2025-02-12
Orcel all’attacco: dopo Bpm sale in Generali
Andrea Orcel (Imagoeconomica)
Unicredit ha portato al 5% la partecipazione nel gruppo triestino. Vuol fare l’arbitro nello scontro per la nomina del prossimo amministratore delegato. Pronto il rilancio per Piazza Meda. In tre anni agli azionisti distribuiti dividendi per 26 miliardi. Unicredit chiude il cerchio con 26 miliardi agli azionisti nell’arco del piano e archivia il 2024 con un utile record a 9,3 miliardi che sale a 9,7 miliardi inclusi i crediti fiscali, e ricavi a 24 miliardi. L’obiettivo annunciato ieri alla comunità finanziaria è di aumentare i dividendi del 50% da quest’anno e di raggiungere i 10 miliardi di utile nel 2027.Una dotazione di mezzi molto larga che consente alla banca di Piazza Aulenti di essere protagonista assoluta del risiko che si gioca sulle caselle delle banche e delle assicurazioni. L’amministratore delegato Andrea Orcel coglie l’occasione dei conti per confermare i suoi progetti: è pronto al rilancio su Banco Bpm e conferma l’interesse per Commerzbank. Ne parlerà con il nuovo governo tedesco dopo le elezioni del 23 febbraio. Nel frattempo, per ribadire la centralità del gruppo nel riassetto della finanza europea, annuncia di aver acquistato altre azioni di Generali. Supera adesso il 5%. Afferma di non avere mire espansionistiche sul colosso di Trieste. «Molte volte si cercano interpretazioni dove ce ne sono di più semplici», taglia corto. «Generali è una grande società italiana, come noi paneuropea che va oltre i confini del Paese. Siamo loro partner in vari Paesi perché distribuiamo i loro prodotti» Il mercato la pensa diversamente. La partecipazione del 5% potrebbe essere messa a disposizione di uno dei due contendenti in campo per il controllo del nuovo board: da un lato Mediobanca (al 13,1% del Leone) e dall’altro l’asse Caltagirone-Delfin (complessivamente al 16,9%). In cambio il banchiere romano potrebbe incassare diverse contropartite: finanziarie, grazie alla plusvalenza sulla vendita del pacchetto e, più verosimilmente, politiche nel caso di un appoggio alla cordata Caltagirone-Delfin, la stessa compagine che sta sostenendo il disegno del Mef di creare il terzo polo bancario attraverso l’integrazione fra Mps e Mediobanca. Il rilancio su Banco Bpm dipende da una serie di variabili. «Vogliamo vedere quanto Banco Bpm sia preparata ad affrontare la normalizzazione dei tassi, l’aumento del costo del rischio, l'inflazione dei costi», dice il capo della banca di Piazza Gae Aulenti. Solo allora svelerà le carte. Si astiene sull’Ops di Mps su Mediobanca: «Deciderà il mercato, per il momento io direi che noi osserviamo la situazione da un punto di vista neutrale».Sullo sfondo il documento relativo all’offerta su Banco Bpm inviato pochi giorni fa al governo ai sensi del golden power. Operazione di moral suasion su tutte le parti coinvolte (governo compreso), dice qualche analista, con un obiettivo chiaro: difendere gli interessi della seconda banca italiana che punta a Banco Bpm. Con un avviso ai naviganti: l’eventuale fusione, questo il ragionamento di Orcel, non è un pericolo per il credito nazionale. «Ci porterebbe a rafforzarci nella piccola e media impresa». E neanche per i posti di lavoro: «Ci tengo a dire», aggiunge, «che abbiamo talmente tanta fiducia nelle persone che compongono il nostro network da non averlo toccato, anzi ci abbiamo investito centinaia di milioni per rimetterlo a posto e faremo la stessa cosa dall’altra parte». Il mercato sta monitorando con attenzione anche la possibilità che Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, possa vendere la sua partecipazione del 2,6% in Unicredit. Tuttavia, Orcel ha sottolineato di rispettare le scelte della famiglia Del Vecchio, ma ha anche avvertito che, se la decisione fosse di vendere, sarebbe una «decisione sbagliata».Dal canto loro fonti vicine a Delfin esprimono soddisfazione per i risultati conseguiti da Unicredit, sottolineando la piena fiducia nella leadership di Andrea Orcel. Le stesse fonti confermano che al momento non è stata presa alcuna decisione relativa alla vendita.Queste incertezze hanno influito sulle quotazioni. Il titolo chiude in ribasso dello 0,7% a 46,88 euro dopo una perdita iniziale intorno al 4%.Sulla Germania prende tempo aspettando il nuovo governo. Nessuna sovrapposizione con l’offerta su CommerzbankOrcel assicura che non ci sarà alcuna sovrapposizione di tempi tra l’operazione su Banco Bpm e quella sulla tedesca Commerzbank. Le due integrazioni saranno gestite da team locali, da entità giuridiche e tecnologie separate. La banca ha poi precisato che l’offerta su Banco Bpm accelera ulteriormente la crescita della qualità in un’area geografica centrale, in segmenti e prodotti mirati.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.