2020-08-05
Ora il Copasir vuole vederci chiaro. Urso: «Non c’è equilibrio tra poteri»
Per il senatore di Fratelli d'Italia, «i direttori diventano attendenti della politica».Ieri pomeriggio il Copasir, comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, aveva in agenda l'audizione del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Terminato l'incontro, i membri del comitato si sono dedicati alla novità imposta dal governo sui rinnovi dei capi dei servizi. La posizione dei diversi partiti anche dentro l'opposizione non si è mostrata del tutto allineata anche se alla fine il Copasir si muoverà unanimemente per chiedere a Giuseppe Conte delucidazioni sul bltiz notturno. «È stato violato il rapporto d'equilibrio tra istituzioni», spiega alla Verità Adolfo Urso, senatore di Fdi e vicepresidente del Copasir. «Innanzitutto, il premier ha illustrato gli elementi del decreto emergenza omettendo il paragrafo sui servizi e poi ha chiesto il voto all'Aula. Significa non essere trasparenti e omettere le basi della comunicazione. Questa non è solo forma ma anche sostanza». Il senatore di Fdi infatti tiene a specificare che le modifiche apportate a una legge statutaria dei servizi finiscono con il mettere in crisi i rapporti tra maggioranza e opposizione. «Il testo del 2007 nasce in maniera condivisa», prosegue Urso, «proprio per soppesare il ruolo del potere esecutivo e quello dei vertici dell'intelligence, così come il Copasir è presieduto da un membro dell'opposizione. È un modo per riconoscere valore e garantire l'attività super partes dei direttori delle agenzie. Al contrario con le modifiche apportate da Conte si rischia di trasformare i direttori in attendenti della politica». Non solo, in sede di riunione ieri pomeriggio è emersa anche l'incongruenza con l'articolo 97 della Costituzione. Il testo prevede che ogni incarico istituzionale debba rientrare e potersi perimetrare in un lasso di tempo congruo. Tradotto, se il governo dovesse rinnovare i vertici dei servizi di sei mesi in sei mesi, questi ultimi non avrebbero la serenità necessaria per portare avanti i loro incarichi e per mantenersi autonomi dal poter esecutivo. «Nulla in contrario alla proroghe appena effettuate», conclude Urso, «andavano inquadrate in un contesto normativo diverso, condivise con il Copasir e dunque con il Parlamento». Secondo Fdi le deroghe si potevano rendere congruenti con la richiesta dello stato d'emergenza e vincolare alle medesime scadenze. Silente fino a ieri sera il presidente, Raffaele Volpi, che sul tema almeno all'interno del partito si è dimostrato meno preoccupato. Probabilmente è stato anche il solo membro del Copasir a venire informato da Conte prima del termine del Cdm dello scorso 28 luglio, sebbene altrettanto probabilmente in maniera molto vaga e in relazione al solo tema dei rinnovi di carica all'Aisi. In ogni caso lo stesso Volpi avrebbe fatto sapere che gli interventi hanno riportato la prassi dei rinnovi al periodo precedente al governo Renzi. Dall'esecutivo del 2014 in avanti si è scelto di nominare per due anni e al massimo i singoli direttori e rinnovarli di due. Un po' il messaggio diffuso ieri tramite nota dal portavoce del premier, Rocco Casalino. Più aspri invece i capigruppo della Lega. «Il governo modifica le nomine e i rinnovi degli 007 a suo piacimento a suo comodo. Ma i servizi segreti sono al servizio dello Stato o di Conte e della cricca dei 5 stelle? Come al solito Conte si è guardato bene dall'informare il Parlamento di quanto stava per fare. Alla faccia della chiarezza e della trasparenza», ha detto Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Capiremo di più nel caso il premier in futuro si dovesse presentare davanti al Copasir.