2021-01-23
Palazzo Chigi chiude in casa gli italiani ma continua a difendere i campi rom
Dopo gli ultimi casi di violenza, la Regione Piemonte tenta di riportare la legalità negli insediamenti dei nomadi. L'Ufficio anti discriminazioni della presidenza del Consiglio, però, si oppone: «Violate i diritti delle minoranze»Nessuno sembra sconvolgersi se gli italiani vengono imprigionati in zona rossa, magari sulla base di dati discutibili. C'è persino chi prova un certo fastidio davanti alle sacrosante rivendicazioni dei ristoratori ormai stremati dalle chiusure forzate. L'imperativo è star zitti e obbedire. A meno che, ovviamente, non si appartenga a una minoranza. In quel caso, tutto cambia. Se si fa parte di un gruppo sociale che si presume essere in qualche modo perseguitato o discriminato, apriti cielo: ogni tentativo di fare valere le regole diventa immediatamente un gesto oppressivo. Emblematico in questo senso è quanto avvenuto in Piemonte riguardo ai rom. La situazione dei cosiddetti nomadi, da quelle parti, non è delle più radiose. Basti ricordare quanto avvenuto a Capodanno. Ad Asti, in via Guerra, esiste un campo che da tempo occupa le cronache locali. Nel maggio scorso, ad esempio, si scoprì che gli occupanti dovevano quasi 330.000 euro di bollette dell'acqua arretrate al Comune: niente male. Ebbene in quel campo viveva un ragazzino di 13 anni che la notte di San Silvestro è stato portato al pronto soccorso in fin di vita. Si disse che un petardo gli aveva squarciato l'addome durante i festeggiamenti dell'ultimo dell'anno. Mentre i comuni cittadini restavano barricati in casa, nel campo a quanto sembra ci si dava parecchio da fare. Il povero ragazzo, purtroppo, non sopravvisse alla notte. Quando seppero che era morto, i suoi parenti pensarono bene di mettersi a sfasciare il pronto soccorso, strutture covid comprese. Già questo basterebbe a indignarsi. Ma non è finita: tempo dopo si è scoperto che a uccidere il tredicenne non era stato un botto di fine anno, bensì un proiettile calibro 12. L'intera vicenda, in questa prospettiva, assume tutt'altra valenza e diviene emblematica del disagio che ancora oggi pervade i campi, strutture che meriterebbero di essere chiuse il più rapidamente possibile. Proprio al fine di porre un freno all'illegalità, alla fine di dicembre la Regione Piemonte, su iniziativa dell'assessore di Fratelli d'Italia Maurizio Marrone, ha fatto passare un particolare emendamento all'interno del disegno di legge regionale sul turismo. Tale norma è di estremo buonsenso e prevede sanzioni tra i 250 e i mille euro e sequestro del mezzo per chi pernotta in tende o altri veicoli al di fuori delle aree di campeggio consentite. È un modo, insomma, per combattere l'abusivismo, che per altro in periodo di restrizioni risulta particolarmente odioso. Ebbene, indovinate che è successo... Contro il provvedimento anti abusivi si è mossa addirittura la presidenza del Consiglio. Per la precisione si è mobilitato l'Unar, l'ente governativo contro le discriminazioni razziali. Tale ente ha inviato alla Regione una letterina vagamente minacciosa, in cui esprime biasimo per l'introduzione della regolina sul sequestro di camper abusivi e per alcuni sgomberi di insediamenti abusivi avvenuti negli ultimi tempi. Secondo l'Unar, tali azioni «potrebbero aver aggravato situazioni individuali e familiari già critiche e di estrema fragilità qualora non fossero state previste contestualmente soluzioni alloggiative in favore delle famiglie coinvolte negli sgomberi». Non solo. L'ente anti razzismo pretende di sapere «quali misure alternative di inserimento sociale, abitativo e scolastico siano state assunte da Regione e Comune per le popolazioni rom in conseguenza degli sgomberi dei campi». Capito? In Piemonte fanno la norma contro gli abusivi e l'ente della presidenza del Consiglio si irrita e pretende di sapere che cosa abbiano fatto le istituzioni regionali onde non lasciare sul lastrico i nomadi. In più, nella lettera dell'Unar appare un riferimento al fatto che «vi è un'ampia normativa internazionale, europea e nazionale, nonché pronunciamenti della Corte europea dei diritti dell'uomo che tutelano i diritti umani delle minoranze». Come a dire: occhio che se le vostre norme sui rom non ci piacciono, possiamo portarvi davanti alla Corte europea. «È incredibile che in un momento come questo la presidenza del Consiglio, invece che pensare a imprese ristoratori e artigiani, si faccia viva con noi pensando ai rom», commenta Maurizio Marrone. «Al governo forse non sanno che i nomadi che stanno dando vita a tutti i micro campi abusivi nelle periferie di Torino e provincia hanno già ricevuto dal sindaco Appendino assegni a tre zeri come corrispettivo per accordi di rimpatrio volontario che evidentemente si sono ben guardati dal rispettare. Finora in Piemonte la polizia municipale poteva solo staccare una multa pecuniaria, che ovviamente rimaneva sulla carta, ma adesso grazie al nostro emendamento i sindaci potranno procedere al sequestro amministrativo di camper e roulotte abusivi». La Regione, insomma, ha intenzione di tirare dritto. Resta, tuttavia, l'incredulità per l'atteggiamento della presidenza del Consiglio: se si spendesse per gli imprenditori in difficoltà quanto si spende per le minoranze, forse oggi tante famiglie non rischierebbero la rovina.