A Bassano del Grappa e in molti comuni della Pedemontana veneta, in scena da luglio a settembre oltre 130 appuntamenti di musica, danza, cinema e teatro, anima di un festival giunto quest’anno alla sua 42esima edizione. Un programma ricchissimo, che ha come filo conduttore il tema delle relazioni e il Circo contemporaneo come nuova proposta.
A Bassano del Grappa e in molti comuni della Pedemontana veneta, in scena da luglio a settembre oltre 130 appuntamenti di musica, danza, cinema e teatro, anima di un festival giunto quest’anno alla sua 42esima edizione. Un programma ricchissimo, che ha come filo conduttore il tema delle relazioni e il Circo contemporaneo come nuova proposta.Un Festival diffuso sul territorio veneto, a Vicenza, Padova e Treviso, con fulcro a Bassano del Grappa e l’intento di valorizzare l’immenso patrimonio artistico della regione, trasformando in spazi scenici anche i luoghi più impensati. Una storia, quella di Operaestate, che inizia nel 1980 a Rossano Veneto come stagione lirica estiva e che poi, anno dopo anno, si amplia, si articola, si rinnova, sino a diventare un evento di rilevanza nazionale. E anche oltre, vista l’importanza degli artisti che per tre mesi (dall’11 luglio al 25 settembre) si alterneranno sui numerosi palcoscenici, di giorno e sotto le stelle, location particolarmente suggestiva in estate. Una manifestazione multidisciplinare, un perfetto mix di teatro, danza, musica, cinema e poesia, in cui spesso il pubblico è coinvolto in prima persona, passando da spettatore a protagonista, interagendo ed instaurando una sorta di « relazione» con gli artisti professionisti, siano essi danzatori o musicisti. E sono proprio le «relazioni» il fil rouge dell’edizione 2022 di Operaestate, relazioni intese sia come il sunto della storia del festival, fatta di legami e di collaborazioni coltivate nel tempo e continuamente rinnovate, sia come la direzione intrapresa negli ultimi anni, che si concentra sulle connessioni e gli incroci tra ambiti diversi, tra cultura, ambiente e territorio. Per fare un esempio «pratico» e calzante di quanto teorizzato sopra, è totalmente in relazione con il patrimonio artistico il programma di danza 2022, tutto dedicato all’opera di Antonio Canova e al suo rapporto con l’arte della danza. Trattasi di un percorso ideale nato in occasione del bicentenario del divino scultore (che cade proprio quest’anno), scaturito dalla ricerca sulle opere, i diari e gli album custoditi nei Musei bassanesi e che Operaestate porta nella città, materializzato nelle creazioni e nei corpi di danzatrici, danzatori e di cittadini, coinvolti in processi creativi immersivi. A riflettere sull’opera canoviana con suggestive performance, grandi compagnie italiane e internazionali, mentre numerosi sono i processi creativi che coinvolgono il pubblico: uno su tutti, le camminate coreografiche del giovane gruppo di artisti Base9, alla scoperta dei luoghi canoviani bassanesi.Anche il teatro mette in primo piano il tema delle relazioni, indagate nella loro connessione con i temi del patrimonio, degli ecosistemi, dell’inclusione e del benessere. E se la scultura di Canova ispira la danza, le opere letterarie di Luigi Meneghello, Andrea Zanzotto e Pierpaolo Pasolini ( anche per loro il 2022 è anno di anniversari e celebrazioni) sono fonte di ispirazione per più di una pièce: ben tre le produzioni dedicate al centenario dello scrittore e partigiano Luigi Meneghello (Liberaci dal male; Non è stato un viaggio per mare; L’Apprendista, il Veneto e i veneti raccontati da Luigi Meneghello) mentre sono Mario Brunello e Guido Barbieri ad omaggiare Pierpaolo Pasolini nello spettacolo Vorrei essere scrittore di musica. Bach e Pasolini, in scena al Teatro al Castello Tito Gobbi di Bassano del Grappa.Si ispira poi alla grande tradizione classica, ma con una finestra aperta alle novità e ai giovani talenti, senza dimenticare il jazz, il fitto programma di musica e opera: tra gli appuntamenti da non perdere, il jazz del Saverio Tasca Vibes Trio, il giovane violinista Giuseppe Gibboni, vincitore nel 2021 del «Premio Paganini» (che da 24 anni non veniva assegnato a un musicista italiano) e il progetto Terre Graffiate, con i concerti ambientati nei maestosi scenari del Monte Grappa, proclamato nel 2021 Riserva della Biosfera MAB (Man and Biosphere) Unesco.Attesissimo dai frequentatori abituali (e non solo) di Operaestate il circo contemporaneo, novità di quest’anno: a preannunciarsi davvero straordinario lo spettacolo L’Uomo Calamita, mix di illusionismo, musica e letteratura scritto e diretto da Giacomo Costantini, performer, regista e drammaturgo multidisciplinare, considerato uno dei pionieri del circo contemporaneo in Italia.A chiusura di questa carrellata di eventi non si può non ricordare B.Motion, la parte del festival interamente dedicata ai linguaggi moderni e agli artisti emergenti, che terranno banco per tutto il mese di agosto: declinata in tre sezioni (danza, teatro e musica), B.Motion offre al pubblico ben 46 appuntamenti, tutti ad «alto tasso di contemporaneità».Una manifestazione, Operaestate, davvero unica nel suo genere, pensata per il territorio, sul territorio e fruibile davvero da tutti. Pubblico dei più piccoli e famiglie comprese.
Donald Trump e Sanae Takaichi (Ansa)
Il leader Usa apre all’espulsione di chi non si integra. E la premier giapponese preferisce una nazione vecchia a una invasa. L’Inps conferma: non ci pagheranno loro le pensioni.
A voler far caso a certi messaggi ed ai loro ritorni, all’allineamento degli agenti di validazione che li emanano e ai media che li ripetono, sembrerebbe quasi esista una sorta di coordinamento, un’«agenda» nella quale sono scritte le cadenze delle ripetizioni in modo tale che il pubblico non solo non dimentichi ma si consolidi nella propria convinzione che certi principi non sono discutibili e che ciò che è fuori dal menù non si può proprio ordinare. Uno dei messaggi più classici, che viene emanato sia in occasione di eventi che ne evocano la ripetizione, sia più in generale in maniera ciclica come certe prediche dei parroci di una volta, consiste nella conferma dell’idea di immigrazione come necessaria, utile ed inevitabile.
Adolfo Urso (Imagoeconomica)
Il titolare del Mimit: «La lettera di Merz è un buon segno, dimostra che la nostra linea ha fatto breccia. La presenza dell’Italia emerge in tutte le istituzioni europee. Ora via i diktat verdi o diventeremo un museo. Chi frena è Madrid, Parigi si sta ravvedendo».
Giorni decisivi per il futuro del Green Deal europeo ma soprattutto di imprese e lavoratori, già massacrati da regole asfissianti e concorrenza extra Ue sempre più sofisticata. A partire dall’auto, dossier sul quale il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dedicato centinaia di riunioni.
Gigi De Palo (Ansa)
Su «Avvenire», il presidente della Fondazione per la natalità, Gigi De Palo, contraddice la ragion d’essere del suo ente chiedendo più nuclei familiari immigrati. L’esito di politiche del genere è visibile in Scozia.
Intervistato dal quotidiano della Conferenza episcopale italiana, Avvenire, il presidente della Fondazione per la natalità, Gigi De Palo, ha rilasciato alcune dichiarazioni a pochi giorni dalla chiusura della quinta edizione degli Stati generali della natalità, indicando quelle che a suo dire potrebbero essere ricette valide per contrastare la costante riduzione delle nascite da cui l’Italia è drammaticamente afflitta (nel solo mese di agosto del 2025 il calo è stato del 5,4% rispetto ai già deprimenti dati dello stesso mese del 2024: in cifre, 230.000 neonati in meno).
Ursula Von Der Leyen e Kaja Kallas (Ansa)
L’esperto: «Tengono in vita il conflitto per salvare la poltrona. L’alternativa è tra una vittoria di Putin oggi o l’esplosione dell’Ucraina (e anche dell’Europa) domani. Senza più industria e con il caro energia, il riarmo voluto da Bruxelles è un piano da Sturmtruppen...».
«Siamo disposti a prendere atto che la Russia ha vinto, il che però ci consente di assicurare all’Ucraina la sovranità nazionale, o vogliamo portare Vladimir Putin al trionfo con la concreta opportunità che l’Ucraina esploda? Siamo lungimiranti da capire che se ci si ferma qui, concedendo alla Russia ciò si è già presa – a torto o a ragione non è questione – l’Europa si salva o vogliamo condurre l’Ue al rischio di dissoluzione?»







