2025-01-21
Il Papa e i vescovi aprono le frontiere ma Donald tira dritto: cancellato lo ius soli
Bergoglio e il vescovo di Chicago contrari alla stretta. Che invece arriva: stato di emergenza ai confini ed esercito contro le Ong.Il primo obbiettivo è ripristinare il cosiddetto titolo 42 che blocca i migranti, con Chicago che diventa il fulcro dello scontro tra Donald Trump, democratici e chiesa cattolica proprio sul fronte dei clandestini. Con una raffica di dieci ordini esecutivi nelle primissime ore di governo il presidente ha deciso di alzare una diga invalicabile contro l’immigrazione irregolare, di cominciare un massiccio piano di rimpatri, e - sembra una risposta a Papa Bergoglio che lo invita a essere aperto all’immigrazione - a decretare che in Usa lo ius soli non vale più in maniera automatica per i figli dei clandestini. Lo scontro tra Washington e Vaticano non ha precedenti: Francesco ricorda, con una lettera, al presidente «la sua è terra di accoglienza per tutti», Donald Trump risponde sterilizzando il quattordicesimo emendamento della Costituzione americana che recita: «Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla loro giurisdizione, sono cittadini degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiedono». Da domani chi nasce da immigrati irregolari negli Usa non sarà automaticamente cittadino americano. Per mettere ordine ci sarà la sospensione per almeno 4 mesi dei permessi di asilo, ma la prima mossa è un massiccio programma di espulsioni. Il maistream progressista democratico lo ha battezzato come «deportazioni», per l’amministrazione sono operazioni di polizia collegate allo stato di emergenza al confine Sud, ovvero col Messico.Si parte da Chicago. Nella città che è la culla della «cultura» woke il piano di sgombero doveva scattare segretamente stamani, ma ci sono state delle fughe di notizie così si è creato un «cordone sanitario» attorno ai clandestini. Domenica tutte le chiese cattoliche di Chicago hanno ospitato i migranti, i sacerdoti del Southwest Side hanno organizzato la resistenza mentre nella chiesa Santa Rita da Cascia a Chicago Lawn sono stati distribuiti pacchi dei migranti che insieme a generi di conforto avevano un rosario, uno scialle e una statuetta del santo protettore dei migranti. Un guanto di sfida a Donald Trump che ha preceduto il messaggio assai ruvido di Francesco lo ha gettato l’arcivescovo di Chicago, cardinale Blase Cupic: «Ci opporremo a qualsiasi piano di espulsione di massa di cittadini americani nati da genitori privi di documenti. La comunità cattolica è al fianco della popolazione di Chicago per difendere gli immigrati e i richiedenti asilo. Le espulsioni di massa di cui si parla non sono solo profondamente inquietanti, ma ci feriscono profondamente. Siamo orgogliosi della nostra immigrazione». Sarà un caso, ma il l’arcivescovo Cupic ha parlato dalla basilica intitolata a Nostra signora di Guadalupe di Città del Messico; quella col Messico è la frontiera più calda.Per tutta risposta Trump ha annunciato la fine dello ius soli. Ma un’altra bordata è partita direttamente da San Pietro. Papa Bergoglio ha indirizzato una stringata, perentoria e assai fredda lettera a Trump nel giorno del suo insediamento. Scrive: «Ispirato dagli ideali della Nazione, terra di opportunità e di accoglienza per tutti, spero che sotto la sua guida il popolo americano prosperi e si impegni sempre nella costruzione di una società più giusta, in cui non ci sia spazio per l’odio, la discriminazione o l’esclusione». Francesco aggiunge: «Mentre la nostra famiglia umana affronta numerose sfide, senza contare il flagello della guerra, chiedo a Dio di guidare i suoi sforzi nella promozione della Pace e della riconciliazione tra i popoli. Con questi sentimenti invoco su di lei, sulla sua famiglia e sull’amato popolo americano l’abbondanza delle benedizioni divine». Peraltro Bergoglio sui migranti non ha mollato la presa neppure in Italia e presentando la sua autobiografia Spera ha ripetuto: «In Italia non fa figli. Faccia entrare i migranti.» Donald Trump risponde con Chicago. Se il sindaco Brandon Johnson annuncia una sorta di resistenza passiva Tom Homan - l’uomo di Trump per l’immigrazione - ha detto che i piani di espulsione vanno avanti, ma il dipartimento della polizia locale e soprattutto il governatore hanno ribadito: «Abbiamo leggi che proteggono i migranti e i migranti privi di documenti e ci assicureremo di rispettare la legge». Solo che Trump vuole cambiarle in una settimana al massimo. Il piano del presidente prevede la riattivazione del programma «resta in Messico» con l’allungamento del muro al confine (ora ce ne sono 450 chilometri), la sospensione di tutti gli ingressi da Messico, Haiti, Cuba, Nicaragua e Venezuela con la cancellazione della app voluta da Joe Biden che consentiva di richiedere asilo mentre si è in transito. Al confine tra Usa e Messico sarebbero ammassate 270.000 persone che sperano di passare prima che entrino in vigore le nuove norme. Tra le più severe c’è il contrasto armato a formazioni e bande che sfruttano i clandestini. Trump chiederà l’applicazione dell’Alien and Sedition Act del 1798 per sciogliere la Tren de Aragua un’organizzazione che si occupa di migranti, ma che sarebbe «una forza armata del governo venezuelano». Sarà anche chiesta la pena di morte per i clandestini che uccidono agenti o forze armate. Il giro di vite di Trump è solo all’inizio, ma come risposta a Bergoglio forse basta.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.