2024-02-15
Gli 007 israeliani: «Morti circa 70 ostaggi»
La casa di due abitanti del kibbutz Kafr Aza assassinati dai terroristi di Hamas (Stefano Piazza)
Fonti dell’intelligence militare alla «Verità»: «Hamas ha 136 prigionieri, ma 35 sono già ufficialmente deceduti e altrettanti non ce l’hanno fatta per le ferite o perché suicidati». Si teme che i terroristi siano «costretti» a uccidere le persone stuprate.L'articolo contiene una gallery fotografica.Stefano Piazza da Tel Aviv.Quanti sono gli ostaggi israeliani che sono ancora prigionieri di Hamas? Il numero ufficiale è 136 ma, di questi, 35 sono deceduti (le famiglie sono state avvisate dell’avvenuto decesso), mentre, secondo qualificate fonti dell’intelligence militare da noi consultate sul posto, coloro che sono morti di stenti o per le ferite riportate, compresi alcuni suicidi, sarebbero come minimo altrettanti. Il tema è delicatissimo considerato che, come ci spiega Shelly Tal Meron, deputata alla Knesset ed esponente del partito centrista d’opposizione Yesh Atid, «ci sono donne che sono tornate dalla prigionia spiegando quello che sta accadendo e parlando di violenze sessuali che sono attualmente in corso a Gaza. Ci sono ancora giovani donne in ostaggio nella Striscia che subiscono violenze ogni giorno. Abbiamo bisogno di riportare a casa i nostri ostaggi ora, tutti, a partire dalle donne. Queste giovani ragazze potrebbero rimanere incinte. Il dolore di dare alla vita un bambino in quelle condizioni credo sia non spiegabile ed è qualcosa che non possiamo accettare. Vogliamo prendere i terroristi e portarli davanti alla Corte israeliana e internazionale». Gli ambienti militari israeliani ritengono che Hamas non possa comunque permettersi di far tornare a casa le prigioniere (e i prigionieri, visto che gli abusi toccano anche agli ostaggi uomini) che hanno subito violenze. Tutti costoro saranno verosimilmente uccisi dai terroristi e poi la loro morte sarà attribuita ai bombardamenti israeliani.Gerusalemme ha comunque tutti i nominativi e i volti degli oltre 3.000 terroristi che hanno attaccato in 22 località del Sud di Israele. «Siamo stati deboli e non sarebbe mai dovuto accadere perché mostrarsi così davanti al nemico è un disastro, ma non lo saremo mai più e li prenderemo tutti, uno alla volta», ci viene detto.Una delegazione composta dai familiari degli ostaggi è partita ieri mattina dall’aeroporto Ben Gurion, diretta verso L’Aia, nei Paesi Bassi. Lì, verranno presentate accuse di crimini di guerra contro i leader di Hamas presso la Corte penale internazionale. Parlando prima della partenza all’aeroporto, Ofri Bibas, sorella di Yarden Bibas, rapito insieme alla moglie e ai due figli piccoli dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023, ha condannato energicamente Hamas, paragonandolo ai nazisti e sostenendo la necessità che il gruppo terroristico sia ritenuto responsabile dei suoi crimini. «Tutta l’umanità deve restare salda di fronte a un esercito terroristico globale in cui Hamas è un battaglione che opera al suo servizio», ha affermato Bibas. L’urgenza di trovare una soluzione alla precaria situazione nella Striscia di Gaza in attesa dell’operazione a Rafah è evidente dall’alto livello dei rappresentanti israeliani presenti ai colloqui del Cairo. La partecipazione di Ophir Falk, consigliere del primo ministro Netanyahu, e Ronen Bar, capo dello Shin Bet, oltre al direttore del Mossad David Barnea, indica un maggiore impegno da parte di Israele. Hamas, pur non partecipando direttamente ai colloqui, si avvale del Qatar come tramite, dal momento che è il suo principale finanziatore e protettore. La presenza di Khalil Al Hayya, vice di Yahya Sinwar, capo di Hamas a Gaza, con esperienza in precedenti negoziati, dimostra l’interesse del gruppo a raggiungere un accordo. Sia Israele che gli Stati Uniti hanno chiesto a Qatar, Egitto e Arabia Saudita di intervenire militarmente per distruggere gli ultimi depositi di missili e di armi a Gaza ma Israele dovrà fare da sola, dato che nessuno se la sente di mostrarsi accanto agli israeliani davanti alle masse arabe in questa operazione. Tornando al Qatar, l’Arabia Saudita e altri attori della regione, compreso l’Egitto, hanno chiesto agli emiri di Doha di espellere dal paese le figure politiche di Hamas ovvero Ismail Haniyeh, Khaled Meshal e altri alti funzionari, tra cui Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas nella Striscia di Gaza e Tahar Al Nounou, consigliere politico di Haniyeh, che hanno da tempo hanno trovato rifugio in Qatar. Una volta fuori dal Qatar troverebbero rifugio in Algeria e Tunisia mentre Ismail Haniyeh andrebbe in Turchia, tuttavia i capi di Hamas non vogliono lasciare Doha perché temono che una volta che sarà calata l’attenzione mediatica verranno eliminati dal Mossad. Secondo quanto abbiamo potuto appurare negli scorsi giorni in Israele, i negoziati al Cairo avvengono mentre all’interno dell’organizzazione terroristica è in corso uno scontro durissimo tra l’ala politica che vuole un accordo e quella militare che pretende una sorta di salvacondotto che consenta a Yaya Sinwar e Mohammed Deif di fuggire all’estero, una condizione che lo Stato ebraico non accetterà mai perché l’ordine è quello di prenderli vivi (in subordine c’è quello di ucciderli). «Hamas completi rapidamente l’accordo sugli ostaggi per risparmiare al popolo palestinese il flagello di un’altra catastrofe dalle conseguenze minacciose, non meno pericolosa della Nakba del 1948», ha detto ieri il presidente palestinese Abu Mazen, che ha anche aggiunto: «Bisogna evitare l’attacco dell’occupazione alla città di Rafah, che causerà migliaia di vittime, sofferenze e sfollamenti».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.