2025-01-28
«Paradise», la nuova serie thriller targata Disney+
True
La serie tv, i cui primi tre episodi debuttano oggi su Disney+, per avere poi una messa in onda settimanale, porta la firma di Dan Fogelman, creatore della lacrimevole eppur magnetica This is us.La firma, sul comparto produttivo di Paradise, è nota e arcinota. Porta il nome di Dan Fogelman, l'uomo assurto a feticcio di critica e pubblico per aver creato la lacrimevole eppur magnetica This is us. Drammi familiari, piccoli e grandi fatiche del vivere quotidiano e, a suggellare il tutto, la consapevolezza di come ogni esistenza per dirsi vera debba essere dicotomica, e portare in sé il contrasto, il conflitto (anche e soprattutto emotivo).This is us ha creato uno spartiacque nella narrazione televisiva, Paradise non lo farà. La serie tv, i cui primi tre episodi debuttano oggi su Disney+, per avere poi una messa in onda settimanale, non è tanto rivoluzionaria. Si difende, però, lo fa attraverso una storia meno originale, quella di una comunità esclusiva, la cui serenità pigra e apparente viene rotta dalla violenza della morte. Un po' Big Little Lies, dunque, ma con personalità di spicco ad animare l'eden.Paradise racconta di una vita ritirata, quella di alcune fra le personalità più influenti della Terra. Vivono tra loro: simili ricchi e potenti, ben protetti dalle mura del loro giardino dorato. Un giorno, però, qualcosa cambia, si incrina. Un uomo muore, non uno qualunque, non di morte naturale. Cal Bradford, presidente degli Stati Uniti d'America, viene ammazzato. A scoprirne il corpo, è Xavier Collins, suo addetto alla sicurezza. Ed è lo stesso Collins a finire al centro dell'inchiesta che scuote Paradise, lui che avrebbe dovuto proteggere il presidente e, invece, s'è classificato come l'ultimo ad averlo visto in vita. Paradise, che da sinossi e premesse sembrerebbe configurarsi come un giallo fra tanti, si svela pian piano. L'idillio, la sua rottura improvvisa, il mistero. Quindi, il dipanarsi di una matassa che pare avere a che fare con la fantapolitica: una cospirazione nata fra i corridoi della Casa Bianca, e di qui l'interrogatorio di un agente sospettato, le riunioni di Stato Maggiore, le informazioni top secret sulla sicurezza nazionale e via fino alla confusione. Una confusione che non è strutturale, ma funzionale al racconto. A perdere la bussola, e insieme la capacità di orientarsi fra gli intrighi e le bugie, è lo spettatore. E c'è del buono in questo smarrimento, perché è il caos a rendere avvincente il thriller.Paradise, che sulla carta potrebbe correre il rischio di essere scambiato per altro, per una delle cento serie che muovono da premesse simili, riesce a non perdersi nella costruzione del proprio mistero. I colpi di scena, le virate improvvise, le congiure: ogni cosa è pianificata, ponderata e nulla viene dimenticato sulla strada della conclusione. Cosa che dovrebbe essere alla base di ogni buon giallo, ma che sempre più spesso, invece, sembra non contare più.