I listini nel Regno Unito sono rimasti bassi anche a causa della Brexit, ma con la ripresa dei consumi diversi titoli sono pronti al decollo. Interessanti le multinazionali specializzate in prodotti per casa e saluteFra i mercati azionari che negli ultimi tre, cinque e dieci anni si sono comportati peggio nel Vecchio continente c’è sicuramente quello della Gran Bretagna, che ha sofferto non poco la vittoria dei brexiter (i sostenitori della Brexit) e l’impasse che il referendum del 2016 ha provocato. D’altronde, le conseguenze a casa della Regina sono ancora palpabili, con centinaia di benzinai chiusi e lunghe code alle stazioni di rifornimento: a mancare sono gli autotrasportatori, soprattutto quelli stranieri che hanno perso il diritto di lavorare e sono tornati in patria. In realtà, rispetto ad alcune previsioni di economisti e opinionisti sulla Gran Bretagna che circolavano soprattutto dopo il voto favorevole alla Brexit nel 2016, l’apocalisse non c’è stata ma diversi problemi «logistici» hanno frenato (e non poco) le esportazioni e ora la circolazione delle merci. A ogni modo, nell’ultimo anno gli investitori hanno riscoperto in parte il mercato azionario britannico, salito in sintonia con gli indici europei e mondiali. D’altronde le valutazioni delle azioni inglesi sono storicamente fra le più basse.L’indice Ftse 100 è ricco di società «value» (quelle a bassa volatilità) e vere multinazionali globali. «Si pensi, ad esempio, a Unilever che possiede 400 marchi tra i più diffusi (tra cui Knorr, Dove, Lysoform, Calvè, Cif, Lipton, Mentadent) nel campo alimentazione, bevande, prodotti per l’igiene e per la casa in tutto il mondo (e con una forte presenza in Asia)», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf, «Oppure ad Astrazeneca, Glaxosmithkline, Diageo (drink alcolici come Baileys, Gordon’s, Captain Morgan, Pampero, Zacapa, Smirnoff, Johnnie Walker, J&) o a Rio Tinto (la terza più grande società mineraria del mondo), Tesco, il primo gruppo di distribuzione del Paese ma anche a Iwg (ex Regus), la più grande società di spazi di lavoro flessibile al mondo in modalità coworking, che potrebbe nel post pandemia vedere il suo modello di business decollare, secondo alcuni studi. Società, insomma, dove c’è ancora del valore spesso inespresso». Anche il numero di operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni) di quest’anno ha mostrato l’attrattiva del mercato britannico che è molto economico rispetto ai suoi pari sviluppati. Parte del motivo di questa bassa performance dell’indice azionario britannico è anche la sua alta concentrazione in banche e società di combustibili fossili con rating basso, piuttosto che in titoli tecnologici ad alta crescita.Così succede che non mancano i prodotti che investono su questo mercato. Il colosso Blackrock ha diversi Etf che investono sul mercato inglese, merito anche della sterlina che si dimostra sempre una valuta interessante. Per chi non teme la volatilità, poi, ci sono diversi titoli che hanno preso letteralmente il volo in contemporanea con la ripresa dei consumi. È il caso di Tesco (+54% in tre anni e + 52% da inizio 2021), Diageo (+43% in 36 mesi e + 30 da inizio anno) e Scottish southern energy (+20% da inizio anno e +79% in tre anni).
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.
In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.
Ansa
Gli obiettivi imposti sono rifiutati perché deleteri e insostenibili. Farebbero meglio a seguire i consigli di Bill Gates.
L’appuntamento è fisso e il corollario di allarmi sulla imminente fine del mondo arriva puntuale. Alla vigilia della Cop30 - la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima che si terrà a Belém, in Brasile, dal 10 al 21 novembre - il fronte allarmista globale ha rinnovato il coro catastrofico con la pubblicazione di due rapporti cruciali. L’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha diffuso il suo State of the Global Climate Update 2025, mentre l’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha pubblicato il suo Climate Action Monitor 2025.
2025-11-07
Dimmi La Verità | Giovanni Maiorano (Fdi): «Una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine»
Ecco #DimmiLaVerità del 7 novembre 2025. Il deputato di Fdi Giovanni Maiorano illustra una proposta di legge a tutela delle forze dell'ordine.






