deI medici no vax
Appena finita la «punizione» per i camici renitenti, l’Ordine di Torino manda agli iscritti sospesi una Pec per indagare le loro idee sui vaccini e minaccia provvedimenti anche per chi non risponde. Il presidente minimizza, il sindacato no: «È una inquisizione».L’emergenza è finita, la persecuzione a quanto pare no. Il governo, proprio nei primi giorni di attività, ha stabilito che i medici sospesi possano rientrare al lavoro in anticipo rispetto alla scadenza (fissata al 31 dicembre) dell’obbligo vaccinale per i sanitari. Poteva essere il primo passo verso una sorta di pacificazione nazionale, e invece i professionisti rientranti - già sottoposti a inaudite vessazioni tra cui la perdita del posto di lavoro e dello stipendio - da allora non trovano pace. In alcune regioni sono costretti a evitare i contatti con «i pazienti fragili», cosa che si traduce in una situazione al limite del demansionamento. E come se non bastasse ecco l’ultima umiliazione: un’iniziativa che ha tutta l’aria di una schedatura.Nei giorni scorsi, l’Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Torino (Omceo) ha inviato a numerosi iscritti una Pec con alcune comunicazioni e quattro domande. Un documento inquietante fin dalla prime righe, in cui si legge: «L’Ordine scrivente sta avviando un procedimento istruttorio nei confronti dei sanitari iscritti agli albi professionali che erano risultati inottemperanti all’obbligo vaccinale […] considerati i riflessi deontologici che tale determinazione assume sul rispetto delle regole deontologiche».Chiaro: non erano sufficienti la sospensione, la perdita dello stipendio e le restrizioni collegate. No, ci voleva anche il procedimento istruttorio. L’ordine torinese ricorda che «il professionista con l’iscrizione all’albo professionale si è impegnato ad affidare la propria reputazione professionale alle competenze, al rispetto delle regole deontologiche, evitando anche fuori dall’esercizio della professione ogni atto e comportamento che possa ledere il decoro, la dignità e l’immagine della professione». Dopodiché, l’Omceo precisa: «La vaccinazione, ed a maggior ragione quella obbligatoria per legge ai fini di prevenzione della salute individuale e collettiva, si iscrive nei doveri deontologici del medico, tenuto a tutelare la salute individuale e collettiva».Date tali premesse, l’ordine invita ogni medico sospeso a «fornirci le sue deduzioni sulla (in allora) accertata inosservanza dell’obbligo vaccinale, avuti presenti i principi deontologici sopra richiamati. In particolare», scrive l’Omceo, «gradiremmo conoscere le motivazioni del suo rifiuto alla vaccinazione, la sua posizione rispetto alle pratiche vaccinali tanto obbligatorie, quanto facoltative, le modalità con cui ha garantito la sicurezza e la prevenzione del contagio nel suo studio, le modalità di aggiornamento del Dvr (documento valutazione rischio)».Seguono quattro domande, tre a risposta chiusa e una a risposta aperta. L’Ordine vuole sapere se i medici siano contrari all’obbligatorietà del vaccino anti Covid o all’obbligatorietà di tutti i vaccini, se abbiano rifiutato il siero per esigenze di salute, e come abbiano gestito i pazienti dopo la sospensione. Il questionario lascia poi alcune righe bianche per eventuali considerazioni da parte del medico interrogato.Che non si tratti di un semplice sondaggio lo chiariscono le righe conclusive del documento, in cui si legge: «Si evidenzia che l’indagine disposta dalla Commissione albo odontoiatri ai sensi dell’articolo 39 del Dpr 221/50 e le deduzioni richieste dovranno pervenire entro e non oltre 30 giorni dalla presente, con avvertimento che in difetto il procedimento proseguirà egualmente il suo corso».A prima vista, dunque, la lettera dell’Ordine torinese appare sconcertante. Sembra a tutti gli effetti una profilatura dei medici che potrebbe persino tradursi nell’emissione di provvedimenti per violazione della deontologia professionale. Così abbiamo chiesto a Gianluigi D’Agostino, presidente della Commissione albo odontoiatri dell’Omceo, di fornirci qualche chiarimento. Il dottore è stato molto disponibile, e ha fatto di tutto per abbassare i toni: «Si tratta semplicemente di una iniziativa a fini conoscitivi», ha detto. «Vogliamo aprire un dialogo con i medici che non si sono vaccinati, capire le loro motivazioni. Non a caso il 29 novembre abbiamo organizzato un primo incontro con tutti gli iscritti proprio per discutere dell’obbligo. Vogliamo confrontarci, capisce? Io credo che ci siano violazioni sul piano deontologico da parte di chi non si è vaccinato, ma come Ordine abbiamo deciso a prescindere di non avviare procedure in questo senso».Certo, il dialogo sarebbe un’ottima idea. Solo che nel documento inviato non c’è l’invito a una chiacchierata fra amici, bensì l’apertura di un procedimento istruttorio. Secondo D’Agostino, si tratta di una specie di escamotage: «Citiamo la possibilità di un procedimento perché è un modo per avere risposte», dice. «Alcuni rispondono ai quesiti solo per paura del procedimento, altrimenti non lo fanno. Non abbiamo bisogno di alcuna profilatura, io so esattamente chi sono i medici non vaccinati, chi su Facebook mi ha dato del collaborazionista eccetera. Per altro abbiamo già ricevuto alcune risposte: c’è chi mi ha detto “fatti i cazzi tuoi” e chi ha chiesto rassicurazioni, e io gliele ho fornite. Ripeto, vogliamo semplicemente capire, comprendere quanti abbiano idee intelligenti e quanti siano fuori dall’ambito della scienza».Ecco, diciamo che quest’ultima frase, che D’Agostino si è lasciato sfuggire dopo qualche domanda, non lascia tranquilli. E infatti i medici torinesi alle sue parole non credono proprio. «Se avessero voluto il dialogo», ci spiega un professionista che ha ricevuto la lettera e vuole restare anonimo, «avrebbero risposto a tutte le email e le Pec che abbiamo mandato nei mesi scorsi chiedendo un confronto scientifico. Stando a quanto c’è scritto su quel foglio, l’Ordine vuole aprire un procedimento, punto».Ne è convinto anche Dario Giacomini, presidente del sindacato Di.Co.SI. Contiamoci. «Questo è l’inizio di un provvedimento disciplinare a tutti gli effetti», spiega. «Siamo in piena inquisizione. E gli ordini sono più realisti del re che ha fatto decadere l’obbligo e ha reintegrato i sanitari che non si sono sottoposti alla vaccinazione. Questo dimostra malafede nei vertici ordinistici. Chiediamo l’intervento immediato del presidente Fnomceo, il dottor Filippo Anelli, nei riguardi del presidente dell’Omceo di Torino che sta adottando queste azioni punitive. Un suo mancato intervento andrebbe a integrare una violazione della normativa attuale sul vaccino anti Covid. Qualora ciò avvenisse chiederemo le dimissioni immediate del dottor Anelli dalla presidenza della Fnomceo».Come è facile immaginare, a Torino la tensione è alle stelle, e non da oggi. Nei mesi scorsi i vertici dell’Ordine erano stati messi in minoranza durante la votazione per l’approvazione del bilancio. Seguirono scontri interni anche ruvidi, nuove votazioni, polemiche a mezzo stampa. E ora arriva il questionario per i non vaccinati. Diciamo che, se l’obiettivo è dialogare e calmare gli animi, la schedatura non è esattamente la strada giusta.