2021-01-12
Ora Renzi fa il bullo anche con Mattarella
Matteo Renzi (A.Masiello/Getty Images)
Il Colle chiede l'ok al piano europeo e il rinvio del rimpasto. Il senatore stizzito: «Non può dirci cosa fare». Poi litiga con Rocco Casalino sulla sfida in Senato. Giuseppe Conte fissa il cdm per oggi, gelo da Iv. E Teresa Bellanova insiste: «Esecutivo immobile, io pronta a dimettermi».Tensione politica sempre più alta: e questa volta non solo tra i renziani e Giuseppe Conte, ma direttamente tra Matteo Renzi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La prima mossa - per così dire - l'ha fatta il Colle, attraverso tre retroscena dei quirinalisti di Corriere della Sera, Stampa e Repubblica che ieri mattina, in modo convergente (e dunque, c'è da immaginare, attingendo alle medesime fonti quirinalizie), hanno fatto trapelare l'oggetto dell'ultima moral suasion presidenziale: invitare Italia viva a stoppare il ritiro dei due ministri, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti; approvare sia in cdm sia in Parlamento il Recovery plan; e soltanto dopo affrontare il nodo della crisi. Impostazione tre volte curiosa. Una prima volta, per l'entrata a gamba tesa del Colle nel dibattito politico. Una seconda volta, perché l'oggetto della crisi giallorossa (almeno quello dichiarato) è proprio il Recovery plan, e dunque non si capisce come si possa far finta di ignorarlo (né si comprende su cos'altro si dovrebbe aprire la crisi in seconda battuta: forse su qualche poltrona?). Una terza volta, perché, se quella consecutio temporum politica fosse accolta, ci si troverebbe in presenza di una vera e propria crisi extraparlamentare. Tutto accadrebbe cioè lontano dal Parlamento, dove i protagonisti tornerebbero, chissà quando, solo per certificare il divorzio o per un nuovo matrimonio. Non esattamente un modo di onorare la mitica «centralità del Parlamento» spesso evocata dal capo dello Stato: le Camere, in questo caso, sarebbero soltanto il luogo di recita e di ratifica rispetto a decisioni di rottura o di ricomposizione assunte altrove. In ogni caso, Renzi l'ha presa malissimo, e di buon mattino è andato alla radio (Rtl) a rispondere colpo su colpo: «Il presidente della Repubblica ha detto parole che condividiamo, ma in Italia il presidente è un arbitro non dice a un dirigente politico quello che deve fare». Una replica di inusitata durezza.Dopo di che, Renzi è passato a occuparsi di Rocco Casalino, a cui un pezzo di Repubblica aveva attribuito frasi bellicose sull'ex premier toscano («Se andiamo in Senato lo asfaltiamo, come è successo con Salvini»). Ecco la reazione del capo di Italia viva: «Essere asfaltato da Casalino è un'idea alla quale non avevo pensato quando ho iniziato a far politica: né mi preoccupa né mi esalta questa prospettiva». E ancora: «Io ho proposto dei contenuti, e se la reazione di Conte e dei suoi collaboratori è “andiamo in Aula e li asfaltiamo", spero soltanto che abbiano fatto bene il conto dei numeri. Se danno queste veline ai giornali, sapete che c'è? Ci vediamo in Senato. Si vedrà che noi difendiamo gli interessi degli italiani, e loro vogliono mantenere la poltrona».Inevitabilmente, la polemica è cresciuta, e nel corso della giornata il portavoce di Palazzo Chigi ha dovuto smentire formalmente: «Smentisco categoricamente i virgolettati e le ricostruzioni che mi vengono attribuiti oggi in un articolo del quotidiano Repubblica, in riferimento all'evoluzione dell'attuale situazione politica. L'articolo, peraltro, non riporta alcun dettaglio sulla circostanza in cui avrei pronunciato le affermazioni che mi vengono attribuite. Sarebbe bene invece che la giornalista specificasse quando e come avrei fatto tali affermazioni, in modo che io possa dimostrarne - anche mostrando se necessario la mia agenda con i miei appuntamenti o i miei tabulati telefonici - la totale infondatezza». Ma a quel punto fermare la lite continua era quasi impossibile. A riprendere le ostilità ha provveduto la Bellanova, ospite a Sky Tg24, dove ha per l'ennesima volta ribadito di essere pronta a dimettersi: «Assolutamente sì. E non è tutto risolvibile con il Recovery». Un altro casus belli, secondo il ministro renziano, è quello dei tavoli programmatici rimasti in sospeso, e più complessivamente l'inerzia dell'esecutivo (di cui lei stessa fa parte, giova ricordarlo): «C'è il problema complessivo che è l'azione di governo fino a fine legislatura: il cdm sta gestendo solo l'emergenza, ma chi lo pensa il dopo?». Tesi confermata anche dal collega di partito, Ettore Rosato. Insomma, un rilancio in piena regola, al di là della contesa sul Recovery.Intanto, Conte insiste per una convocazione del Consiglio dei ministri da dedicare al Recovery stasera: «Domani sera (oggi per chi legge, ndr) dobbiamo fare il cdm per approvare il Recovery plan. Dobbiamo correre», ha detto al Tg3. A seguire, il solito mix di prediche e terrore sanitario: «Lavoriamo per costruire, il momento è così difficile che dobbiamo mettercela tutta per offrire risposte ai cittadini. Sta arrivando un'impennata dei contagi: non sarà facile, dobbiamo fare ancora dei sacrifici».A stretto giro di posta, un'altra replica renziana è arrivata da La 7: «Non mi interessa se Conte va al Quirinale o non va al Quirinale, ma che tirino fuori questo benedetto documento perché finora sono solo chiacchiere. Quando arriverà lo valuteremo, se non siamo d'accordo diciamo “amici come prima, noi le nostre poltrone ve le ridiamo"». La telenovela prosegue.
Carlo III e Donald Trump a Londra (Ansa)
Tyler Robinson dal carcere dello Utah (Ansa)