2024-10-04
Choc in Gedi: via Molinari ed Elkann. Orfeo dovrà domare «Repubblica»
Maurizio Molinari e Mario Orfeo (Imagoeconomica)
Il direttore del «Tg3» subentrerà da lunedì. Maurizio Scanavino nuovo presidente del gruppo.Si sta come a Repubblica sugli alberi le foglie. I soldati di Ungaretti sono ormai precari quanto i direttori di Largo Fochetti. Così, si consuma l’ennesimo avvicendamento. Il quarto negli ultimi otto anni. Lascia l’avversatissimo Maurizio Molinari. Entra lo scaltrissimo Mario Orfeo. L’estrema sintesi, però, non s’addice ai lancinanti tormenti del giornale comprato dagli Elkann quasi cinque anni fa. E, da quel momento, in perdurante crisi di copie e identità. Non è sempre facile la vita dei maestri del progressismo. Come battersi per gli ultimi, mentre Stellantis fugge all’estero e chiude stabilimenti? Impresa ardua. Molinari paga l’odio della redazione verso John Elkann, che fortemente ricambia: abbandona dunque la presidenza di Gedi, rinominata Jedi per la mattanza dei direttori, al fido Maurizio Scanavino.Antefatto. La scorsa settimana Repubblica protesta contro le «gravi ingerenze da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri privati». L’inserto Italian Tech Week sarebbe stato infarcito di pezzoni promozionali voluti da Exor, la holding che controlla Gedi e Stellantis. Il successivo sciopero di due giorni insozza pure l’evento sull’intelligenza artificiale a cui John tiene immensamente: un accordo con OpenAi, alla presenza di Sam Altman. Molinari non riesce a evitare la magra figura. E le furibonde polemiche. Le ennesime. Gennaio 2024, il comitato di redazione denuncia: il giornale «è una nave che affonda». Centotrè milioni di perdite solo l’anno scorso. Marzo 2024, il cdr reitera: perché Gedi ha comprato il nostro gruppo editoriale, per poi smantellarlo? In effetti, dal settimanale L’Espresso ai quotidiani locali, Elkann ha venduto tutto. Comunque sia, un’ipotesi l’hanno già abbozzata gli interessati: per coltivare i suoi vastissimi interessi? Aprile 2024, articolo sui rapporti Italia-Francia, decisivi per Stellantis: finiscono al macero 100.000 copie di Affari&Finanza, supplemento economico del quotidiano. Segue plebiscitaria sfiducia al direttore. Infine, lo sciopero della scorsa settimana.Adesso arriva Orfeo. Molinari resta editorialista, dopo aver diretto il quotidiano per quattro anni. Repubblica non è più una corazzata. E non ci sono più i capitani di una volta. Eugenio Scalfari durò un abbondante ventennio. Ezio Mauro, delfino di «Barbapapà», altrettanti. In concomitanza con la declinante stagione del berlusconismo, il bersaglio grosso, cominciano però le turbolenze. Mario Calabresi rimane tre anni. Carlo Verdelli ancora meno: 14 mesi. Poi, Molinari. L’antico sodalizio con Elkann sembra sepolto dal fastidio per lo scarso carisma del direttore, motivo per cui fu scelto. Il cambio al timone, quindi, sarà fulmineo. Orfeo, 58 anni, s’insedierà già il prossimo lunedì. È un navigatore che ha solcato infiniti mari. La sua ascesa comincia proprio a Repubblica, dove diventa caporedattore centrale. Dopo una strepitosa carriera nei quotidiani, approda alla Rai. Riesce nell’impareggiabile impresa di guidare i tre tg, con la direzione generale come superbo intermezzo. Lascia adesso la guida del Tg3, bramata dai 5 stelle. Lo smaliziato, dunque, succede allo smagato. Orfeo dovrà riconquistare la furente redazione, tentando di ricucire con l’indispettito azionista. Benché conti su risorse pressoché illimitate, John sembra stufo di venir svillaneggiato mentre ripiana voragini. Per questo, ha scelto Orfeo. Un uomo di vaste relazioni. Inossidabile quella con Franco Caltagirone, editore di Messaggero e Mattino, già diretti da Orfeo. E proprio il costruttore romano ora sarebbe pronto a rilevare Repubblica. Decapitando per sempre l’impero degli Jedi.
Il cpr di Shengjin in Albania (Getty Images)