2025-03-20
Padova, confiscato B&B trasformato in hub per smistare cinesi irregolari
La polizia ha trovato 22 persone stipate in due stanze, in condizioni igieniche da incubo.Ufficialmente era un bed and breakfast, in realtà, hanno scoperto gli investigatori della polizia di Stato, quell’appartamento di Torre Belvedere, un anonimo casermone di cemento che si affaccia sulla ferrovia di Padova, era un formicaio clandestino, una base logistica per «smistare» cinesi irregolari. Un hub con 22 posti letto incastrati a forza in due stanze fetide e con una situazione igienica da incubo. Quando i poliziotti hanno fatto irruzione, lunedì scorso, c’erano 16 ospiti, tutti cinesi: sei completamente sprovvisti di documenti. L’immobile è stato sequestrato. I due indagati, una donna cinese di 52 anni e un suo concittadino di 73, sono stati denunciati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli è stato notificato anche un provvedimento del questore, Marco Odorisio, per il rimpatrio. La donna, si è scoperto, era regolare in Italia dal 2000, ma non sarebbe nuova ai guai: avrebbe un precedente per resistenza a pubblico ufficiale e uno sfratto pendente per ritardi sistematici nel pagamento dell’affitto. Oltre a un ordine di sfratto, si è beccata pure l’avvio del procedimento per la revoca del permesso di soggiorno. L’intervento della polizia è stato disposto dall’autorità giudiziaria padovana dopo che, un mese fa, erano stati rintracciati dieci cinesi irregolari, di cui sei al primo foto segnalamento sul territorio italiano. Non una coincidenza, ma un’anomalia evidente. Già allora gli investigatori avevano fiutato l’esistenza di un sistema organizzato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con Torre Belvedere ridotta a snodo per l’arrivo e lo smistamento di stranieri senza documenti. Da qui, il pubblico ministero Benedetto Roberti ha disposto una nuova ispezione per verificare la presenza di ulteriori clandestini e lo stato dell’appartamento, delegando gli agenti a svolgere un’attività ispettiva. Quando la polizia ha bussato alla porta, alle 7, la donna non c’era. Ma dentro gli agenti hanno trovano uno spettacolo degradante: i 22 posti letto erano stati spalmati tra il salotto e le camere, le condizioni igienico-sanitarie disastrose, una cucina e i bagni in stato di abbandono. I sei irregolari, uomini tra i 24 e i 71 anni, vengono portati in questura. Due di loro non risultano mai essere stati fotosegnalati in Italia, segno che la presunta rete che si serviva del bed and breakfast operava con discrezione, traghettando nell’ombra chiunque avesse bisogno di sparire dai radar delle autorità. Gli approfondimenti dell’Ufficio immigrazione della questura hanno fatto scattare i provvedimenti. Per cinque di loro un ordine di lasciare il Paese entro sette giorni. Per un sessantaquattrenne, invece, il destino è immediato: trattenuto in questura in attesa della convalida dell’espulsione da parte del Giudice di pace, il giorno dopo è stato scortato all’aeroporto di Milano Malpensa e imbarcato su un volo diretto a Pechino. Rimpatrio eseguito. Fin qui l’attività investigativa già conclusa. Ma l’indagine sulla base logistica per clandestini è solo cominciata. Gli investigatori ricordano almeno due precedenti: nel 2015 si scoprì che nello stesso palazzo due appartamenti ospitavano cinesi per 10 euro a notte compresi due pasti oppure per un affitto mensile di circa 300 euro, tutto rigorosamente in nero; nel 2020, invece, un altro appartamento riadattato a bed and breakfast con 16 posti letto veniva pubblicizzato sui siti cinesi come «comodo per la stazione e a pochi passi dal centro», anche in quel caso gli ospiti erano abusivi e clandestini. E negli atti dell’inchiesta ci sarebbero già dei collegamenti che potrebbero portare verso una rete di protezione per i cinesi non in regola con i documenti. Torre Belvedere, con il suo squallore nascosto dietro la facciata di un finto bed and breakfast, molto probabilmente era solo un tassello.