2021-02-16
Vaccini, gli over 80 mandati allo sbaraglio. Zero controlli, manca pure l’anagrafe
Nicola Zingaretti (S.Granati/Corbis/Getty Images)
Nessuno verifica la compatibilità tra lo stato di salute e l'inoculazione. Il ministero della Salute smentisce Nicola Zingaretti: resta l'obbligo di indossare le protezioni anche dopo l'antidoto.La task force guidata dal commissario all'emergenza, Domenico Arcuri, manda i nostri anziani a vaccinarsi in ordine sparso, senza difese nella battaglia contro il Covid. Non c'è uno straccio di documento del medico di base che attesti il loro essere idonei a ricevere la somministrazione e quando se ne tornano a casa, dopo la punturina, devono solo sperare che non si verifichino reazioni avverse. La campagna per i più anziani ieri è partita con massicce adesioni in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria, mentre in Friuli Venezia Giulia erano possibili le prenotazioni online già dal 10 febbraio, dal 13 in Campania e addirittura dal primo febbraio nel Lazio. «Quando vuole l'Italia è un bellissimo Paese, e cominciare la campagna vaccinale per uomini e donne over 80, che hanno rischiato la vita e che ora piangono perché tra qualche giorno potranno tornare ad abbracciare nipoti e figli, è quanto di più bello potevamo aspettarci», declamava ieri il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Nulla di più falso, visto che gli ottuagenari dovranno continuare a indossare la mascherina e a mantenere le distanze di sicurezza ancora per mesi, anche se con vaccino in corpo, come raccomandano il ministero della Salute e l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Dovrebbe sorprendere, invece non viene evidenziata, l'assurdità di far vaccinare gli anziani in batteria, praticamente senza filtro alcuno. «Da noi gli ottantenni si prenotano solo sul portale regionale, che è una piattaforma amministrativa. Devono indicare unicamente codice fiscale e tessera sanitari», spiega Pierpaola D'Alessandro, direttore generale dell'Asl di Frosinone, nel cui centro vaccinale sono già più di 2.000 gli anziani che hanno ricevuto la prima dose. «Quando si presentano viene fatta loro l'anamnesi, che dura circa 15 minuti, ma non sono tenuti a portare documentazioni cliniche. Nelle linee guida si legge che chiunque dovrebbe sentire prima il proprio medico di base, per verificare la compatibilità vaccinale, ma è solo un'indicazione. Nulla di obbligatorio». Firmato il consenso informato, viene inoculato il vaccino, poi il quarto d'ora d'attesa per monitorare i primissimi effetti, quindi se ne tornano a casa. Ma se hanno un quadro clinico malandato? «La stragrande maggioranza delle patologie dell'anziano è un'indicazione a vaccinare, perché rendono ancora più fragile questa categoria», precisa Maria Gabriella Calenda, responsabile della campagna anti Covid dell'Asl laziale che sta somministrando agli anziani una media di 252 farmaci al giorno. «Quindi cardiopatie, problemi respiratori, tumori, malattie neurologiche: più complicanze ci sono, più necessità c'è di vaccinare», aggiunge la dottoressa. Quanto alle complicanze, da Nord a Sud si minimizza: pochissimi eventi avversi. Il primo Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19, fornito dall'Aifa e relativo al periodo 27 dicembre- 26 gennaio, raccoglie 7.294 segnalazioni di reazioni ed effetti indesiderati su 1.550.019 dosi somministrate di vaccino Pfizer Biontech, e 39 su un totale di 14.071 dosi di Moderna. L'età media dei soggetti era di 46,2 anni perché non aveva ancora preso il via la campagna per gli anziani. Attenzione: l'Agenzia italiana del farmaco precisa che «la tipologia delle segnalazioni inserite dall'inizio della campagna vaccinale è prevalentemente di tipo spontaneo (96% circa)» e solo il 4% delle segnalazioni «è invece dovuta a progetti di farmacovigilanza attiva». Questo significa che non stiamo monitorando tutti gli eventi avversi. «Se un mio paziente accusa qualche problematica post vaccinale, è chiaro che chiama il medico di famiglia. Che di reazioni sa quello che ha letto sul sito dell'Aifa», commenta Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg). «Non solo, ma l'assurdo è che dovrei chiedere con quale farmaco è stato vaccinato perché non c'è ancora un'anagrafe vaccinale in tutte le Regioni. Non sappiamo quali nostri pazienti sono stati vaccinati, a meno che non si siano rivolti al loro medico perché non avevano accesso alle varie piattaforme. Pensi che io ho fatto le due dosi a Napoli e non ho un pezzo di carta su cui figuri il nome del vaccino che mi hanno inoculato». Il dossier dell'Aifa rende noto che il 92.4% delle segnalazioni erano riferite a «eventi non gravi», mentre i 13 casi di decessi dopo la vaccinazione sono stati in soggetti con un'età media di 86,5 anni e con una o più patologie di base. Quindi adesso più che mai, mentre stanno partendo le vaccinazioni degli over 80, la farmacovigilanza dovrebbe attivarsi e monitorare ogni reazione che mette a rischio la vita dei nostri anziani, indicati tra i soggetti più fragili. Come già riportato dalla Verità, negli Stati Uniti è possibile conoscere se ci sono state conseguenze dopo il vaccino contro il Covid andando sul sito Cdc wonder, sistema integrato di informazione e comunicazione per la salute pubblica sviluppato dai Centers for disease control and prevention (Cdc), agenzia federale degli Stati Uniti che fa parte del dipartimento della salute. Ad oggi, le morti degli over 65 segnalate sono 219. Per lo più si tratta di ottantenni e novantenni, deceduti dopo la prima dose di Pfizer Biontech. La correlazione alla vaccinazione non sempre è documentata, può essere attribuibile alle condizioni di base dell'anziano, ma se i nostri ottuagenari spesso malandati devono essere arruolati nella lotta al Covid, avrebbero diritto di essere informati che le reazioni possono essere letali.
Alberto Stefani (Imagoeconomica)
(Arma dei Carabinieri)
All'alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, con il supporto operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantacinquenne bengalese ed hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania che, utilizzando in maniera fraudolenta il Decreto flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando false proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti. L’associazione, oggi disarticolata, era strutturata su più livelli e si avvaleva di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create in vista dei “click day” oltre che di di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi. Si servivano di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.
I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, considerando che ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme consistenti. Non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria «miniera».
Nel corso delle indagini nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti hanno eseguito un intervento a Pescara sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.
Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, da anni, è impegnato nel fronteggiare su tutto il territorio nazionale il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, fenomeno strettamente collegato a quello dello sfruttamento lavorativo.
Continua a leggereRiduci