2025-03-07
Palamara chiede i documenti alla Procura di Milano dopo lo scoop della «Verità»
Luca Palamara (Imagoeconomica)
Gli avvocati dell’ex magistrato hanno presentato una domanda di accesso agli atti Legnini all’amico cliente: «Oh, usciamo, chiudi con questi, eh... hai capito?».Le dichiarazioni raccolte nell’inchiesta milanese sugli spioni dell’agenzia Equalize rischiano di riaprire vecchie ferite, visto che hanno rispolverato storie in parte già emerse nella celeberrima vicenda di Luca Palamara. Negli ultimi sei anni l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, coinvolto in numerosi procedimenti, è uscito praticamente indenne da tutto. Ha patteggiato solo due accuse di traffico di influenze, una fattispecie penale quasi completamente svuotata dalla riforma Nordio, al punto da lasciare aperta la strada a un’istanza di revoca del patteggiamento.L’iniziale accusa di aver incassato 40.000 euro per favorire la nomina a procuratore di Gela si è, invece, rivelata del tutto infondata. Ma se questa contestazione è stata archiviata senza strascichi, adesso Palamara è stato chiamato nuovamente in causa per un’accusa simile, legata a un’altra promozione, quella a capo degli inquirenti di Larino. La storia è emersa grazie alle dichiarazioni rese da due dei principali indagati dell’inchiesta Equalize, il super poliziotto Carmine Gallo e l’ingegnere-hacker Samuele Calamucci, i cui verbali sono stati segretati. Le accuse sarebbero de relato e riporterebbero le presunte dichiarazioni che gli indagati avrebbero ascoltato dall’imprenditore Lorenzo Sbraccia, munifico cliente dell’Equalize e buon conoscente di Giovanni Legnini, ex vicepresidente del Csm in quota dem, quando nel parlamentino sedeva anche Palamara, il quale ha ammesso un paio di incontri con i due. L’ex presidente dell’Anm, in base alle accuse, avrebbe incassato 400.000 euro per spingere la nomina di Isabella Ginefra, esponente di punta della sua corrente, quella centrista di Unicost, ma anche affine di Marco Jacobini, ex presidente della Banca popolare di Bari, in rapporti pure con Legnini e Sbraccia. La battaglia per far promuovere la Ginefra era emersa dalle chat di Palamara, anche se Tar e Consiglio di Stato, già nel 2021, avevano provveduto ad annullare la nomina. Ma la Procura in seguito a queste dichiarazioni non ha preso ancora iniziative e alla Verità non risultano iscrizioni sul registro degli indagati legate a queste specifiche accuse. Altra questione al centro dell’indagine milanese è «l’affidamento in concessione del servizio di cassa» del Csm, che in quel momento aveva da parte una trentina di milioni di milioni di euro, alla Popolare di Bari del solito Jacobini. Della controversa vicenda si era già occupata La Verità nel 2020.I legali di Luca Palamara, dopo il nostro scoop, hanno presentato una richiesta di accesso agli atti al procuratore di Milano Marcello Viola per verificare se effettivamente risultino dichiarazioni nei confronti del loro assistito al fine di procedere immediatamente a una denuncia per calunnia, «attesa la gravità e l’infondatezza di quanto raccontato». Palamara, a tal proposito, si è messo a disposizione della Procura per qualsiasi chiarimento. Adesso gli inquirenti dovranno valutare come rispondere. Di certo nelle migliaia di pagine dell’inchiesta il nome di Sbraccia compare centinaia di volte. «Uno dei nostri clienti è il primo player nella ricostruzione […] si chiama Lorenzo Sbraccia ed è supportato da Giovanni Legnini, palesemente contro la parte del nostro presidente (Pazzali, ndr)… perché quella è estrema sinistra e lui è destra, più o meno… quindi la prima cosa che facciamo è il controllo sul nostro cliente... E se il nostro cliente ha un problema, noi il problema ce lo tiriamo in casa...». Nunzio Samuele Calamucci, l’hacker che collaborava con gli spioni della Equalize, il 4 marzo 2023 aveva già immaginato che Sbraccia e la sua impresa di costruzioni, la Fenice srl, nonostante il suo ruolo da cliente gold della Equalize, con commissioni per circa 300.000 euro in servizi, qualche rogna avrebbe potuto portarla. Solo otto giorni dopo Sbraccia era negli uffici milanesi della Equalize a raccontare di come era entrato in contatto con il patron dell’azienda, Enrico Pazzali. E riferendosi a Legnini afferma: «Quando stava al Csm non so che gli ha fatto a questo (Pazzali, ndr)... mi porti da questo!». L’imprenditore temeva di essere stato oggetto di segnalazioni di operazioni sospette, le temutissime «Sos». E a Legnini avrebbe chiesto di conoscere uno dei vertici della Guardia di finanza al quale avrebbe chiesto di effettuare dei controlli. «Mi dice (l’alto ufficiale, ndr), non c’è niente, stai tranquillo... al che io dico “ma...” dice “no, ho chiamato». In realtà le Segnalazioni di operazioni sospetta c’erano e probabilmente l’alto ufficiale ha bluffato. Calamucci, infatti, non è convinto: «Discordava con la mia informazione di scraping (furto di dati, ndr) che dicevo, guarda che a settembre io vedo la risultanza». E in quel momento Sbraccia ricorda che Legnini e il finanziere gli avrebbero consigliato di stare lontano da Equalize. «Questi sono ricattatori di merda... ci sei cascato... [...] Legnini fa: “Oh, usciamo, chiudi con questi eh... hai capito chi te l’ha detto?” mi fa a me». Ma Sbraccia non si ferma. E dopo aver chiesto a Equalize di pedinare e registrare il capo italiano della finanza strutturata di Jp Morgan, Alessandro Gatto, ha fatto spiare e seguire anche l’ex condirettore generale della Banca Popolare di Bari Gianluca Jacobini e la moglie Amalia Alicino che, dopo aver lavorato nell’istituto di credito, era passata a lavorare nella società di Sbraccia (oggi Sbr costruzioni generali). Di lei l’imprenditore chiede localizzazioni a orari precisi: «Ciao, senti se ci riesce, poi mi dici pure se c’ha un... o quello che è, riesci a farne una di adesso e una delle 21.45?». E Gallo esegue: «Va bene, va bene, te le faccio fare!». Le richieste si fanno talmente pressanti che Gallo sbotta con un collaboratore: «C’è qualcosa che non gli funziona in testa...». Ma alla fine lo accontenta: «Gli abbiamo fatto un Bingo! Gli ho mandato io la localizzazione di quella lì, di Amalia». Tra i compiti affidati alla Equalize da Sbraccia, però, ci sarebbe stato anche il monitoraggio di Jacobini. È Gallo a disporre un pedinamento: «Dovremmo fare un’altra volta quel servizio a quello stesso individuo che viene da Bari, quello che l’altra volta è atterrato a Malpensa anziché a Linate». E il target deve essere rimasto nel mirino degli spioni per diverso tempo, visto che Sbraccia, commentando con soddisfazione il servizio offerto da uno degli operatori che definisce come «molto bravo», a un certo punto afferma: «Lui mi ha beccato Jacobini più volte».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.