2025-06-03
Gli orfani di Bergoglio «minacciano» Leone: «No alla retromarcia sul matrimonio»
La «Stampa» sgrida il Papa che continua a demolire le posizioni di Francesco, ultima quella sulla famiglia: «Per Gesù è libera».Fosse per padre Alberto Maggi (si può dire padre? Si pecca di gender gap? Forse meglio: genitore due consacrato) il Papa ideale sarebbe Mina che canta: «Sono come tu mi vuoi… io sono la sola che possa capire tutto ciò che c’è da capire in te». È la Chiesa à la carte quella che ancora vogliono gli orfani di Bergoglio. Questo predicatore dell’ordine dei Servi di Maria che se ne sta in un borgo maceratese, Montefano, accoglie chiunque: dalle persone Lgbtq+ agli eretici, dalle coppie omosessuali agli islamici e non gli è andato giù che Leone XIV abbia ribadito domenica, durante l’Angelus, ciò che già aveva detto la scorsa settimana ricevendo il corpo diplomatico: «Il matrimonio è il vero amore tra uomo e donna. Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo». Ma come, obietta concedendosi a La Stampa in una intervista il direttore del centro teologico di studi biblici «Giovanni Vannucci», «come Chiesa dobbiamo stare attenti a non fare passi indietro a livello di comunicazione dell’accoglienza». Rivendica Maggi: «Ho sempre accolto chi si sente escluso e ferito dalla Chiesa. Tantissime persone omosessuali e transgender». Ed eccola la Chiesa che piace a Maggi, che è uno dei molti - a partire dai vescovi tedeschi guidati dal cardinale Reinhard Marx, nomen omen, che vogliono il matrimonio tra omosessuali - che tifa per il liberi tutti: «Lo spirito è la garanzia di una Chiesa capace di rispondere alle novità della storia. Il pericolo è quando, spaventata, la Chiesa si rifugia in vecchie risposte a domande nuove. Quando lo fa, le persone non ascoltano».È la fede di quel marketing religioso che, negli anni del pontificato di Francesco, ha percorso le avanguardie cattoliche. Ma oggi c’è aria nuova - per Maggi, ma non solo per lui, è invece aria vecchia - portata da Leone XIV che, tra segni e parole, ha già chiarito che con Bergoglio la Chiesa ha chiuso. E non si tratta di essere un «indietrista» come Francesco bollò, con afflato ecumenico, chi non era d’accordo con lui, si tratta di ripristinare alcuni confini di fede. È così evidente ciò che sta accadendo che questo padre (o genitore consacrato due) spiega al Papa che «nel Vangelo famiglia vuol dire comunità accogliente. Gesù libera la famiglia dai ricatti sociali». C’è il riferimento alla dichiarazione Fiducia supplicans con cui si permetteva un certo lassismo nella benedizione delle coppie omosessuali in chiesa. Ci fu un balbettio sull’interpretazione e, alla fine, si decise che la benedizione doveva durare non più di dieci secondi e andava fatta lontana da «occhi indiscreti». Un esercizio di prudenza o forse d’ipocrisia che a papa Prevost non deve essere piaciuto. Lui è integralmente agostiniano - è il primo pontefice in assoluto nella storia pluirimillenaria di questo Ordine - e Sant’Agostino d’Ippona dedica un trattato al matrimonio (il De Bono coniugali) in cui afferma «Il connubio del maschio e della femmina è un bene» e ne Del Trinitate paragona la famiglia alla Trinità affermando: «La famiglia rappresenta un’unità fondamentale, un microcosmo che riflette l’ordine divino e prepara all’amore eterno».Il Papa, perciò, non è tornato indietro, afferma ciò che la Chiesa dice da sempre. Fa un po’ specie constatare che quando Bergoglio portava in processione in San Pietro la Pachamama, la divinità pagana delle popolazioni latinoamericane, lo si riteneva un progresso mentre quando Leone XIV si richiama a uno dei padri della Chiesa si becca il rimprovero di essere «indietrista». Secondo questa visione, Leone XIV indietrista lo è stato da subito: ha indossato la mozzetta (la mantellina di raso rosso prerogativa del Papa che Bergolglio aveva rifiutato), ha deciso di vivere nel Palazzo apostolico. Da indiscrezioni si è appreso che l’idea di Francesco di abitare a Santa Marta per contestare l’opulenza pontificale sul bilancio vaticano ha pesato con 200.000 euro all’anno di costi in più rispetto a quanto si spende per l’appartamento papale nel Palazzo apostolico.Segni di rinnovamento Prevost ne ha dati, in questo breve periodo, molti altri: per esempio con la nomina del cardinale Robert Sarah - la più alta autorità morale tra le porpore africane, un tradizionalista - a inviato speciale del Papa per svolgere missioni diplomatiche ed ecclesiastiche. E l’ultimo «ripristino» Leone XIV lo ha fatto appena ieri. Ha nominato, informa la Santa sede, «direttore della direzione di Sanità e igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano» il dottor Luigi Carbone «con decorrenza dal 1° agosto 2025». Questa nomina è particolarmente significativa perché ripristina la figura dell’archiatra - il medico personale del Papa che ha percorso tutta la storia della Chiesa - che era stata cancellata da Francesco il quale preferiva farsi curare al Gemelli e aveva accanto solamente il suo infermiere, Massimiliano Strappetti, che gli è stato accanto fino all’ultimo. Ah, sia detto per inciso: anche con Bergoglio la papamobile aveva la retromarcia.
Rod Dreher (Getty Images)