
Romano Prodi in pressing sull'Italia: «Zero condizioni, prendiamo i soldi» per ripartire dopo il lockdown. Stefano Bonaccini lo invoca per finanziare tutta la sanità. Purtroppo non è possibile.Quando a difendere il Mes arriva Romano Prodi, proprio colui che ci ha improvvidamente condotto nel progetto disfunzionale dell'euro, le cui crepe sono ancor più visibili sotto i colpi di questa crisi, allora significa che la situazione è grave, ma non è seria. Non avviene mai per caso che la fanteria ceda il passo ai reparti scelti.Prodi ha dichiarato ieri al quotidiano Il Messaggero che «la prima condizione per la ripresa è di non fare fesserie. Accettiamo quindi i 36 miliardi di credito che vengono dall'Unione europea con il Mes. Arrivano senza condizioni e tassi vicino allo zero».Le parole di Prodi lasciano sgomenti di fronte all'approssimazione che sconfina nel totale capovolgimento della realtà. Il fatto che l'unica apparente condizione sia il vincolo di destinazione di quel prestito non può nascondere tre condizioni potenzialmente deflagranti per il nostro Paese:1Il sistema di allerta post erogazione sarà pienamente efficiente, con il monitoraggio semestrale e annessa valutazione di sostenibilità del debito per tutta la durata del prestito. E nessuna autolimitazione dei poteri della Commissione, ove mai possa reggere allo scrutinio dei Parlamenti nazionali e della Corte di giustizia europea, può aver valore di fronte agli articoli del Trattato del Mes. La Commissione è forse in grado di garantire che i loro successori fino al 2030 manterranno l'impegno assunto da Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni con una letterina di due pagine all'Eurogruppo? Oppure che il Parlamento olandese o austriaco non storcerà la bocca di fronte all'eventuale rifiuto dell'Italia di conseguire massicci avanzi di bilancio, unico rimedio conosciuto dalla nomenklatura di Bruxelles per ridurre il rapporto debito/Pil?2Il debito con il Mes è privilegiato e a tasso sostanzialmente variabile, essendo dipendente dalle loro politiche di raccolta del denaro sui mercati. Chi proteggerà il nostro Paese dal rischio tasso? Se volessimo correre questo rischio, allora c'è il nostro Bot a 12 mesi che paga solo lo 0,24% e viene comprato a piene mani dalla Bce. Che bisogno c'è di farsi intermediare dal Mes?3Infine, la condizione più importante. Prodi se la sente di firmare una richiesta di accesso al Mes in cui bisogna indicare che la motivazione è il «rischio di stabilità finanziaria» dell'Italia, una dichiarazione che potremmo pagare a carissimo prezzo sui mercati?Che sul Mes sia in corso, nel migliore dei casi, un colossale equivoco, è confermato dall'intervista del Corriere della Sera al presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, in cui lascia intendere che fondo Salvastati sia un antidoto alle tasse e afferma che «abbiamo avuto la riprova di quanto sia importante una sanità sul territorio, con strutture di assistenza intermedie. Ora voglio vedere chi avrà il coraggio di dire di “no" a oltre 30 miliardi del Mes, a disposizione per investirli nella sanità». Il presidente trascura che il Mes finanzierà esclusivamente le spese aggiuntive sostenute per cura, prevenzione e assistenza sanitaria connesse al Covid-19, oltre alle spese già sostenute dal Servizio sanitario nazionale, a fronte di beni e servizi poi dirottati verso l'emergenza Covid-19. In sintesi, i reparti trasformati in poche settimane da, per esempio, cardiologia a terapie intensive per Covid-19. Tali ultime spese sono già parte del deficit pubblico e quindi sono state finanziate. Lo stesso Klaus Regling, direttore generale del Mes, si aspetta prestiti per non più di 80 miliardi, contro i 240 potenzialmente disponibili. Ci dispiace per Bonaccini, ma c'è poco o nulla da «investire nella sanità». Ci prestano solo i soldi per respiratori e mascherine, o poco più.Infine la questione delle procedure nazionali di approvazione. L'Eurogruppo dell'8 maggio scorso ha parlato di operatività della linea di credito «soggetta al completamento delle procedure nazionali». Anche Regling ha confermato che si attende che la richiesta di prestito arrivi solo dopo l'approvazione dei Parlamenti nazionali, ove necessaria (immaginiamo riferendosi al Bundestag). Il sito del Mes lascia intendere che sia già tutto pronto. In Italia a che punto siamo?
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





